Valdaveto.net > Profilo personale di Sandro Sbarbaro > Racconti e testi teatrali > L'incubo notturno
Eccolo!
Malvagiamente respira...
Tic, tic, tac.
Maledetto!
Ti giri smaniando nel letto cercando di far finta di nulla.
Il suo respiro, ora, ti entra dentro.
Tic, tic, tac.
Cerchi di convincerti che non è nulla. Solo un tarlo della mente...
Infine, non puoi fare a meno di uniformare il tuo respiro al suo.
Aspiri: tic, tic... Espiri:tac.
È già dentro la tua mente. Corrode i tuoi pensieri.
Sei inerme e spaventato perché il buio amplifica il suo respiro.
Tic, tic, tac.
Ciò che prima era un rumore in sordina, fastidioso sì, ma sopportabile...
Improvvisamente ti s'installa dentro sconvolgendo le tue difese.
Ora il respiro è davvero insopportabile.
Tic, tic,tac. Tic, tic, tac.
La testa pare scoppiare sotto il pulsare frenetico... Tic, tic, tac.
Questo fastidioso respiro, che vorresti lontano da te mille miglia,purtroppo è maledettamente presente.
È presente in ogni fibra del tuo essere, così t'invade una sensazione di disgusto.
Stai rasentando la follia.
Raccogli con sforzo tremendo le ultime energie...
Ti alzi.
Guardingo, al buio, cerchi quel respiro maledetto.
Più ti avvicini, lui si avvicina.
Tic, tic, tac. Tic, tic, tac.
Per un attimo ti sfiora il dubbio che la tua non sia una mossa vincente.
E se non riuscissi a soffocare quel temendo respiro?
Poi è questione di sopravvivenza. O te, o lui.
Nel buio, con la mano stretta a morsa, balzi sul malcapitato.
Stringi con tutta la forza rimasta, dopo l'altalenante saliscendi emotivo, riducendolo al silenzio per sempre.
Ti ricomponi, come se nulla fosse accaduto.
La mano sudata passa con un gesto stanco a tergere il sudore che imperla la fronte.
Accendi la luce.
Lo specchio rimanda la tua immagine disfatta.
Gli occhi ancora iniettati di sangue per la tensione.
I lineamenti tesi come mai.
Furtivamente abbassi lo sguardo sul malcapitato.
La causa della tua angoscia. La fonte del maledetto respiro giace là.
Riverso con la 'bocca' ancora semiaperta.
In mezzo alla porcellana bianca, ora, appare indifeso. Una piccola cosa.
Non ti capaciti che una cosa così piccola possa respirare così atrocemente.
Ormai è fatta.
La tua stretta finale gli ha ricacciato in gola l'ultimo respiro.
Il rubinetto pare davvero morto...
(1989)
Pagina pubblicata il 18 settembre 2004, letta 6981 volte dal 23 gennaio 2006