Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (capitolo 5)

Il ponte a Villa Sbarbari e gli Americani

di Sandro Sbarbaro

Il fratello d'Antonio era Giovanni Biggio, nato a Ghiriverto nel 1856.
Giovanni sposò Repetti Cattarina, fu Benedetto di fu Antonio e di Repetto Caterina fu Andrea, nata a Genova nel 1856, della famiglia "Mattu" di Ghiriverto.
Ebbero una figlia Rosa Maria nata il 10 Agosto 1875.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa del 31 Luglio 1889 troviamo:
Biggi Giovanni fu Stefano, detto "Canellu" sua moglie Tomasina, il figlio Antonio, detto "u Rangu da Tèccia", con la moglie Giulia Ferretti e le figlie Giulia e Maria Dominica, l'altro figlio Giovanni, detto "u Giuanin piccin", con la moglie Repetti Catterina ed i figli Biggi Stefano, detto "barba Stevanin", e Maria Giulia, ("barba" vuol dire "zio").
Nello Stato delle Anime del 10 Dicembre 1894 registriamo:
Biggio Giovanni fu Stefano "Canello", suo figlio Giovanni, detto "Giuanin piccin", la moglie Repetti Catterina fu Benedetto ed i loro figli Stefano, detto Stevanin", Giulia, Rosa, Giovanni, Virginia, Angelo.
Stefano, detto "Stevanin", sposò Repetti Metilde, o Clotilde, fu Gio Batta di fu Agostino detto "Dindiu", di Codorso, o meglio di Ca' de Alessandri.
Giulia sposò Stefano Repetti, d'Antonio fu Stefano "Tangardin" e di Raggi Giulia, di Mandriole.
Rosa detta "Rusinin" sposò Gio Batta Repetti, detto "Marino", nato nel 1877, delle Cascine.
Giovanni, detto "Giuanin" o "u Rùsciu" rimase scapolo. Lavorò in porto a Genova.
Virginia, detta "Verginin" sposò Giovanni Sbarbaro, detto "Nannin", di Noci ed andarono a Roma, e là ebbero i figli Mario, Augusta e Vittorio.
Biggio Antonio detto "Rangu", fratello di Giovanni, detto "Giuanin piccin", e la moglie Ferretti Giulia vivono all'epoca in una casa accanto.

Una sorella di Giulia Ferretto, moglie d'Antonio Biggio detto "u Rangu", ovvero Maria Ferretto fu Giovanni Maria, sposò Lorenzo Barbieri fu Paolo del paese di Longa, parrocchia di Montebruno, in Val Trebbia.
Il padre di Giulia e Maria era tal Gio Maria Ferretto che morì nel 1850. Sposò Dominica Repetto morta nel 1864.

Da un "Atto di Divisione" in data 11 Agosto 1870 si evince che Gio Maria Ferretto lasciò alle figlie la "Legittima".
In vero, come si usava nei nostri monti per evitare di frazionare troppo la proprietà, al figlio maschio toccava 1/2 della proprietà e l'altro mezzo era diviso con le sorelle.
La suddivisione del 1/2 , in più parti, era detta "Legittima".
Indi in detta "Divisione" a Maria e Giulia toccò 1/6 e ai figli del fratello premorto Giovanni, ossia Giovanni Maria e Andrea Ferretto, all'epoca minori, toccarono i 4/6.
Lorenzo Barbieri, ossia lo sposo di Maria Ferretto si era recato a lavorare in Toscana.
Si evince da un atto di citazione preso la Giudicatura di Torriglia del Marzo 1864, ove si legge riferendosi a Pasquale Casagrande:
" Per 12 anni consecutivi prestò il suo servizio al suddetto Lorenzo con promessa dello stesso di compensarlo con equo e giusto salario.
Tre anni lo condusse in Toscana a lavorare, dove percepiva 15 marenghi franchi da ogni spesa, guadagno fatto dal Casagrande ed incassato dal Barbieri...".
Luigina Biggio di Domenico, detta "Luigin-a", di Cardenosa mi riferiva che i Toscani usavano un detto, riguardo all'emigrazione stagionale dei paesani della Val d'Aveto.
Suonava pressappoco così: "Quando il pioppo mette il gatto, il chiurlo fa fagotto".
Ciò significava che a primavera il valligiano della Val d'Aveto se ne ritornava al paese.
In genere le migrazioni stagionali duravano da Novembre a Maggio.

