Valdaveto.net > Emigrazione > Rubrica 'Piccola storia dell'emigrazione da Priosa d'Aveto (1806 - 1924) e genealogie' > Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (capitolo 5)
Il fratello d'Antonio era Giovanni
Biggio, nato a Ghiriverto nel 1856.
Giovanni sposò Repetti Cattarina, fu
Benedetto di fu Antonio e di Repetto Caterina fu Andrea, nata a Genova nel 1856,
della famiglia "Mattu" di Ghiriverto.
Ebbero una figlia Rosa Maria nata il
10 Agosto 1875.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di Priosa del
31 Luglio 1889 troviamo:
Biggi Giovanni fu Stefano, detto "Canellu" sua
moglie Tomasina, il figlio Antonio, detto "u Rangu da Tèccia", con la moglie
Giulia Ferretti e le figlie Giulia e Maria Dominica, l'altro figlio Giovanni,
detto "u Giuanin piccin", con la moglie Repetti Catterina ed i figli Biggi
Stefano, detto "barba Stevanin", e Maria Giulia, ("barba" vuol dire
"zio").
Nello Stato delle Anime del 10 Dicembre 1894
registriamo:
Biggio Giovanni fu Stefano "Canello", suo figlio Giovanni, detto
"Giuanin piccin", la moglie Repetti Catterina fu Benedetto ed i loro figli
Stefano, detto Stevanin", Giulia, Rosa, Giovanni, Virginia, Angelo.
Stefano,
detto "Stevanin", sposò Repetti Metilde, o Clotilde, fu Gio Batta di fu Agostino
detto "Dindiu", di Codorso, o meglio di Ca' de Alessandri.
Giulia
sposò Stefano Repetti, d'Antonio fu Stefano "Tangardin" e di Raggi Giulia, di
Mandriole.
Rosa detta "Rusinin" sposò Gio Batta Repetti, detto "Marino", nato
nel 1877, delle Cascine.
Giovanni, detto "Giuanin" o "u Rùsciu" rimase
scapolo. Lavorò in porto a Genova.
Virginia, detta "Verginin" sposò Giovanni
Sbarbaro, detto "Nannin", di Noci ed andarono a Roma, e là ebbero i figli Mario,
Augusta e Vittorio.
Biggio Antonio detto "Rangu", fratello di Giovanni, detto
"Giuanin piccin", e la moglie Ferretti Giulia vivono all'epoca in una casa
accanto.
Una sorella di Giulia Ferretto, moglie d'Antonio Biggio detto
"u Rangu", ovvero Maria Ferretto fu Giovanni Maria, sposò Lorenzo Barbieri fu
Paolo del paese di Longa, parrocchia di Montebruno, in Val Trebbia.
Il padre
di Giulia e Maria era tal Gio Maria Ferretto che morì nel 1850. Sposò Dominica
Repetto morta nel 1864.
Da un "Atto di Divisione" in data 11 Agosto
1870 si evince che Gio Maria Ferretto lasciò alle figlie la "Legittima".
In
vero, come si usava nei nostri monti per evitare di frazionare troppo la
proprietà, al figlio maschio toccava 1/2 della proprietà e l'altro mezzo era
diviso con le sorelle.
La suddivisione del 1/2 , in più parti, era detta
"Legittima".
Indi in detta "Divisione" a Maria e Giulia toccò 1/6 e ai figli
del fratello premorto Giovanni, ossia Giovanni Maria e Andrea Ferretto,
all'epoca minori, toccarono i 4/6.
Lorenzo Barbieri, ossia lo sposo di Maria
Ferretto si era recato a lavorare in Toscana.
Si evince da un atto di
citazione preso la Giudicatura di Torriglia del Marzo 1864, ove si legge
riferendosi a Pasquale Casagrande:
" Per 12 anni consecutivi prestò il suo
servizio al suddetto Lorenzo con promessa dello stesso di compensarlo con equo e
giusto salario.
Tre anni lo condusse in Toscana a lavorare, dove percepiva 15
marenghi franchi da ogni spesa, guadagno fatto dal Casagrande ed incassato dal
Barbieri...".
Luigina Biggio di Domenico, detta "Luigin-a", di Cardenosa
mi riferiva che i Toscani usavano un detto, riguardo all'emigrazione stagionale
dei paesani della Val d'Aveto.
Suonava pressappoco così: "Quando il pioppo
mette il gatto, il chiurlo fa fagotto".
