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I funghi sono una passione infinita, ma occorre rispettare il bosco

di Sandro Sbarbaro
fotografia di Paolo Turina e Stefano Franzoso

Questo settembre 2009 è transitato con le sue nebbie alternate a giornate quasi primaverili, ma la pioggia tanto attesa dai fungaioli e dal comprensorio della Val d'Aveto ha tardato a lungo a giungere copiosa. Si scrutava il cielo ansiosi, in attesa delle gocce che avrebbero salvato la stagione dei funghi e con essa creato benessere all'indotto che ruota attorno alla presenza dei fungaioli sul territorio, ma le nubi che facevano capolino sembravano giocare un seducente gioco fatto di "ti vedo - non ti vedo", o meglio "appaio e scompaio".
Settembre un tempo era il mese delle burrasche che ti inzuppavano fino al midollo, delle ore passate a bighellonare sotto un portichetto, o una volta, nell'attesa della sfuriata di Eolo re dei venti che trascinava lame di pioggia a traverso per la campagna, il tutto accompagnato da lampi e tuoni che Vulcano scagliava così... tanto per far sobbalzare all'improvviso.
Ed invece... niente!
Ma verrà la pioggia marcondino-diron-dero, ma verrà la pioggia e la pioggia ci salverà. Quasi un gioco da bimbi, ma a lungo andare il gioco diventava sempre più serio.

Porcini (foto di Paolo Turina e Stefano Franzoso)

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I fungaioli delle province della Val Padana, disperati, telefonavano in Val d'Aveto in cerca di conferme.
Ma come! Non sono ancora nati?
Quasi padri in attesa del primogenito che tardava a rompere le acque...
Amati come figli, i funghi sono ormai al centro di un fenomeno di idolatria di massa.
Non c'è famiglia che giunta in Val d'Aveto non si sia innamorata di questi prodotti del sottobosco così belli a vedersi da rimanerne affascinati.
E l'esperienza della ricerca dei funghi diventa un bel gioco, una caccia al tesoro fra le brughiere, le felci e gli alberi del bosco. La ricompensa è un'escrescenza tondeggiante striata sulla testa con le gradazioni del marrone, che fa sobbalzare di gioia il cercatore che per perizia o per fortuna riesce a scovarla.


Sovente però la ricerca diventa una moda. Si aggirano - ahimè - nel bosco e per ogni dove personaggi fantozziani alla loro prima esperienza.
Equipaggiati con abiti e calzature di fogge poco consone, si inventano fungaioli per un giorno rischiando di rompersi l'osso del collo. Nel bosco occorre recarsi con abiti adatti all'ambiente in modo da muoversi con agilità e sicurezza. Soprattutto sono importanti gli scarponi, che devono avere una suola preferibilmente di vibram o similare in modo che l'aderenza al terreno sia ottimale. In caso di pioggia vanno bene anche gli stivali, ma occorre ricordarsi che in genere quelli da mercatino hanno suole di materiale poco adatto e, se non si è abituati ad indossarli, piagano i piedi e la ricerca diventa una via crucis.

Prima di addentrarsi nel bosco occorre munirsi di un buon bastone, preferibilmente di legno, che deve avere una sola punta.
Si ricorda che i bastoni uncinati sono proibiti dalla Legge Regionale 27/2007 della Regione Liguria.
A tal proposito si fa presente, ai fungaioli una tantum, che arare il bosco col bastone, o addirittura con piccoli rastrelli, è azione indegna.
Questo modo di operare distrugge i micelio e in quel tratto di bosco i funghi non nasceranno più per molti anni.
Non ha nessun senso buttare all'aria quantitativi industriali di foglie alla ricerca dei funghi nascosti, basta usare il bastone a mo' di trasmettitore di suoni, ovvero percuotere leggermente i rigonfiamenti del fogliame ove si suppone stiano nascosti i prelibati porcini, e se il bastone rimbalza producendo un suono simile ad un tud è probabile che sotto vi sia l'amato fungo.

Se si rispetta il bosco si avrà la produzione di altri porcini, ma se lo si calpesta in modo indiscriminato è assai probabile che la fungaia si interrompa e con essa la produzione dei funghi.
Rammento infine che non è civile trasformare il bosco in una pattumiera versandovi ogni sorta di rifiuti.
Visto che i contenitori di bevande sono stati trasportati nel bosco dai fungaioli, sarebbe bene che alla stessa maniera costoro li riportassero vuoti alla prima piazzola dotata di contenitori per la spazzatura.
Purtroppo l'inciviltà di alcuni và a detrimento dei molti che amano la natura, i quali sovente sono costretti a raccogliere la spazzatura altrui per far "respirare" il bosco.

 


 

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Pagina pubblicata il 26 settembre 2009 (ultima modifica: 06.04.2019), letta 6266 volte
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