Riscontriamo, indi, che l'emigrazione stagionale dei contadini di Cardenosa e zone limitrofe era un fatto assodato già dai primi decenni del 1800.
Si dirigevano verso la Versilia o la Maremma, in terra Toscana, e qui erano generalmente impiegati in operazioni di "roncatura", ossia bonifica di terreni incolti invasi da alberi e sterpaglie.
Una delle destinazioni degli emigranti stagionali di Cardenosa era Seravezza (Lucca), ove nacquero alcuni dei loro figli.
I vecchi raccontavano che mentre gli uomini andavano in cerca di un lavoro, le donne al seguito, con i figli piccoli in braccio, chiedevano l'elemosina presso i portoni delle famiglie benestanti.
In seguito le donne s'impiegheranno come lavandaie e domestiche.
Lo stesso meccanismo fu adottato dai gruppi familiari che, dal nostro Appennino, si diressero verso Genova in cerca di un'occupazione, attratti dall'espansione del porto.
Più tardi lo sperimenteranno in America.

Antonio Biggio, detto "u Rangu", "lo Zoppo", a causa di un'imperfezione fisica, dal 12 luglio 1880 aveva trasferito la residenza a Genova.
In seguito, Antonio Biggio, detto "Rangu", e sua moglie Giulia Ferretto, o Ferretti, si specializzarono nel Commercio Ambulante di: fiammiferi, filo, fettuccia, aghi, spille, candele, lucido per scarpe, carta, buste, sapone ed altri oggetti.
Sua moglie, Giulia Ferretto acquisì la licenza per esercitare tale commercio in tutta la Provincia di Genova, durata un anno, già dal 6 Maggio 1896.
Antonio acquisisce la licenza il 20 Dicembre 1902.

Un nipote di Ferretto Giulia, ossia Ferretto Gio Maria fu Giovanni nato a Cardenosa nel 1849, della famiglia "Chiodo", emigrerà in America.
Nell'anno 1880, secondo il Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto (Parrocchia di Priosa), è emigrato in America da almeno 20 anni, ossia dal 1860 circa.
Sua mamma Biggio Angela, fu Giacomo e Maddalena Biggio, era nata a Cardenosa nel 1826.
Il fratello, Ferretto, o Ferretti, Andrea, nato a Cardenosa nel 1855, probabilmente emigrerà anche lui in America.
Nessuno dei tre succitati compare nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa d'Aveto del luglio 1889.

In seconde nozze Antonio Biggio, detto "Rangu", sposerà Catterina Sbarbaro d'Agostino, detta "Cattun" e in gioventù "Cattùnellu", nata a Villa Sbarbari il 15 Marzo 1863.
Il padre di Catterina era Sbarbaro Agostino, fu Giovanni e fu Giulia Ferretti, contadino, nato a Villa Sbarbari nel 1822 e morto il 3 giugno 1899, della famiglia dei "Camè", ossia "Camerieri".
Era detto "Bugianèn", dal piemontese "Bogianèn" ossia "Non muoverti".
Agostino usava spesso questo motto rivolto verso i ragazzini del paese di Sbarbari, avendo militato con onore nella cavalleria dell'Esercito Sabaudo.
La moglie d'Agostino "Bugianèn" era Sbarboro Giulia, fu Gio Maria e fu Maria Repetti, nata nel 1827, della famiglia dei "Bettinin". Oltre a Caterina, ebbero i figli Giovanni e Rosa.
Detta famiglia assumerà anche l'appellativo di "Gerli".
Giovanni Sbarbaro fu Agostino, detto "Giuanottu", era nato a Villa Sbarbari nel 1866 circa, sposò Maddalena Sbarbaro fu Gio Batta, detta "Manena", nata a Villa Sbarbari.
Lavorerà in porto a Genova nella Compagnia dei "Carbunè".
I figli di Giovanni e Maddalena furono: Vittorio detto "Vitturin", nato a Villa Sbarbari nel 1895 e morto prigioniero in Bosnia durante la Grande Guerra 15/18, Giovanni Maria detto "Miliottu", altro detto "Galin", e Rosa, detta "Rusinin".
La sorella di Giovanni, ossia Rosa Sbarbaro fu Agostino, nata a Villa Sbarbari nel 1868 circa, morì il 7 Giugno 1903.