Ciò significava che a
primavera il valligiano della Val d'Aveto se ne ritornava al paese.
In
genere le migrazioni stagionali duravano da Novembre a
Maggio.
Riscontriamo, indi, che l'emigrazione stagionale dei contadini
di Cardenosa e zone limitrofe era un fatto assodato già dai primi decenni del
1800.
Si dirigevano verso la Versilia o la Maremma, in terra Toscana, e qui
erano generalmente impiegati in operazioni di "roncatura", ossia bonifica di
terreni incolti invasi da alberi e sterpaglie.
Una delle destinazioni degli
emigranti stagionali di Cardenosa era Seravezza (Lucca), ove nacquero alcuni dei
loro figli.
I vecchi raccontavano che mentre gli uomini andavano in cerca di
un lavoro, le donne al seguito, con i figli piccoli in braccio, chiedevano
l'elemosina presso i portoni delle famiglie benestanti.
In seguito le donne
s'impiegheranno come lavandaie e domestiche.
Lo stesso meccanismo fu
adottato dai gruppi familiari che, dal nostro Appennino, si diressero verso
Genova in cerca di un'occupazione, attratti dall'espansione del porto.
Più
tardi lo sperimenteranno in America.
Antonio Biggio, detto "u Rangu",
"lo Zoppo", a causa di un'imperfezione fisica, dal 12 luglio 1880 aveva
trasferito la residenza a Genova.
In seguito, Antonio Biggio, detto "Rangu",
e sua moglie Giulia Ferretto, o Ferretti, si specializzarono nel Commercio
Ambulante di: fiammiferi, filo, fettuccia, aghi, spille, candele, lucido per
scarpe, carta, buste, sapone ed altri oggetti.
Sua moglie, Giulia Ferretto
acquisì la licenza per esercitare tale commercio in tutta la Provincia di
Genova, durata un anno, già dal 6 Maggio 1896.
Antonio acquisisce la licenza
il 20 Dicembre 1902.
Un nipote di Ferretto Giulia, ossia Ferretto Gio
Maria fu Giovanni nato a Cardenosa nel 1849, della famiglia "Chiodo", emigrerà
in America.
Nell'anno 1880, secondo il Registro della Popolazione del
Comune di Santo Stefano d'Aveto (Parrocchia di Priosa), è emigrato in
America da almeno 20 anni, ossia dal 1860 circa.
Sua mamma Biggio Angela, fu
Giacomo e Maddalena Biggio, era nata a Cardenosa nel 1826.
Il fratello,
Ferretto, o Ferretti, Andrea, nato a Cardenosa nel 1855, probabilmente emigrerà
anche lui in America.
Nessuno dei tre succitati compare nello Stato delle
Anime della parrocchia di Priosa d'Aveto del luglio 1889.
In seconde
nozze Antonio Biggio, detto "Rangu", sposerà Catterina Sbarbaro d'Agostino,
detta "Cattun" e in gioventù "Cattùnellu", nata a Villa Sbarbari il 15 Marzo 1863.
Il padre di Catterina era Sbarbaro Agostino, fu Giovanni e fu Giulia
Ferretti, contadino, nato a Villa Sbarbari nel 1822 e morto il 3 giugno 1899, della
famiglia dei "Camè", ossia "Camerieri".
Era detto "Bugianèn", dal piemontese
"Bogianèn" ossia "Non muoverti".
Agostino usava spesso questo motto rivolto
verso i ragazzini del paese di Sbarbari, avendo militato con onore nella
cavalleria dell'Esercito Sabaudo.
La moglie d'Agostino "Bugianèn" era
Sbarboro Giulia, fu Gio Maria e fu Maria Repetti, nata nel 1827, della famiglia
dei "Bettinin". Oltre a Caterina, ebbero i figli Giovanni e Rosa.
Detta
famiglia assumerà anche l'appellativo di "Gerli".
Giovanni Sbarbaro fu
Agostino, detto "Giuanottu", era nato a Villa Sbarbari nel 1866 circa, sposò Maddalena
Sbarbaro fu Gio Batta, detta "Manena", nata a Villa Sbarbari.
Lavorerà in porto a
Genova nella Compagnia dei "Carbunè".
I figli di Giovanni e Maddalena
furono: Vittorio detto "Vitturin", nato a Villa Sbarbari nel 1895 e morto prigioniero
in Bosnia durante la Grande Guerra 15/18, Giovanni Maria detto "Miliottu", altro
detto "Galin", e Rosa, detta "Rusinin".
