Valdaveto.net > Usi, costumi, tradizioni, racconti e leggende > Raccolta di articoli relativi a località della Val d'Aveto > Notizie e leggende su Cerisola
Cerisola è un paesino, nel territorio del comune di Rezzoaglio (GE), caratterizzato da case con piccole finestrelle poste nel sottotetto (sul tipo dei palazzi di Strada Nuova a Genova) che servivano per far aerare le castagne
poste ad asciugare sulle tavole del solaio.
Un tempo le famiglie si univano per darsi una mano, in specie quando occorreva cogliere le castagne e tagliare il fieno.
In altre case si notano dei "becchi" di ferro battuto che rappresentano cicogne. Servivano per stendere i panni.
Il procedimento adottato era il seguente: si metteva fra i "becchi" un filo di ferro su cui correvano degli anelli legati ad uno spago, questo veniva legato alle "cocche" delle lenzuola, gli anelli permettevano così alla biancheria di scorrere lungo il filo di ferro.
La biancheria, una volta asciugata, veniva recuperata con una canna.
Questo metodo si diffuse nel corso del XX secolo. Nel XIX secolo i panni venivano stesi uno sopra l'altro a cascata.
Alcune case di Cerisola furono ricoperte da "ciappe"
sulla facciata a sud per evitare che il vento di mare corrodesse la calcina che intonacava l'abitazione.
Su una di queste ciappe è riprodotta una meridiana. Una delle poche rimaste nelle frazioni del comune di Rezzoaglio.
Gli anziani se la ricordano da sempre e non si sa da chi fu costruita.
Un tempo alla scuola di Cerisola accedevano anche dal paese di Villa Rocca. Sul muro esterno della scuola si trova ancora la vecchia campanella che annunciava l'inizio delle lezioni.
Ad inizio XX secolo la scuola era in una casa che si trova all'interno del paese. Poi si spostò in un'altra casa.
Attualmente sono tutte e due abitate.
Come quasi tutti i paesi anche Cerisola
è suddivisa in quartieri il cui nome è stato dato dai vecchi. Si rammentano:
- In mezzu da villa: "In mezzo al paese", dove si riuniva la gioventù;
- In cimma da villa: "In cima al paese", dove si riunivano gli uomini adulti;
- Pescària: "Pescheria", perché, essendo in una specie di conca, l'acqua vi si raccoglieva;
- Aia de Mascin: prendeva il nome della famiglia di Tommasino che vi abitava;
- Pusèu: "Poggio", perché situato su una collinetta;
- Piann-a: "Piana", posta in una piana come dice il toponimo;
- Carruggio: un luogo ove un dì passavano i carri;
- Sbarràe: "Sbarrate", un incrocio del paese.
La località "Furnascia", o Fornace, si trova sotto il paese: ora vi sono gli orti. Si chiama così perché durante la costruzione della chiesa di Magnasco nella fornace furono cotte le pietre per fare la calcina.
Tra due case di Cerisola vi è uno stretto passaggio chiamato "lo stretto dei Dardanelli". È possibile che qualche abitante abbia conosciuto il vero stretto avendo fatto la guerra di Crimea.
Su una delle case che lo formano c'è una piastra di ferro, testimonianza della polizza di assicurazione antincendio che copriva la casa.
Intorno al 1500 sopra Cerisola, in località Serreie, c'era la Serra delle Lame o segheria. Il luogo ancor oggi si dice Serra;
nei pressi si trova una casa in pietra semidiroccata. La legna utilizzata nella serra veniva presa dalle foreste del Monte Penna e delle Lame e trasportata attraverso la mulattiera con i muli, mezzo di trasporto molto comune per quei tempi.
Nei pressi era la Ferriera ove veniva lavorato il ferro.
A testimonianza delle fabbriche d'allora v'è una pietra su cui alcuni dicono si trovasse il maglio per lavorare il ferro, altri un bassorilievo della Madonna a protezione dei "camalli": questa opera marmorea oggi è posta sopra la fontana del paese di Cerisola.
Si suppone che le pietre colorate ricche di minerale ferroso, con cui sono costruiti alcuni edifici a Cerisola e dintorni, venissero prese nei dintorni della ferriera.
Vicino la ferriera v'era pure la "polveriera".
Una leggenda dice che la polveriera fu fatta esplodere durante la rivolta contro G. B. Doria intorno al 1591-1592 da una donna. Costei, secondo i vecchi valligiani, occultò la polvere da sparo nelle "trippe", o viscere , di una gallina.
Altra leggenda narra che un fulmine colpì la polveriera verso la fine del XVII secolo e il Principe Doria da Genova sentì lo scoppio.
Sotto il Monte Cirighetto, o Cereghetto, si estraevano pietre per la produzione del borotalco.
Un oste di Ruffinati (PC), tal Riccardo Ruffino, ai primi del XX secolo aveva asportato alcune di queste pietre per analizzarle.
A Cerisola si trovano tre cappellette.
Una posta in paese, dedicata al Bambin di Praga, fu eretta per la guarigione di un valligiano.
L'altra si trova fuori dal paese e viene detta la Madonna del Castelletto. Costruita da Luigi Fontana di Villa Rocca, fu benedetta dal vecchio parroco di Villanoce don Angelo Mariani.
Fuori dal paese si trova una terza cappelletta costruita da un valligiano scampato alla seconda guerra mondiale.
Su un portale di una casa semi diroccata
sono incise due croci. La leggenda vuole che i signori del tempo, soprannominati "i Galli", in quel luogo uccisero due persone.
Cerisola è uno dei pochi paesi della Val d'Aveto ove si trovano molte pietre colorate. Si suppone siano state portate dal fiume Rezzoaglio durante l'alluvione del 1872.
Una seconda alluvione fu 100 anni dopo, nel 1972.
Durante il XIX secolo ci fu la carestia. L'evento veniva ricordato spesso dai "vecchi": si raccontava che il grano nelle piane era lungo quattro dita e lo estirpavano per la disperazione.
In pieno luglio si accendevano falò nelle piane per bruciare le sterpaglie di grano.
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Pagina pubblicata il 24 agosto 2008
(ultima modifica: 27.10.2010), letta 9270 volte
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