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Ricordo di Ungaretti

di Enrico Pietrangeli

 

A Trieste      [1]

A Trieste, dannata frontiera,
galleggiano fluttuanti nel porto
profilattici con sembianze di meduse:
decadente magia colora la sera
e il mio cuore prende forma
di valigia in vinilpelle
(modello anni cinquanta)
occasionale avventore slavo
me ne porge il manico scucito.

 

 

Il tempo      [2]

Il tempo, che nel tempo,
sempre più frenetico scorre
sbattendoci in faccia la storia,
lubrifica obsolete porte,
lo stridere degli eventi
frantuma, ciclico ritorna
sedimentando memoria.
Il tempo, così come mi appare,
in brevi pause, dagli interni
della mia sudicia autovettura:
polvere, prima incrostazione
che del tempo preserva aroma.

 

 

Ricordo di Ungaretti      [3]

Tra lontane memorie
annaspo in una notte
...insonne
ritorno bambino
teso ed impaurito.
Finito il carosello
mamma rintronava:
subito a letto!
Era di lunedì sera,
anni Sessanta,
Ungaretti appariva
dentro uno schermo:
burbero orco
in bianco e nero,
rauco e stentato
vociferare...
e poi lo sceneggiato
...un'Odissea...
Puntuale incubo
dentro lo specchio,
oltre il mio letto.

 

 

A M.C. II° Parte      [4]

Ora che la pelle è pregna dei tuoi odori
e l'anima mia convive felice in simbiosi,
al mattino, con l'ausilio di basse pressioni,
giungo al lavoro con la testa tra le nuvole
e nel vuoto, tuttavia, sfioro la tua presenza:
il tuo virtuale esserci che mi accompagna.

 

 

Note

[1] "A Trieste" di Enrico Pietrangeli - proprietà dell'autore - diritti riservati
[2] "Il tempo" di Enrico Pietrangeli - diritti riservati - 2006
[3] "Ricordo di Ungaretti" di Enrico Pietrangeli - diritti riservati - 2003
[4] "A M.C. II° Parte" di Enrico Pietrangeli - diritti riservati - 2003

 


 

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Pagina pubblicata il 6 dicembre 2006, letta 5913 volte