Il castello di Rezzoaglio

L'esclusivo ritrovamento nella Val d'Aveto

di Sandro Sbarbaro

Con Sandro Sbarbaro, emergendo uno dei temi più complessi della storia interna dello Stato, Storie di banniti et mercadanti tra le valli dell'Aveto, della Trebbia e del Taro , si ricostruisce passo passo il processo, svoltosi a Santo Stefano d'Aveto nel 1583 contro Nicolò Della Cella, figlio di Giovanni Angelo di Cabanne, autore, insieme a complici, di assalti ai mercanti di passaggio sui valichi che collegavano Rapallo alla Fontanabuona: processo condotto naturalmente sotto tortura.
Altro processo, analizzato dall'Autore, è quello svoltosi nel giugno 1580, davanti al capitano di Chiavari, contro il mercante Bartolomeo Repetto di Chiavari, imputato di favoreggiamento verso i banditi che operavano in Val di Taro: quindi i medesimi di cui era complice Nicolò Della Cella.
Appare evidente, dalla ricerca condotta dall'Autore, che i mercanti erano talvolta in combutta con i banditi, perché, in primo luogo, era l'unico modo per garantirsi una certa 'sicurezza'; in secondo luogo, la 'protezione' era la via più efficace per evitare di interrompere lucrosi traffici a cavallo delle vie che giungevano ai valichi dell'Appennino ligure-emiliano.



Recensione a 'La montagna tosco-ligure-emiliana e le vie di commercio e pellegrinaggio. Borgo Val di Taro e i Fieschi. Atti del Convegno (Borgo Val di Taro, 6 giugno 1998)', a cura di DANIELE CALCAGNO, Borgo Val di Taro, 2002
estratta da 'Rivista di Storia, Arte, Archeologia per le Province di Alessandria e Asti', CXI/2 (2002), pp. 528-544

 


 

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Pagina pubblicata il 29 settembre 2004, letta 5860 volte dal 23 gennaio 2006
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simi di Giannettino Doria e quindi protagonista nella presa del Castello di Montoggio alla testa dei suoi soldati: è giocoforza pensare che il suo odio verso i Fieschi venisse da lontano, da quel suo combattere le fazioni nemiche che, bandite, si rifugiavano fra le montagne poste tra l'Aveto, il Trebbia ed il Taro.

 


 

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