Catterina detta "Cattun", la figlia primogenita d'Agostino Sbarbaro, detto "Bugianèn", quando sposò Antonio Biggio era già vedova di Gio Batta Repetti, d'Agostino detto "Dindiu", di Codorso.
Alla morte d'Antonio, Caterina si recherà a Genova intorno al 1919/20.
Nei primi tempi, come molte altre valligiane di Val d'Aveto, Catterina chiederà l'elemosina.
Infine gestirà, per circa 25 anni, un piccolo banco di rivendita di caldarroste.
Abiterà in San Fermo, dividendo l'appartamento con altre famiglie di Val d'Aveto e Val Trebbia.
Catterina raccontava che gli uomini andavano a dormire infilandosi in sacchi, cuciti dalle donne, in modo da non sporcare l'unico paio di lenzuola.
Ciò perchè lavorando alla cava di San Benigno o come "avventizi" nei "Carbunè" erano sempre sporchi, per quanto si lavassero sommariamente con l'acqua recuperata.
I figli di Caterina, ossia Giovanni detto "Giuanin" e Agostino, detto "Bacciulin", in un primo tempo faranno lavori saltuari come "boccia", ovvero apprendisti nei cantieri edili, o come avventizi in porto.
Saranno in seguito assunti nella mitica Compagnia dei "Carbunè", o "Carbonai", ossia la Compagnia degli scaricatori del carbone del porto di Genova.

La Compagnia dei "Carbunè"

Si sa che all'inizio del 1900 esisteva una Federazione dei carboni fossili, che raggruppava gli impresari o trafficanti di carbone, mentre i lavoratori del porto di Genova erano riuniti in leghe e lavoravano al seguito di cooperative di scaricatori dirette da impresari.
Già nel 1902, fra settembre ed ottobre, v'era stato in porto uno sciopero di più di venti giorni.
I lavoratori del carbone appartenevano alla lega dei facchini, composta da circa 2000 lavoratori.
La Lega aveva imposto una serrata del porto, o sciopero, per rivendicare i loro diritti, il 4 Luglio 1903.
Nel 1903 i lavoratori del carbone avevano dato luogo ad una riforma sociale.
Al molo Lucedio, presso il ponte Paleocapa, avevano altresì costruito un edificio di 2 piani con cucina, cantine, dispense, sale da pranzo uffici e segreterie delle leghe, bagni, lavatoi e assistenza medica. (Cfr.: "1886 - 1986 Il Secolo XIX", supplemento del Secolo XIX, Genova 1986, pp.105-106).
Pare che alcuni lavoratori del carbone del porto di Genova, nel periodo 1908/1909, confluissero nella "Lega del Porto", una delle antesignane della Compagnia.
Nel ventennio fascista la Compagnia, dopo la riunificazione del 1928 delle sei categorie di lavoratori del carbone in una sola Compagnia portuale, si chiamò Compagnia "Filippo Corridoni" Sbarco ed imbarco carboni minerali Porto di Genova, e una "Casa dei lavoratori del carbone del Porto di Genova" a lui intitolata fu inaugurata nel 1931. (Cfr.: La Casa dei lavoratori del carbone del Porto di Genova, ***, Genova 1931).
Alla fine della guerra si chiamò "Compagnia Pietro Chiesa" dal nome del deputato operaio onorevole Pietro Chiesa che si era battuto strenuamente per i diritti dei lavoratori del porto.
La Compagnia nel 1953 era detta "Compagnia per lo sbarco e l'imbarco dei carboni minerali- Porto di Genova".
A detta Compagnia appartennero molti valligiani della parrocchia di Priosa d'Aveto, in specie delle frazioni di Codorso e Cardenosa, poi di Sbarbari, Mandriole e zone limitrofe.
La vita del "Carbunè", ossia dello scaricatore di carbone, non era per nulla facile.
La giornata passava o zappando carbone nella stiva per poi caricarlo nelle "coffa", o "cesta", che era portata in superficie, oppure trasportando a spalle la "coffa" carica di carbone, fuori bordo, tenendosi in equilibrio su passerelle di legno.
Molti s'ammalarono di silicosi, o tubercolosi; pochi si salvarono.
A sera i "Carbunè", prima dell'avvento delle funzionali 180 docce disposte dalla "Compagnia Filippo Corridoni" in locali attigui agli spogliatoi, tornavano a casa "neri come il carbone".
La polvere del minerale si era appiccicata su tutto il loro corpo, e per quanto i lavoratori si lavassero con acqua calda e sapone ne rimaneva sempre un leggero strato.
I vecchi valligiani si ricordano che tornavano dal lavoro con i piedi fasciati di pezze, infilati nelle scarpe.
Recavano un piccolo fascio di legna sulla spalla che serviva per scaldare l'acqua con cui tentavano, spesso inutilmente, di asportare la loro "seconda pelle", formata da una miriade di particelle di carbone.

