Robe vecchie

di Sandro Sbarbaro

DOLORE E MORTE

Distaccati... osservare la soglia dolore di un giglio reciso
Soffrire soltanto alla vista di un lume acceso
Che lentamente muore così com'altra vita.

(1975)



CARCASSE

Nitriti toccanti manifestan dolore ghermente le carcasse ferite
Altre bestie dividon la sorte e le urla e i nitriti sono il tutto.

(1975)



HO VISTO

Ho visto troppe cose al mondo
e le pupille sono rosse e stanche
Un giorno consumato
Un giovane drogato
Un salto nel passato
Il nulla che avvolge il tutto
Ho visto troppe cose al mondo
e le pupille non sanno più di sale
Disordine e miseria
Una vita poco seria
Un cane senza un nome
E un arcobaleno che pescava nel torbido
Ho visto troppe cose al mondo
e le pupille racchiudono essenze di sogni
Offesi ed ignoranti
Signori un po'scostanti
Cacciatori di sospiri
E orologi in cerca di quiete
Ho visto troppe cose al mondo
e le pupille non chiedono che l'ultimo sonno.

(1976)



NON VEDO

Non vedo che poesia in quattro versi scarni
Ermetici sofferti
Espressione dell'espressione
Spiritual di un vinto
E mi avvicino timoroso come di fronte al sacro.

(1976)



PIOGGIA E ...ANCORA

Pioggia!!!
Pioggia che batti
Che scavi l'asfalto, le pietre e tutto trascini
Che sradichi melma da misteriosi anfratti
Pioggia che invadi le strade con torrenti sul filo della morte
Che estendi putridume ovunque dovunque per metri
Che t'accanisci picchiando quasi a corrodere i vetri
Io non ti ho mai odiato tanto.

(1977)



LA VIE ET LA MORT

Oh! Morte
Che batti alle porte
Ed in risposta ne hai lamenti
scongiuri e batter di denti
Ed avvilita ti allontani
per ritornar domani
Ed ancor di giorno in giorno
Finché compiuta l'opra
non farai ritorno
Se non ci fossi tu...
avrebbe un senso sorella tua la vita?

(1978)



UN UOMO

Zitto! Ascolta!...
L'alba che accende
di luce soffusa
il limite del mondo
Il mare che abbandona
il vestito azzurro cupo
I fiori stiracchiarsi
alla luce del giorno
La terra palpitare
alla vista del sole
Ed un uomo stupito
ogni giorno
Un uomo taciturno
di poche parole.

(1978)



PETALI DI VITA

Frasi contorte aprono le porte a paesaggi surreali
Limitati dal respiro di fantasmi impersonali
Che aleggiano leggeri su fondali rosso cupo
Il tuo cane è un lupo il mio un po' meno
Su questo terreno di certo non ti affronto
So far di conto per scoprire che bari
Un viaggio per i mari si belli e celesti
Cambiarmi le vesti e respirare forte
L'olezzo della morte mi ritorna in mente
Forse non valgo niente non ho paura di morire
Saper scegliere uscire da questi schemi astratti
I tuoi occhi come dei gatti mandan lampi di libertà
Cedimi l'altra metà della tua anima di bambina
Non vedi... l'ora si avvicina e tutto sembra spento
Non auscultare il lamento che si leva oltre il dolore
Era uno stanco signore che è passato nel temporale
Di quest'alba surreale alle soglie della vita
Una manciata di fiori uscita da una mano pietosa
Sparsi qua e là petali di rosa e petali di vita.

(1979)



MALE

Tutto compreso nel mio stato d'ammalato
Me li son visti intorno i parenti e gli amici
Ma li sentivo distanti, loro stavano bene
E gli occhi mi si son appannati una sera
nella convinzione di essere spacciato
Riandando con la mente a caccia di ricordi
Mi dicevo che non dovevo morire proprio adesso
Adesso che sapevo di non essere inutile.

(1980)



OSPEDALE

La mia povera carne sbattuta in mezzo ad altra umana sofferenza
E sentirsi urlare ordini da nevropatici in camice bianco
E portare analisi prelievi ed altro
attraverso i gironi di questo inferno ribollente di mali.

(1980)



OH!!! WELL.

A te piace sublimare il tutto in un incontro
E viverlo con disperazione
Quasi fosse l'ultimo
Mentre sai già che forse ve ne saranno altri
Ma non saranno mai come l'ultimo.

(1981)



DOVE

Dov'è finita la nostra isola deserta
quale strana magia l'ha risucchiata via
Non voglio poi credere sia la fine
anche se le tue parole via cavo
non fanno niente per tranquillarmi.
Vogliono dire tutto e niente
Ecco... stasera è il niente che predomina
e mi fa maledettamente paura.

(1981)



TRAMONTO

Insieme abbiamo considerato un tramonto
Il cielo era tinteggiato da cupi bagliori
elevatisi sin sul limitare della cupola acquea
E le ombre e le luci ripercuotendosi sull'azzurrità riflettente,
sino al semicerchio rosato della costa suggente
Davano un sapore unico ad un altro tramonto.

(1981)



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Pagina pubblicata il 18 settembre 2004, letta 6429 volte dal 23 gennaio 2006