Valdaveto.net > Articoli e ricerche di carattere storico > La chiesa parrocchiale di Santa Maria in Nascio
di Mario Chiappe
planimetria elaborata nell'anno 2005 dall'arch. Roberto Spinetto su indicazioni di Mario Chiappe
scheda a corredo di Parrocchie e chiese di Val Graveglia tra Cinquecento e Settecento, articolo in corso di pubblicazione sul n° 5 della rivista "I quaderni di Ivo" edita a cura del Gruppo Ricerche Civiltà Ligure Yvon Palazzolo – Chiavari
La chiesa è documentata a partire dal 1310 1. Della costruzione originaria è rimasta una descrizione risalente al 1579. Anche in questo caso si trattava di una piccola chiesa ad aula unica, terminante in un'abside a pianta semicircolare, decorata da affreschi, e coperta da un soffitto ligneo. A sinistra dell'ingresso si trovava l'accesso alla torre campanaria; lungo il fianco opposto un'entrata laterale 2. In base alla descrizione doveva trattarsi di una costruzione risalente quantomeno agli ultimi secoli del Medioevo.
Essa giunse pressoché indenne fino agli inizi del XVII secolo. Divenuta insufficiente per i bisogni della parrocchia, nel corso della visita pastorale del 1611 il vescovo di Brugnato Francesco Mottini ordinò che fosse al più presto ampliata. Dal momento che il decreto rimase lettera morta, tre anni più tardi, lo stesso prelato ordinò di procedere, entro sei mesi, alla demolizione della chiesa, definita angusta et deformis,e alla sua completa ricostruzione, sotto pena d'interdetto. Questa volta l'ordine fu eseguito 3. Nel 1739 il Parroco di Nascio scriveva di aver trovato nel registro di cassa della masseria, sotto l'anno 1616, la nota delle spese per la "costruzione" della chiesa 4. Non è impossibile che, come vuole la tradizione locale, per la ricostruzione siano state utilizzate le pietre del castello medievale, del quale, a quell'epoca, forse, dovevano rimanere alcuni ruderi. In un inventario di terre della chiesa di Nascio risalente al XVII secolo è segnato un appezzamento di terreno improduttivo, situato non molto lontano dalla chiesa, chiamato "la Rovinata", probabile indizio della presenza di rovine, forse appartenenti al castello stesso 5.
La nuova chiesa, probabilmente a pianta rettangolare, doveva comprendere la navata e parte il presbiterio odierni. Il coro, probabilmente a pianta quadrangolare, doveva terminare non molto oltre l'odierno altare maggiore 6. Nel 1797 il coro venne prolungato di qualche metro, ricostruito a pianta semicircolare e decorato di stucchi. Le due cappelle laterali, dedicate originariamente al Crocifisso e all'Assunta, furono aggiunte nel 1682 e nel 1685 7 e vennero decorate con stucchi nel 1725.
Nel 1740 lo stuccatore Francesco Maria Castelli, che lavorò pure nelle vicine chiese di Reppia e di Statale, ornò di stucchi il presbiterio e la navata e costruì l'odierno altare maggiore 8. In seguito agli ampliamenti tardo-seicenteschi l'edificio acquisì la tipica planimetria a croce greca, che lo distingue fra le chiese della val Graveglia. In base ai documenti sembrerebbe che, almeno in occasione dell'ampliamento tardo-seicentesco non siano state utilizzate pietre provenienti dai ruderi del castello: nei registri è segnata infatti la spesa per l'estrazione e la lavorazione di materiale lapideo.
Nonostante il decreto vescovile prevedesse la completa demolizione dell'edificio, parte della muratura originaria, come spesso accadeva in casi del genere, dovette essere conservata ed inglobata nella nuova costruzione. Si tratta, probabilmente, dei muri perimetrali di gran parte dell'odierna navata, dalla facciata almeno fino alla porta laterale, nonchè del basamento della torre campanaria, fino ad un'altezza corrispondente, almeno, fino al livello del tetto della chiesa. La torre, nel corso dei secoli subì diverse trasformazioni. Probabilmente rimaneggiata già nel corso delle ristrutturazioni seicentesche, nel 1719 fu danneggiata da un fulmine 9 . Nel 1839 dovette essere in parte ricostruita perché minacciava rovina 10 . Sebbene nei documenti si accenni alla sua demolizione e ricostruzione, è probabile che, come spesso accadeva, il basamento della costruzione originaria sia stato conservato e ricoperto esternamente con stucchi e intonaci che ne hanno occultato fino ad oggi la muratura originaria. Il campanile assunse il suo aspetto attuale dopo ulteriori restauri, eseguiti nel 1910 11 . Fino a una quindicina d'anni or sono erano visibili sul lato nord, a una certa altezza, due lunghe e strette feritoie, delle quali è rimasta traccia all'interno, molto simili a quelle che si possono osservare in alcune torri campanarie tardo-medievali della Liguria di Levante, come, ad es., in quella del santuario di Soviore, presso Monterosso, datata dagli studiosi al XIV secolo 12.