Giovanni Maria Sbarbaro, detto "Zan Maria", figlio del "Borghese", era stato assunto nella Compagnia dei "Carbunè".
Sua sorella, ossia Caterina Sbarbaro di Gio Batta, sposerà Bernardo Badaracco d'Agostino della famiglia dei "Ciapellun" di Ventarola.
Bernardo, nato a Ventarola nel 1848, emigrerà in America insieme a Caterina Sbarbaro e morirà a San Francisco il 10 maggio 1912.
Bernardo Badaracco si recò per la prima volta in America nel 1878 circa, sulle orme di suo fratello Alessandro che si trovava in America dal 1875.
Maria, la figlia primogenita di Catterina e Bernardo, nasce a Sbarbari parrocchia di Priosa d'Aveto. Emigrerà con i genitori in America e si mariterà in Simi.
Ricordiamo che, nel 1884, P. e G. Simi sono Negozianti all'ingrosso e al dettaglio di Vini di California, al 429 Green Street, San Francisco, Cal.
Non sappiamo se i suddetti avessero qualche grado di parentela col marito di Maria Sbarbaro.
Gli altri figli della coppia nasceranno in California.
John B. Badaracco nascerà nel 1882 a Sutter Creek, nel 1924 risulta deputato.
Paul nascerà a Stockton nel 1884, nel 1924 risulta guardia.
Amelia nascerà a Sutter Creek nel 1886 e si mariterà con Clark De Vincenzi.
Louis nascerà a Sutter Creek nel 1887, nel 1924 risulta guardia.
Peter nascerà a Sutter Creek nel 1889, nel 1924 risulta chauffeur, ossia autista.
Annie nascerà a Sacramento nel 1904 e si mariterà in Avedano.
Norma nascerà a Sacramento nel 1906 e si mariterà in Castro.
George nascerà a Sacramento nel 1909, nel 1924 risulta guardia.
Ciò riportato, è interessante notare come si spostavano per lavoro Bernardo Badaracco e la moglie Caterina Sbarbaro.
Caterina ha la residenza a Ventarola fino al 1897.
Poi la trasferirà in California. Nella Contea d'Amador.

A proposito di Stockton riportiamo estrapolando ciò che cita Adele Maiello, Una Comunità Italiana in California. Dal Porto al mondo, uno sguardo multimediale su Genova e la grande emigrazione. CISEI, Genova, Marzo 2004, pp. 27-29:
«Il Viaggio -
L'odissea dall'Italia verso la California non era cosa da poco. Originariamente il viaggio poteva significare mesi a bordo di una nave; con l'avvento dei primi bastimenti a vapore, il viaggio si ridusse a qualche settimana [...]
La Sistemazione -
Le "contee dell'oro" e la baia di San Francisco furono la prima sistemazione degli italiani in California. La Contea di San Joaquin, dov'è situata la città di Stockton, fu un caso esemplare, data la sua prossimità alle miniere d'oro ed al largo Delta del sistema fluviale della zona, che consentiva alle navi provenienti dall'oceano di arrivarvi direttamente e di scaricare i minatori relativamente vicino alle miniere. Agli inizi i numeri degli immigrati erano piccoli e le loro professioni varie: marinai, mercanti, agricoltori, minatori, imprenditori, avventurieri, rifugiati politici. Ricchi e poveri. Stockton fu una delle località da essi più scelte e in cui svilupparono attività commerciali (negozi) e servizi (trasporto, banche, alloggi), ma soprattutto la coltivazione della terra.
Poi in un secondo tempo, la proprietà della terra. Un'opportunità che gli italiani emigrati in California, a differenza che nel resto degli Stati Uniti, ebbero fin dagli inizi, riuscendo così a non essere utilizzati solo nei tipici lavori a loro destinati all'estero: bassa manovalanza e ristorazione.
L'ondata successiva di emigranti fu composta per la maggior parte di lavoratori poveri che trovarono lavoro nei settori più sfortunati come la raccolta della spazzatura e furono in grado di trasformarla in una grande opportunità di arricchimento, tramite il riciclaggio dei rifiuti...»


Un altro esponente dei Badaracco, ossia Gio Batta Badaracco fu Bernardo (contadino, nato a Ventarola nel 1827, della famiglia dei "Rubin"), aveva sposato Maria Repetti d'Alessandro, nata a Brugnoni nel 1827 circa, la quale forse lo seguì in America per qualche tempo.
Nel 1880 Gio Batta Badaracco si trova in America da circa 20 anni. Indi dal 1860 circa.
Ciò è confermato pure da una Carta di Procura intestata alla moglie.
Il 29 gennaio 1874 da San Francisco (California) revoca la procura e la dà al cognato Antonio, nato a Brugnoni nel 1834.

