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Piccola storia dell'emigrazione da Priosa d'Aveto - Capitolo 2: Giovanni Sbarbaro (1841) e Cattarina Rosa Cereghino (1853)

di Sandro Sbarbaro
libera traduzione a cura di Ephemerella Ignita

Fine di una gionata vuota!
Arriva il momento dell'ultima "chance", dopo tanto tempo che fate la posta ad una bella trota, riparata sotto la la sponda davanti a voi.
La sera cade, attenta immobile, nulla si muove.
Passate in rivista i particolari, tutto appare in ordine, la cinghia del cestino ben collocata, incrocia, sul petto, quella del guadino.
Afferrate la mosca prescelta ben ingrassata e fissata all'occhiello del terminale.
Finalmente! Finalmente, si manifesta un piccolo cerchio: "La grassa" si è decisa a uscire dalla sua tana.
Senza fare alcun movimento - con circospezione - stringete l'impugnatura della canna tenuta verticale. La mosca, tolda dalla scatola scappa, aiutata da una leggera brezza, si è posata sulle vostre spalle.
Si manifesta una bollata decisa, la trota è affamata! Pero' la mosca è in riposo ancora tra la vostre scapole.
Il braccio contorto, la spalla semi disarticolata, il cestino all'aria, la vostra mano sinistra palpa sin dove può. Invano!
La destra, sbarazzatasi della canna, non riesce a fare di meglio, non riesce a raggiungere quei pochi centimetri quadrati "della terra di nessuno", la biricchina ha colpito nel posto giusto.
Grazie alle cinghie incrociate che vi impediscono qualsiasi movimento precauzionale, oltre che acrobatico, vi rendete conto, con chiarezza, che solo un supercampione di Yoga, con la testa e le spalle passate attraverso le gambe, potrebbe sloggiare quella mosca dal suo irraggiungibile rifugio.
In ogni modo risulta impossibile con tutto l'equipaggiamento che vi blocca.
Non vi resta che sbarazzarvi, cinghia dopo cinghia, pezzo dopo pezzo, del vostro bizzarro abbigliamento, diventato, per l'occasione, una costrizione grottesca, prima di riuscire a togliervi la veste.
Questa gesticolazione limitata, ma indispensabile, ha messo la trota in allarme!
Essa se l'è data a gambe! Per colpa di questa mosca tenace avete guadagnato una bella sconfitta.
Quanto al compagno sopravvenuto al momento dello spettacolo, potete stare certi che per Capodanno, vi regalerà, al posto della canna che vi aveva promesso.................. "un bel grattaschiena in avorio"!

 


 

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Pagina pubblicata il 6 aprile 2008, letta 4994 volte
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tre è presente nello Stato delle Anime del Dicembre del 1894.
Risultano, infatti, Sbarbaro Giovanni, la moglie Rosa ed i figli Antonio (Tonni), Virginia Elisabetta (Ida) e Natale Stefano.

 

Simone Sbarbaro

In America si recò anche il fratello di Giovanni Sbarbaro fu Antonio detto "Bùcciu", ossia Simone Sbarbaro, detto Scimunin, nato nel 1847 circa.
Nel 1904 sbarcò ad Ellis Island N.Y. all'età di 57 anni.
Del 21 gennaio del 1904 è un atto di vendita in cui Sbarbaro Simone fu Antonio, vende a Sbarbaro Antonio fu Gio Batta, suo nipote, una casa ed altri beni a villa Sbarbari.
Pare che Simone in America abbia fatto fortuna.
Là si stanziò.
Si sa che ebbe due figlie soprannominate le Simonine, citate da Giacomo Umberto Sbarbaro, detto Bertin, in una corrispondenza con la moglie Ida del settembre 1913.

 

I fratelli di Cattarina Rosa Cereghino

I fratelli di Rosa Cereghino, moglie di Giovanni Sbarbaro, ebbero come meta la California e là si stanziarono.
Lo deduciamo da una lettera del 12 Maggio 1915, inviata da San Francisco, ove Gio Batta Cereghino scrive alla sorella Rosa che, il loro fratello, Giuseppe Cereghino il giorno 5 Maggio è morto.
I loro nomi, risultanti da un Atto di Divisione dei beni dell'anno 1915, erano: Pietro, Gio Batta, Giuseppe e Angelo Cereghino.
I fratelli Bindolini, così erano chiamati dal soprannome di famiglia, possedevano anche delle proprietà in Arena presso Favale di Malvaro.

Nel febbraio del 1892 sbarcano a New York, provenienti dal porto di Le Havre in Francia, Cereghino Giuseppe, farmer, ossia agricoltore, di anni 23, altro Cereghino Giuseppe di anni 18, e Cereghino Angelo di anni 21.
Con loro sbarcano: Domenico Repetti d'anni 24, agricoltore, Luigi Benazzi d'anni 24, agricoltore, Antonio Ferrero d'anni 37, agricoltore, Boitano Stefano d'anni 23, Zerega Mario d'anni 23, Arata Martino d'anni 20, agricoltore, Sanguinetti Giovanni Battista d'anni 23, agricoltore.
Una bella rappresentanza dell'Appennino di Liguria.
Cereghino Giuseppe è nato nel 1869 e Cereghino Angelo nel 1871: potrebbero essere solo omonimi dei fratelli di Rosa, della famiglia dei "Bindolini", data la forte differenza d'età con la sorella, ma non è da escludersi la parentela visto che la loro destinazione è San Francisco.
Inoltre i nostri avi avevano anche due o tre mogli a causa dell'alta premorienza post parto.

 

Continua...
Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto - Capitolo 1 Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto - Capitolo 3



Pagina pubblicata il 15 aprile 2005 (ultima modifica: 13.03.2008), letta 7204 volte dal 23 gennaio 2006
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