La sorella di Giovanni, ossia Rosa
Sbarbaro fu Agostino, nata a Villa Sbarbari nel 1868 circa, morì il 7 Giugno
1903.
Catterina detta "Cattun", la figlia primogenita d'Agostino
Sbarbaro, detto "Bugianèn", quando sposò Antonio Biggio era già vedova di Gio
Batta Repetti, d'Agostino detto "Dindiu", di Codorso.
Alla morte d'Antonio,
Caterina si recherà a Genova intorno al 1919/20.
Nei primi tempi, come molte
altre valligiane di Val d'Aveto, Catterina chiederà l'elemosina.
Infine
gestirà, per circa 25 anni, un piccolo banco di rivendita di caldarroste.
Abiterà in San Fermo, dividendo l'appartamento con altre famiglie di Val
d'Aveto e Val Trebbia.
Catterina raccontava che gli uomini andavano a dormire
infilandosi in sacchi, cuciti dalle donne, in modo da non sporcare l'unico paio
di lenzuola.
Ciò perchè lavorando alla cava di San Benigno o come
"avventizi" nei "Carbunè" erano sempre sporchi, per quanto si lavassero
sommariamente con l'acqua recuperata.
I figli di Caterina, ossia Giovanni
detto "Giuanin" e Agostino, detto "Bacciulin", in un primo tempo faranno lavori
saltuari come "boccia", ovvero apprendisti nei cantieri edili, o come
avventizi in porto.
Saranno in seguito assunti nella mitica
Compagnia dei "Carbunè", o "Carbonai", ossia la Compagnia degli
scaricatori del carbone del porto di Genova.
La Compagnia dei
"Carbunè"
Si sa che all'inizio del 1900 esisteva una Federazione dei carboni fossili,
che raggruppava gli impresari o trafficanti di carbone, mentre i lavoratori del
porto di Genova erano riuniti in leghe e lavoravano al seguito di cooperative di
scaricatori dirette da impresari.
Già nel 1902, fra settembre ed ottobre,
v'era stato in porto uno sciopero di più di venti giorni.
I lavoratori del
carbone appartenevano alla lega dei facchini, composta da circa 2000
lavoratori.
La Lega aveva imposto una serrata del porto, o sciopero, per
rivendicare i loro diritti, il 4 Luglio 1903.
Nel 1903 i lavoratori del
carbone avevano dato luogo ad una riforma sociale.
Al molo Lucedio, presso
il ponte Paleocapa, avevano altresì costruito un edificio di 2 piani con cucina,
cantine, dispense, sale da pranzo uffici e segreterie delle leghe, bagni,
lavatoi e assistenza medica. (Cfr.: "1886 - 1986 Il Secolo XIX",
supplemento del Secolo XIX, Genova 1986, pp.105-106).
Pare che alcuni
lavoratori del carbone del porto di Genova, nel periodo 1908/1909, confluissero
nella "Lega del Porto", una delle antesignane della Compagnia.
Nel
ventennio fascista la Compagnia, dopo la riunificazione del 1928 delle
sei categorie di lavoratori del carbone in una sola Compagnia portuale, si
chiamò Compagnia "Filippo Corridoni" Sbarco ed imbarco carboni minerali Porto
di Genova, e una "Casa dei lavoratori del carbone del Porto di Genova" a lui
intitolata fu inaugurata nel 1931. (Cfr.: La Casa dei lavoratori del carbone
del Porto di Genova, ***, Genova 1931).
Alla fine della guerra si chiamò
"Compagnia Pietro Chiesa" dal nome del deputato operaio onorevole Pietro Chiesa
che si era battuto strenuamente per i diritti dei lavoratori del porto.
La
Compagnia nel 1953 era detta "Compagnia per lo sbarco e l'imbarco dei
carboni minerali- Porto di Genova".
A detta Compagnia appartennero
molti valligiani della parrocchia di Priosa d'Aveto, in specie delle frazioni di
Codorso e Cardenosa, poi di Sbarbari, Mandriole e zone limitrofe.
La vita del
"Carbunè", ossia dello scaricatore di carbone, non era per nulla facile.
La
giornata passava o zappando carbone nella stiva per poi caricarlo nelle "coffa",
o "cesta", che era portata in superficie, oppure trasportando a spalle la
"coffa" carica di carbone, fuori bordo, tenendosi in equilibrio su passerelle di
legno.