Il padre di Maria e Antonio, ovvero Repetto Alessandro fu Antonio, contadino, nato a Brugnoni nel 1810, detto "Schèzza", ovvero "Coccio", emigrò in America.
Intorno al 1880 Alessandro risulta, secondo il Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto (Parrocchia di Priosa), emigrato da 5 anni, indi dal 1875 circa.
Sua moglie, ossia Queiroli Dominica fu Pietro, era nata nel 1810 alla Garba, parrocchia di Cabanne.
Suo figlio Antonio aveva sposato Boitano Maria, fu Luigi e d'Angela Boitano, di San Vincenzo del Favale, nata nel 1837.
Al ritorno dall'America, Alessandro Repetto, che abitava la Casa Nuova di Brugnoni, quella soprastante il vecchio mulino, forse fatta costruire con i proventi dell'emigrazione, aprì un'osteria detta appunto "du Schèzza".

In America si dirigerà anche, verso il 1898, Giovanni Badaracco, fu Giovanni del fu Bernardo e fu Rosa Repetti (di Giovanni fu Bartolomeo e di Biggio Teresa fu Giovanni Maria).
Per pagare il Viaggio della Merica impiegherà lire Trecento.
Detta pecunia spettava a lui e al fratello Carlo, come quota parte dell'eredità materna, secondo la deliberazione del Consiglio di famiglia dalla pretura di Santo Stefano del 20 Settembre 1898.
Giovanni era nipote di Gio Batta Badaracco, che era emigrato in America, essendo il defunto padre Giovanni suo fratello.
L'altro zio, Agostino Badaracco fu Bernardo, rimase a Ventarola.
La defunta Rosa Repetti di Giovanni, madre di Giovanni Badaracco, era sorella di Giuseppe Domenico, detto "Piri", e di Rocco Repetti di Ventarola forse già emigrati in America al seguito dei fratelli Repetti Francesco e Bartolomeo.
Nel 1892 si registra un Domenico Repetti che sbarca a New York a 24 anni. Indi era nato nel 1868 circa.
Nel 1905 si registra un Rocco Repetti che sbarca a New York a 40 anni. Indi era nato nel 1865 circa.
Non sappiamo però se sono effettivamente i fratelli suddetti.
Nel 1880, secondo il Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa, Francesco, nato a Ventarola nel 1849, è in America da 11 anni, indi dal 1869, mentre Bartolomeo, nato a Ventarola nel 1850 è in America da 6 anni, indi dal 1874 circa.
L'altro fratello Andrea Repetti detto "Giacomo" li seguirà in America più tardi.

Partirà per l'America, anche, Cella Maria.
Cognata di Sbarbaro Gio Batta detto Borghese, ossia il padre di Catterina Sbarbaro, sposa di Bernardo Badaracco.
Suo marito Sbarbaro Simone, fu Simone e Maria Catterina Ferretto, nato a Villa Sbarbari nel 1844 circa, fratello d'Antonia Sbarbaro, della famiglia dei "Cascinè", era a Roma ove gestiva i suoi affari.
Maria Cella parte con i figli Carlo, Paolo, e Maria in cerca di fortuna.
Si presumono stanziati in America già intorno al 1883-1884.
In America la figlia Maria Sbarbaro ancora minorenne si sposa con Costantino Focacci d'Allegrezze.
Preziosa è la testimonianza resa il 10 Gennaio 1898 da Sbarbaro Andrea fu Agostino, detto Zerga, nato nel 1844 circa, che era stato a New York e Cichago.
Egli nel 1884 circa incontrò Maria Cella e i suoi figli a New York come da testimonianza: "Siccome sono stato in America...circa 14 anni fa trovai detti germani e la loro genitrice a New Aiorch...uno di loro faceva il lustrascarpe, Maria lavorava in una fabbrica e i due più piccoli frequentavano la scuola".
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa del luglio del 1889 sono registrati Ferretti Catterina fu Tomaso, Sbarbaro Simone suo figlio, Cella Maria moglie di Simone, e i figli di questi Sbarbaro Maria, Carlo, Paolo e Simone. Non sono più presenti in quello successivo del 1894.


