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Una protesta dei pesca-sportivi, risalente al 1980, contro la liberalizzazione delle acque dei fiumi Aveto e Trebbia

di Sandro Sbarbaro

Ritenendo di far cosa gradita ai pesca-sportivi, pubblico un vecchio documento di protesta contro la liberalizzazione delle acque

Un tratto del fiume Aveto

stilato intorno al 1980 da un gruppo di appassionati pescatori frequentatori dei fiumi Aveto e Trebbia ed indirizzato all'Assessorato "Agricoltura - Foreste - Caccia e Pesca" della Regione Liguria.

Come giustamente ricorda Gianfranco Cereda, gran cultore della pesca sportiva, nei tempi andati la Val d'Aveto costituiva il paradiso del temolo  link esterno e della trota fario  link esterno .
Può essere utile proporre, a tal proposito, un interessante passo scritto dal capitano Antonio Boccia [1] e risalente all'anno 1805.

"Il torrente Aveto nasce sulla pendice del Monte Barbagelata, quattro miglia al disopra della villa di Cabanne, posta vicino al letto di questo torrente, immediata alla strada che conduce a Genova; quivi è arricchito dalle acque d'un altro rio, che scende dal Monte Ventarola, scorre l'Aveto per ben nove miglia dal sud sud-ovest al nord nord-est fino a Santo Stefano, bagnando ambe le parti il territorio ligure; da Santo Stefano, poi, va al nord nord-ovest pel corso di dieci miglia a metter foce nella Trebbia, di fronte alla villa ligure del Confiente o Confluente e al di sopra di Ozzola, posta nel territorio piacentino, lungo la destra dell'Aveto e della Trebbia.
Questo torrente abbonda di trote eccellenti, che si preferiscono a tutte le altre del nostro Stato.
Dal piede del Monte Moggio, che è lambito dalle acque dell'Aveto, posto tra i confini di Ascona con Santo Stefano, l'Aveto divide alla metà dell'alveo lo Stato piacentino dal ligure fino alla sua foce nella Trebbia."

 

Intorno al decennio 1970 - 1980, esattamente gli anni che si riferiscono al documento di protesta che di seguito viene riportato, alcune politiche sbagliate allontanarono i pesca-sportivi dal nostro territorio e contribuirono ad impoverire i corsi d'acqua.
Da alcuni anni, grazie soprattutto alla preziosa attività della Associazione Pesca Sportiva Val d'Aveto, le cose sono positivamente cambiate.

Associazione Pesca Sportiva Val d'Aveto

Ecco il documento.


All'Assessorato "Agricoltura - Foreste - Caccia e Pesca" della Regione Liguria

Siamo un gruppo di pesca-sportivi di diverse regioni d'Italia: intendiamo protestare presso l'Autorità e sensibilizzare l'opinione pubblica per il disastro ecologico che ha provocato la liberalizzazione delle acque della Val d'Aveto e della Val Trebbia.
Di fatto da quando queste acque sono state liberalizzate, alcuni pescatori non rispettano più le regole elementari e per giunta le succitate Valli sono meta di bracconieri che non si limitano a pescare con la sola canna.
Migliaia e migliaia di trotelle sono state tolte da queste acque da maniaci distruttori.
Chiediamo che questo stato di cose cessi immediatamente e che chi ha voluto la liberalizzazione delle acque provveda anche a costituire una adeguata, continua e preparata sorveglianza.
Chiediamo un adeguato e razionale ripopolamento di salmonidi per riempire i vuoti lasciati da tali indegni sportivi.
Chiediamo che alcuni tratti di fiume siano predisposti per il ripopolamento (magari con divieto assoluto di pesca).
Chiediamo in particolare per il temolo, del quale è prossima l'apertura, una particolare protezione abolendo, se già non è stato previsto dalle recenti leggi, il sistema di pesca con la camolera (o piombo lungo, o temolino o ballerina).
Chiediamo che vengano affissi, lungo le strade e i sentieri di accesso ai corsi d'acqua, manifesti che riportino i regolamenti essenziali delle leggi regionali sulla pesca di modo che nessun trasgressore possa più giustificarsi con comodi "...credevo che...", "...non sapevo che...".
Chiediamo tutto questo come cittadini Italiani che vogliono salvaguardare il loro tempo libero praticando uno sport.
Uno sport, si badi bene, che non fa distinzione, tra i suoi praticanti, né di sesso, né di età, né di ceto sociale.

 

 

Note

[1] Viaggio ai monti di Piacenza (1805) - Fonti di Storia Piacentina, Tipografia Editoriale Piacentina Gallarati, Piacenza, 2005, pag. 150

 


 

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Pagina pubblicata il 6 gennaio 2006, letta 7670 volte dal 23 gennaio 2006
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