Molti s'ammalarono di silicosi, o tubercolosi; pochi si salvarono.
A sera i "Carbunè", prima dell'avvento delle funzionali 180 docce disposte
dalla "Compagnia Filippo Corridoni" in locali attigui agli spogliatoi, tornavano
a casa "neri come il carbone".
La polvere del minerale si era appiccicata su
tutto il loro corpo, e per quanto i lavoratori si lavassero con acqua calda e
sapone ne rimaneva sempre un leggero strato.
I vecchi valligiani si ricordano
che tornavano dal lavoro con i piedi fasciati di pezze, infilati nelle scarpe.
Recavano un piccolo fascio di legna sulla spalla che serviva per scaldare
l'acqua con cui tentavano, spesso inutilmente, di asportare la loro "seconda
pelle", formata da una miriade di particelle di carbone.
Giovanni Maria
Sbarbaro, detto "Zan Maria", figlio del "Borghese", era stato assunto nella
Compagnia dei "Carbunè".
Sua sorella, ossia Caterina Sbarbaro di Gio Batta, sposerà
Bernardo Badaracco d'Agostino della famiglia dei "Ciapellun" di Ventarola.
Bernardo, nato a Ventarola nel 1848, emigrerà in America insieme a Caterina Sbarbaro e morirà a San Francisco il 10 maggio 1912.
Bernardo Badaracco si recò per la prima volta in America nel 1878 circa, sulle orme di suo fratello Alessandro che si trovava in America dal 1875.
Maria, la figlia primogenita di Catterina e Bernardo, nasce a Sbarbari parrocchia di Priosa
d'Aveto. Emigrerà con i genitori in America e si mariterà in Simi.
Ricordiamo che, nel 1884, P. e G. Simi sono Negozianti all'ingrosso e al
dettaglio di Vini di California, al 429 Green Street, San Francisco, Cal.
Non sappiamo se i suddetti avessero qualche grado di parentela col marito di
Maria Sbarbaro.
Gli altri figli della coppia nasceranno in
California.
John B. Badaracco nascerà nel 1882 a Sutter
Creek, nel 1924 risulta deputato.
Paul nascerà a
Stockton nel 1884, nel 1924 risulta guardia.
Amelia nascerà a Sutter Creek nel 1886 e si mariterà con
Clark De Vincenzi.
Louis nascerà a Sutter Creek nel
1887, nel 1924 risulta guardia.
Peter nascerà a
Sutter Creek nel 1889, nel 1924 risulta chauffeur, ossia
autista.
Annie nascerà a Sacramento nel 1904 e si
mariterà in Avedano.
Norma nascerà a Sacramento nel 1906
e si mariterà in Castro.
George nascerà a
Sacramento nel 1909, nel 1924 risulta guardia.
Ciò riportato, è
interessante notare come si spostavano per lavoro Bernardo Badaracco e la moglie
Caterina Sbarbaro.
Caterina ha la residenza a Ventarola fino al 1897.
Poi
la trasferirà in California. Nella Contea d'Amador.
A proposito di
Stockton riportiamo estrapolando ciò che cita Adele Maiello, Una Comunità
Italiana in California. Dal Porto al mondo, uno sguardo multimediale su
Genova e la grande emigrazione. CISEI, Genova, Marzo 2004, pp. 27-29:
«Il Viaggio -
L'odissea dall'Italia verso la California non era cosa
da poco. Originariamente il viaggio poteva significare mesi a bordo di una nave;
con l'avvento dei primi bastimenti a vapore, il viaggio si ridusse a qualche
settimana [...]
La Sistemazione -
Le "contee dell'oro" e la baia di San
Francisco furono la prima sistemazione degli italiani in California. La Contea
di San Joaquin, dov'è situata la città di Stockton, fu un caso esemplare, data
la sua prossimità alle miniere d'oro ed al largo Delta del sistema fluviale
della zona, che consentiva alle navi provenienti dall'oceano di arrivarvi
direttamente e di scaricare i minatori relativamente vicino alle miniere. Agli
inizi i numeri degli immigrati erano piccoli e le loro professioni varie:
marinai, mercanti, agricoltori, minatori, imprenditori, avventurieri, rifugiati
politici. Ricchi e poveri. Stockton fu una delle località da essi più scelte e
in cui svilupparono attività commerciali (negozi) e servizi (trasporto, banche,
alloggi), ma soprattutto la coltivazione della terra.
