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Le pietre ritrovate: importante reperto storico nella chiesa di San Giobatta di Priosa

di Sandro Sbarbaro

La Chiesa di S. Giobatta di Priosa, già oratorio ai primi del '600, divenne parrocchia nel 1659 staccandosi dalla matrice di Cabanne. Il Rev.mo prete Stefano Barbieri ne fu il primo rettore, insediatovi dalla patrona Violante Lomellini Doria, moglie del defunto feudatario Andrea III Doria e reggente le sorti del Marchesato di Santo Stefano d'Aveto per conto del figlio Gian Andrea III, allora in minore età.
Al Barbieri subentrò il reverendo Gio Maria Guano di Torriglia che resse la parrocchia dal 1695 al 1725. Sotto detto rettore la chiesa subì opere di restauro e venne eretto il campanile, come si evince dal libro "Entrate ed uscite Massarie di S. Giovanni Battista". In specie fu ingrandita la canonica e fu eseguito il consolidamento di alcune strutture.

Pietra posta nel muro del piazzale della Chiesa di San Giobatta di Priosa

Recentemente individuai alcune pietre con millesimo poste nel muro del piazzale antistante la chiesa.
Il muro fu fatto costruire, secondo la tradizione orale tramandataci dai vecchi valligiani, dal prete Pellotto, forse tal Rev.do De Paoli.
Le pietre, provenienti da vecchie strutture della chiesa, permettono di fare alcune congetture.

Una pietra reca il monogramma bernardiano IHS sormontato dalla croce e la data 1708 MAY. Potrebbe riferirsi all'anno in cui venne costruito il campanile grazie al reverendo Gio Maria Guano. Le campane erano già state acquistate nel 1706, ma furono forse sistemate provvisoriamente su dei tralicci in legno.
Una seconda pietra reca la data 24-01-1888 in bell'evidenza, più sotto vi sono altre date incise in modo tenue, si intravedono forse altri 1888 ormai consunti.
Una terza pietra reca il millesimo 1898. Questa data potrebbe riferirsi alla erezione della canonica della Confraternita del S. Sepolcro presso la chiesa di S. Gio Batta di Priosa, come si evince dal libro delle Uscite 1898-99 della Confraternita.

Il prete 'Pellotto', originario della Val Trebbia, era un tipo curioso e dalla battuta pronta. "Bene! Ecco un altro. Ci toccherà aspettare ancora prima di dir messa".
Era una domenica mattina, ai primi del Novecento, ed i parrocchiani sfilavano in località Fericciosa (luogo delle felci) ciascuno con una pietra in spalla. Nella predica, la domenica antecedente, prete 'Pellotto' aveva raccomandato ai parrocchiani di fare il proprio dovere portando ciascuno una pietra sul sagrato della chiesa. Si stava provvedendo al ripristino del piazzale della chiesa di San Giovanni Battista di Priosa d'Aveto ed i valligiani ci tenevano a far bella figura.
San Gio Batta, il patrono, si festeggia il 24 giugno ed i falò che rischiarano la notte lasciano sul terreno umori e ceneri.

 


 

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Pagina pubblicata il 16 agosto 2009, letta 5554 volte
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