Il fratello di Gio Batta detto "Borghese", ovvero Antonio detto "Tugnollu", contadino, nato a Sbarbari nel 1837 e morto a Sbarbari nel 1910, sposò Sbarbaro Rosa, fu Antonio e di fu Catterina Repetti, nata a Villa Sbarbari nel 1844, della famiglia degli "Stevan".
La madre di Rosa, ossia Catterina Repetti fu Gio Batta era nata alle Mandriole nel 1805.
Il fratello di Rosa, ossia Sbarbaro Stefano, detto "Stevan", aveva la residenza in America, ove nel 1880 era emigrato da 17 anni circa, indi dal 1863.
Probabilmente Stefano Sbarbaro chiamò in America la sorella Rosa e il cognato Antonio.
Un figlio d'Antonio e Rosa, infatti, era morto in America.
Era Sbarbaro Gio Maria, nato a Sbarbori il 20 gennaio 1866.
Il secondo figlio, ossia Giovanni Sbarbaro d'Antonio, era nato a Saint Louis nel Missouri nel maggio del 1873.
La terzogenita Catterina Emilia era nata a Rezzoaglio (ovvero in Comune di), il 29/2/1876, secondo un Certificato d'Identità emesso dal Comune di Rezzoaglio nell'ottobre del 1944.
Ricordiamo, per esser esatti, che nel 1876 Sbarbari era ancora in Comune di Santo Stefano d'Aveto.
Nel Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa, infatti, risulta una Sbarbaro Catterina Rosa d'Antonio nata a Villa Sbarbari il 1° Marzo 1876.
Si presume indi che intorno al 1876 la famiglia fosse tornata in Italia dall'America.
Consideriamo però che in alcuni casi le mogli venivano a sgravare in Italia, perchè più a loro agio nell'ambiente domestico del paese e per dare la Cittadinanza Italiana al figlio.
L'ultimo figlio, ossia Agostino Sbarbaro d'Antonio, nato a Villa Sbarbari il 20 Febbraio 1879, era morto in mare durante la traversata con la madre Rosa Sbarbaro che, contrariamente al marito, voleva riprendere l'avventura Americana. Un motivo dell'epoca citava:
"Quando furono in mezzo al mare
bastimento si sprofondò".
Antonio Sbarbaro, detto "Tugnollo", della famiglia dei "Caregà", si risposerà con Badaracco Maria Domenica, di Bartolomeo e Repetti Agostina, detta "Piccin-a", o meglio "u Vescu" ossia "il Vescovo" pare per il suo portamento, nata a Gropparolo nel 1845.
Si sposeranno il 27 Agosto 1880, data ante quem per stabilire all'incirca l'epoca del tentato viaggio in America di Rosa Sbarbaro, prima moglie d'Antonio, e del loro piccolo Agostino.
Viaggio che avvenne probabilmente verso il 1879, quando Agostino aveva poco più di 5 mesi.

Il padre di Badaracco Dominica, detta "u Vescu", era Badaracco Bartolomeo, fu Domenico e Lucrezia Badaracco, contadino, nato a Groparolo nel 1825, della famiglia dei "Zambaggia".
La madre era Repetti Agostina, fu Gio Batta e fu Maria Gazzolo, nata a Ghiriverto nel 1815, probabilmente della famiglia dei "Baccicia".
Sua sorella era Badaracco Filomena nata al Groparolo nel 1854.
Antonio Sbarbaro, detto "Tugnollu", e Badaracco Dominica sono registrati nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa del luglio del 1889, insieme ai figli della prima moglie di lui, ossia Sbarbaro Emilia e Sbarbaro Giovanni, detto "Giuanetta".
Nello Stato delle Anime del dicembre del 1894 sono registrati invece: Sbarbaro Antonio fu Gio Maria, detto "Tugnollu", la moglie Badaracco Domenica Maria, detta "Piccin-a" e i loro figli Giovanni detto "Giuanetta", e Maria.
Maria è l'unica figlia che Sbarbaro Antonio avrà da Badaracco Maria Domenica.
La figlia d'Antonio e Rosa, ossia Sbarbaro Emilia Catterina nello Stato della Anime del 1894 figura già inglobata nella famiglia dello sposo.
Nella famiglia "Carlottu", già detta dei "Bettenin", figurano:
Sbarbaro Gio Maria fu Carlotto, detto "Zan Maria", sua moglie Sbarbaro Emilia Catterina, inoltre le di lui sorelle: Maria Rosa detta "Gingina", che sposerà Andrea Cella di Parazzuolo detto "Dria di Meguggi", e Maria Virginia che sposerà certo Enrico detto "Richin" fratello del "Davidde" di Castagnelo marito d'Assunta Sbarbaro, di Gio Maria detto "Picciu".
L'attendibilità degli Stati delle Anime a volte è aleatoria.
In alcuni casi i dati vanno interpretati, in specie riguardo:
1) agli anni attribuiti al componente del nucleo familiare.
2) all'effettiva attribuzione di parentela.
3) al nome attribuito al componente del nucleo.
4) all'effettiva presenza, del soggetto, in loco.
Li citiamo perchè permettono, invero, di inquadrare meglio l'argomento trattato.
Sono una fotografia dell'esistente. Come in una foto antica i personaggi vanno riconosciuti ad uno ad uno non senza difficoltà.
Emilia Catterina Sbarbaro, figlia del "Tugnottu" o "Tugnollu", alla morte del marito Gio Maria Sbarbaro, nato a Villa Sbarbari nel 1865, si sposerà nel 1930 con Fasce Luigi di Santa Margherita Ligure.