La descrizione della chiesa risalente al 1579 fornisce un'ulteriore conferma del fatto che il basamento dell'originaria torre campanaria sia stato conservato nonostante i numerosi rifacimenti. Ancora oggi, infatti, l'unico accesso al campanile è situato nello stesso punto in cui è segnalato nella descrizione, cioè all'interno della chiesa, a sinistra dell'ingresso 13. Malgrado le numerose trasformazioni, la chiesa, infatti, non ha mai subìto alcuna modifica dell'orientamento originario.
Note
[1] A. FERRETTO, I Primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria in Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXXIX (1907), pag. 753.
[2] M. CHIAPPE, Chiese medievali della diocesi di Brugnato in una visita pastorale del tardo Cinquecento. Ipotesi ricostruttive di edifici medievali scomparsi, in L'abbazia di Borzone. Verso la rinascita. Atti del II Seminario di Studi, Abbazia di Borzone, 10 maggio 2003, a cura di B. BERNABO', Accademia dei Cultori di Storia Locale, Chiavari, 2005, pag. 93.
[3] Ai parrocchiani di Nascio fu concessa una proroga di qualche mese per iniziare i lavori. AVB, Visite Pastorali 1579-1686, Visite di mons. F. Mottini del 1611 e del 1614, Santa Maria di Nascio.
[4] AVB, Decreti Visite Pastorali, Risposte del Parroco di Nascio ai quesiti per la visita pastorale del 1739. Il registro nel quale si trovava l'annotazione citata dal parroco è conservato tuttora nell'archivio parrocchiale di Nascio. Si tratta di un lacerto di libro di cassa che comprende le annate dal 1617 al 1641, cucito assieme a un altro registro, dalle stesse dimensioni, che, sulla copertina, reca la dicitura: Liber Societatis Corporis Christi rectore D. Iacobo Gandolfo. Le pagine che contenevano i conti relativi alle annate anteriori al 1617 sono cadute. Sono invece rimaste quelle del 1617, contenenti, fra l'altro, l'elenco dei tassati a favore della chiesa, per ordine del Vescovo, e le pagine relative al 1618, in cui compare la spesa per la porta della chiesa. I lavori, quindi, dovettero terminare in quell'anno, o poco più tardi.
[5] Archivio Parrocchiale di Nascio (d'ora in poi APN), Libro delle terre della chiesa di Nascio al tempo del rettore Stefano Cardinale (1616-1634), s. p. La terra confina da un lato con un'altro appezzamento di terreno denominato la costa della chiesa [di] Santa Maria [di] Nassio, la quale, su tre lati, confinava con le roche, probabilmente con la sommità dello sperone roccioso su cui è adagiato il paese.
[6] In una descrizione della chiesa e delle sue adiacenze di metà Seicento si legge, infatti, che essa ha l'altare maggiore solo, con dietro il suo coro picholo, senza sacrestia. Il cimitero era disposto davanti e lungo il lato sinistro della chiesa, sul retro passava la strada per le processioni; sul lato destro e in parte su quello opposto erano situati alcuni beni della chiesa stessa. Il campanile era alto circa 100 piedi (m. 29 circa, misura probabilmente esagerata). La casa canonica si trovava invece a 100 passi (circa 150 m.) di distanza dalla chiesa, ragion per cui, già nel 1645 il vescovo G. B. Durazzo ordinava di costruire una nuova casa canonica presso il coro della chiesa. AVB, Decreti Visite Pastorali, Inventario dei beni mobili e immobili della chiesa di Santa Maria di Nascio compilato dal parroco Bartolomeo Molinari nel 1656.
[7] APN, Registro di cassa della masseria dal 1681 al 1699, sub annis.
[8] APN, Registro di cassa della Masseria e della Confraternita del SS. Sacramento dal 1720 al 1820, ad annos.
[9] L'anno seguente, in ringraziamento per lo scampato pericolo, fu istituita una festa in onore di alcune reliquie di Santi conservate nella chiesa parrocchiale fin dal 1669. APN. Libro delle terre, legati e canoni (1616-1634 e 1739), s. p.
[10] APN, Registro di cassa della masseria dal 1832 al 1866, ad annum.
[11] L. B. TISCORNIA, Nel bacino imbrifero dell’Entella - Val di Graveglia - Cenni storici - Notizie naturali e civili, 2 voll., Chiavari, 1935, pag. 402.
[12] Sulla chiesa di Soviore: A. FRONDONI, Monterosso al mare. Santuario di N. S. di Soviore, in Archeologia dei pellegrinaggi in Liguria,a cura di F. BULGARELLI - A. GARDINI - P. MELLI, Savona, 2001, pagg. 140-141.
[13] M. CHIAPPE, Chiese medievali della diocesi di Brugnato in una visita pastorale del tardo Cinquecento. Ipotesi ricostruttive di edifici medievali scomparsi, in L'abbazia di Borzone. Verso la rinascita. Atti del II Seminario di Studi, Abbazia di Borzone, 10 maggio 2003, a cura di B. BERNABO', Accademia dei Cultori di Storia Locale, Chiavari, 2005, pag. 93.
Links
Pagina pubblicata il giorno 11 febbraio 2008, letta 13856 volte
Per esprimere un commento su questo articolo si prega di contattare la redazione via e-mail