I 'ponti romani' della Val d'Aveto

di Sandro Sbarbaro
fotografia di Giacomo Aldo Turco



Il cosiddetto 'Ponte medioevale' a Rezzoaglio (fotografia di Giacomo Turco)


Secondo alcuni studiosi e storici del primo Novecento la Val d'Aveto, così come la Val Trebbia, era punteggiata di "ponti romani".
Ora, benché la tradizione orale andasse spacciando per "romani" ponti che, date le caratteristiche costruttive, potevano considerarsi forse "romanici", ovvero d'impianto medievale, ancor oggi si trovano segnalazioni assurde che vagheggiano di ponti romani, o romanici.
Riteniamo che al massimo ci si trova di fronte a ponti, che pur riecheggiando caratteristiche medievali, risalgono alla prima metà dell'Ottocento, stando a quanto asserisce Giuseppe Fontana nel suo "Rezzoaglio e Val d'Aveto: cenni storici ed episodi" - Rapallo 1940 - Scuola Tipografica Emiliani.

Grazie al libro del Fontana che - edito nel 1940 - è fonte inesauribile di informazioni (...benché stese in modo disorganico) sulla Val d'Aveto, apprendiamo che il ponte romanico di Cornaleto fu costruito nel 1825, quello di Ertola nel 1827 e il ponte romano di Rezzoaglio è frutto di valenti maestri che hanno operato nel 1825.



Rezzoaglio e Val d'Aveto - Cenni storici ed episodi

Il più vecchio dei ponti della Val d'Aveto è il ponte di Alpepiana che risale al 1789.
Ricostruito ad una sola campata dopo il crollo delle due arcate centrali in Aveto nel corso della piena del 1795, fu inaugurato nel 1832.
Si potrebbe ipotizzare risalente alla fine del Settecento il ponte sul rio Stampa, nel comprensorio di Rezzoaglio, anche se somiglia vagamente ai ponti romani della Val Ponci.

Quindi non è corretto parlare di ponti romani o romanici in Val d'Aveto. Occorre fare un giretto a visitarli e quindi fare le opportune valutazioni.
Anche se si rimane allibiti dalla maestria di coloro che li hanno innalzati riecheggiando modi e stili antichi, è bene stare con i piedi a terra e valutarli per quel che sono: opere ottocentesche degne di nota.
Per maggior comprensione rammentiamo che nel nostro entroterra è invalso l'uso di definire "strada romana" una cosiddetta "strada romea", ovvero una strada frequentata dai pellegrini per dirigersi verso Roma. Da qui forse il sorgere della nomea di ponti cosiddetti "romani".

 


 

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Pagina pubblicata il 6 giugno 2009, letta 8066 volte
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