Valdaveto.net > Usi, costumi, tradizioni, racconti e leggende > Raccolta di documenti dedicati alla presenza del lupo in Val d'Aveto > Antiche storie di lupi in Val d'Aveto
Vicino al paese di Piandomestico, sul lato destro dello stesso, si trova un gruppetto di due case chiamato
Sotto la Rocca.
Qui viveva, non si sa in quale secolo, u Zambettu, un uomo con una gamba di legno noto per essere un gran cacciatore di lupi.
Si racconta che, alla sua morte, il suo corpo venne trasportato lungo la strada che da Piandomestico conduceva a Parazzuolo per poter essere seppellito nel locale cimitero.
La strada era completamente innevata.
Nei pressi di un boschetto chiamato Rocca della Costa gli uomini che lo trasportavano,
sentendo ululare alle proprie spalle, si voltarono.
E, continuato il cammino, nei pressi di un altro boschetto chiamato Costa del Luego, a lato della strada videro ben sette lupi.
Sembrava fossero lì per inviare l'ultimo saluto al temuto nemico.
Isoletta era un tempo formata da un gruppo di case posto sulla riva destra del fiume Vizerga, poco
più a valle di Ventarola. Il villaggio era detto e Cà Vegie.
Ai primi del XIX secolo nel paese vecchio d'Isoletta vivevano alcune famiglie di mulattieri di cognome
Cuneo 1. Si dice avessero sette figli.
I Cuneo, recandosi in trasferta dove il lavoro li chiamava, si allontanavano dal villaggio per lunghi
periodi di tempo.
Durante uno di questi viaggi uno di questi mulattieri impiegò più giorni del previsto per
terminare il proprio lavoro. A casa erano rimaste solo donne e bambini; nell'attesa del
suo arrivo, non avendo nulla con cui nutrirsi avevano addirittura mangiato latte rappreso.
Il mulattiere aveva caricato i muli di molti viveri, soprattutto farina di mais per farne polenta, e stava
tornando verso casa.
In prossimità dell'oratorio di san Giacomo a Parazzuolo si accorse di essere seguito da un branco
di lupi
.
I lupi erano talmente affamati che stavano mangiando lo sterco dei muli. Il povero mulattiere spaventato, urlò ai muli di andare a casa e, per cercar rifugio, salì
sui gradini della chiesa. Un tempo, infatti, il lato dell'oratorio verso il fiume aveva tre scalini.
A casa videro arrivare i soli muli e quindi, immaginando che lo sventurato potesse essere alle prese con i lupi, si avviarono verso il paese di Parazzuolo armati di torce. Giunti in prossimità della chiesa riuscirono a mettere in fuga i lupi. Il mulattiere, spaventato ma felice, andò incontro ai propri familiari ringraziandoli per averlo salvato.
Si narra che nei tempi andati presso il paese di Villa Salto, nella parrocchia di Priosa, un lupo avesse ucciso un bambino.
Il bimbo pare appartenesse ai Magrin, famiglia dalla quale proviene la mamma della Gusta
del Salto.
Note
[1] Per informazioni sui componenti maschi della famiglia Cuneo (Connio) ad inizio XIX secolo, è possibile consultare il documento Lista degli abitanti del comune di S. Stefano d'Aveto suscettibili d'esser chiamati al servizio nella Guardia Nazionale - Anno 1808
Links
- Rivista 'Nel Parco' - autunno 2007 > Inserto speciale dedicato al lupo (.pdf, 1.1 MB)
- Racconti del lupo - Tratti dalla tradizione locale
- Lista degli abitanti del comune di S. Stefano d'Aveto suscettibili d'esser chiamati al servizio nella Guardia Nazionale - Anno 1808
- Lupi in Val d'Aveto
- Lo scherzo pericoloso di Raffelin di Priosa
- Leggende
- Antichi racconti riguardanti la casa delle Gaie
Pagina pubblicata il giorno 8 ottobre 2007, letta 15539 volte
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