La cognata d'Emilia Catterina Sbarbaro detta "scià Miglia", ossia Sbarbaro Maria Virginia, fu Carlo detto "Carlottu", nata a Sbarbari il 23 Maggio 1878, emigrò infine in America col marito e cedette i suoi diritti ereditari a Biggio Antonio detto "Trabucco", marito di sua zia Sbarbaro Rosa detta "Tanena".
La madre di Virginia, ossia Maria Sbarbaro di Carlo, era sorella di: Rosa detta Tanena, di Gio Batta detto Gobbetto marito d'Angela Boitano detta "Angeinin", e di Catterina moglie d'Antonio Sbarbaro detto "Lallin".
Rammentiamo che il figlio del "Lallin", ossia Giacomo Umberto Sbarbaro emigrerà in America.

Maria Sbarbaro, di Carlo e fu Maddalena Cavagnaro, nata a Villa Sbarbari nel 1840, della famiglia dei "Carlin" o "Cascinè", sposò Carlo Sbarbaro, fu Gio Maria e Maria Repetti, detto "Carlottu", nato a Villa Sbarbari nel 1836, della famiglia dei "Bettenin".
Carlo Sbarbaro detto "Carlottu" nel 1880 circa aveva la residenza a Roma dove probabilmente esercitava l'arte del "Carbonaro" come già uno zio della moglie, tal Sbarbaro Agostino fu Carlo e fu Maria Repetti, della famiglia dei "Carlin" o "Cascinè".
Occorre ricordare che lo zio di Maria Virginia Sbarbaro, cognata dell'Emilia Catterina Sbarbaro, era Sbarboro Agostino.
Costui era fratello di suo padre, ossia di Carlo fu Gio Maria detto "Carlottu".
Sbarboro Agostino fu Gio Maria, nato a Villa Sbarbari nel 1842 e morto in Roma il 17 Agosto 1880, forse anche lui "Carbonaro", era lo sposo di Biggio Maria Rosa, fu Domenico e fu Biggio Maria, detta "Rosa", nata a Priosa il 25 Febbraio 1851, della famiglia dei "Castagnin".
Il fratello di Maria Rosa Biggo, ossia Biggio Gio Batta fu Domenico, era emigrato in America da 11 anni nel 1880, indi dal 1869.
I figli di Sbarboro Agostino e Maria Rosa Biggio furono: Sbarbaro Agostino nato il 12 Luglio 1870 e morto il 12 Ottobre 1874, Sbarbaro Maria nata il 14 Marzo 1872, Sbarbaro Rosa nata il 19 Febbario 1874 e morta il 13 Ottobre 1875, Sbarbaro Agostino detto "Baccin", nato a Villa Sbarbari il 2 Gennaio 1876.
Ebbero, infine, Giovanni Maria Sbarbaro, detto "u Giuanin da Rosa", sposo di Paola Biggio fu Paolo, detta "Paulin-a", sorella di Biggio Luigi fu Paolo, detto "Gragnèra", di Priosa.
Nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa d'Aveto del 10 Dicembre 1894 troviamo:
Biggi Paolo fu Domenico "Negro", sua moglie Sbarbaro Rosa di Simone, della famiglia dei "Cascinè" di Sbarbari, e i loro figli: Raffaele, Paolo, Luigi detto "Gragnèra", Paolina e Luigia.

L'altro zio di Maria Virginia era Sbarbaro Gio Maria, fu Gio Maria e fu Maria Repetti, detto "u Pìcciu", contadino, nato a Villa Sbarbari nel 1839, sposo di Garbarini Serafina fu Giovanni nata nel 1847 e morta il 28 Gennaio 1869.
Ebbero Maria, nata il 23 Marzo 1866 e morta il 29 Marzo 1866, e Rosa nata l'11 Gennaio 1869 probabilmente già morta.
La madre morirà qualche giorno dopo, forse per complicanze post parto.
Gio Maria, detto "u Picciu", si risposò con Perazzo Maria, di Gio Maria ed Elisabetta Badaracco, detta "Minetta", nata nel 1854 circa, della famiglia "Santo" di Pianazze.
Il padre di Maria era Perazzo Gio Maria, fu Agostino e fu Maddalena Perazzo, contadino, nato a Pianazze nel 1822.
Sua madre fu Badaracco Elisabetta, di Gio Maria e fu Angela Badaracco, nata a Groparolo nel 1827.
I fratelli furono Maddalena, nata a Pianazze nel 1856 e Agostino, detto "Nuellu", nato nel 1861.
Sua zia era Perazzo Maria fu Agostino, nata a Pianazze nel 1827.
Nello Stato delle Anime del luglio 1889 e troviamo a Sbarbari: Sbarboro Gio Maria fu altro Gio Maria, sua moglie Perazzo Maria, detta "Minetta" ed i figli Sbarboro Rosa, Maria, e Catterina. Nello Stato delle Anime del dicembre 1894 troviamo: Sbarbaro Gio Maria, la moglie Perazzo Maria, ed i figli Maria Giulia, Assunta Catterina e Giovanni.
Maria Giulia detta "u Dunnin" si sposerà a Genova. Abiterà in Salita degli Angeli.
Assunta Catterina, detta "Sunta", sposerà certo Davide, detto "u Davidde", di Castagnelo in Val Fontanabuona. A Primavera tornava al paese natio col marito e una gabbia di galline.
Giovanni Carlo, detto "Carlin", nato nel 1890 circa morrà ancor giovane di broncopolmonite.

Giovanni Sbarbaro, detto "Giuanetta" nato a San Luigi del Missouri, figlio d'Antonio di Gio Maria, detto "Tugnottu" e di Rosa Sbarbaro, nel 1901 si sposa in Comune a Santo Stefano d'Aveto.
Sposa Sbarbaro Maria Catterina, di Gio Batta detto "Baciollu" e Repetti Maria, nata il 18 Aprile 1880, della famiglia dei "Munin".
Maria Sbarbaro, d'Antonio detto "Tugnotto" e Badaracco Dominica detta "Piccin-a", sorella germana di Giovanni detto "Giuanetta" sposerà Biggio Davide, d'Antonio detto "Trabucco" e Sbarbaro Rosa detta "Tanena", conosciuto come "u Davidde da Priùsa".


Pure, Cecilia Sbarbaro, di Gio Maria detto Trexin, fu Gio Maria detto "Caregà", emigrò in America.
Era la nipote d'Antonio, detto "Tugnollu" e Gio Batta Sbarbaro, detto "Burghèise", fratelli del "Trexin".
Cecilia Sbarbaro, nata nel 1853 circa a Sbarbari, sposò Giovanni Sbarbaro.
Costui, figlio di Gio Maria Sbarbaro fu Giovanni, detto Sciarbellino, era nato nel 1843.
Ebbero diversi figli: Gio Batta nato nel 1871, Maria Catterina nata nel 1873, Amedeo nato nel 1875. Morirono tutti in tenera età.
Ebbero infine Clotilde, nata il 22 febbraio 1877, e Colomba.
Clotilde Sbarbaro emigrerà poi in America con i genitori, dove si stabiliranno.
Probabilmente l'altra sorella Columbia, o Colomba, nascerà in America.
Clotilde si maritò in Grande.
Si rileva da una lettera del 25 ottobre del 1949. La missiva fu inviata da Newark N. J.
al cugino Andrea Sbarbaro fu Antonio, detto Dria.
Clotilde si scrive "Clotilda" e sua sorella la chiama "Columbia".
Clotilde fu l'unica a tornare in Italia a Sbarbari dai parenti.
La sorella aveva troppo paura della traversata Atlantica.
Si raccontava di viaggi avventurosi con muraglie d'acqua che si levavano intorno alla nave.
Nel 1895 sbarca a New York, all'età di 41 anni, una certa Cecilia Sbarbaro.
Potrebbe essere la figlia del Trexin, già emigrata in America col marito Giovanni Sbarbaro di Gio Maria detto Sciarbellino e ritornata momentaneamente al paese.
Supponiamo ciò per il fatto che, sia nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa del 1889 che in quello del 1894, sia lei che il marito e le figlie non risultano presenti a Sbarbari all'epoca.

 

Continua...
Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto - Capitolo 4 Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (parte III)

 



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Pagina pubblicata il 15 aprile 2005 (ultima modifica: 13.03.2008), letta 7160 volte dal 23 gennaio 2006
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