Poi in un secondo
tempo, la proprietà della terra. Un'opportunità che gli italiani emigrati in
California, a differenza che nel resto degli Stati Uniti, ebbero fin dagli
inizi, riuscendo così a non essere utilizzati solo nei tipici lavori a loro
destinati all'estero: bassa manovalanza e ristorazione.
L'ondata successiva
di emigranti fu composta per la maggior parte di lavoratori poveri che trovarono
lavoro nei settori più sfortunati come la raccolta della spazzatura e furono in
grado di trasformarla in una grande opportunità di arricchimento, tramite il
riciclaggio dei rifiuti...»
Un altro esponente dei Badaracco, ossia Gio Batta Badaracco fu Bernardo (contadino, nato a Ventarola nel 1827, della famiglia dei "Rubin"), aveva sposato Maria Repetti d'Alessandro, nata a Brugnoni nel 1827 circa, la quale forse lo seguì in America per qualche tempo.
Nel 1880 Gio Batta Badaracco si trova in America da circa
20 anni. Indi dal 1860 circa.
Ciò è confermato pure da una Carta di
Procura intestata alla moglie.
Il 29 gennaio 1874 da
San Francisco (California) revoca la procura e la dà al cognato Antonio,
nato a Brugnoni nel 1834.
Il padre di Maria e Antonio, ovvero Repetto
Alessandro fu Antonio, contadino, nato a Brugnoni nel 1810, detto "Schèzza",
ovvero "Coccio", emigrò in America.
Intorno al 1880 Alessandro risulta,
secondo il Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto
(Parrocchia di Priosa), emigrato da 5 anni, indi dal 1875 circa.
Sua
moglie, ossia Queiroli Dominica fu Pietro, era nata nel 1810 alla Garba,
parrocchia di Cabanne.
Suo figlio Antonio aveva sposato Boitano Maria, fu
Luigi e d'Angela Boitano, di San Vincenzo del Favale, nata nel 1837.
Al
ritorno dall'America, Alessandro Repetto, che abitava la Casa Nuova di
Brugnoni, quella soprastante il vecchio mulino, forse fatta costruire con i
proventi dell'emigrazione, aprì un'osteria detta appunto "du
Schèzza".
In America si dirigerà anche, verso il 1898, Giovanni
Badaracco, fu Giovanni del fu Bernardo e fu Rosa Repetti (di Giovanni fu
Bartolomeo e di Biggio Teresa fu Giovanni Maria).
Per pagare il Viaggio
della Merica impiegherà lire Trecento.
Detta pecunia spettava a
lui e al fratello Carlo, come quota parte dell'eredità materna, secondo
la deliberazione del Consiglio di famiglia dalla pretura di Santo Stefano
del 20 Settembre 1898.
Giovanni era nipote di Gio Batta Badaracco, che era emigrato in America, essendo il defunto padre Giovanni suo fratello.
L'altro zio, Agostino Badaracco fu Bernardo, rimase a
Ventarola.
La defunta Rosa Repetti di Giovanni, madre di Giovanni Badaracco,
era sorella di Giuseppe Domenico, detto "Piri", e di Rocco Repetti di Ventarola
forse già emigrati in America al seguito dei fratelli Repetti Francesco e
Bartolomeo.
Nel 1892 si registra un Domenico Repetti che sbarca a New York a
24 anni. Indi era nato nel 1868 circa.
Nel 1905 si registra un Rocco Repetti
che sbarca a New York a 40 anni. Indi era nato nel 1865 circa.
Non sappiamo
però se sono effettivamente i fratelli suddetti.
Nel 1880, secondo il
Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di
Priosa, Francesco, nato a Ventarola nel 1849, è in America da 11 anni, indi
dal 1869, mentre Bartolomeo, nato a Ventarola nel 1850 è in America da 6 anni,
indi dal 1874 circa.
L'altro fratello Andrea Repetti detto "Giacomo" li
seguirà in America più tardi.
Partirà per l'America, anche, Cella Maria.
Cognata di Sbarbaro Gio Batta detto Borghese, ossia il padre di
Catterina Sbarbaro, sposa di Bernardo Badaracco.
Suo marito Sbarbaro Simone,
fu Simone e Maria Catterina Ferretto, nato a Villa Sbarbari nel 1844 circa, fratello
d'Antonia Sbarbaro, della famiglia dei "Cascinè", era a Roma ove gestiva i suoi
affari.
Maria Cella parte con i figli Carlo, Paolo, e Maria in cerca di
fortuna.
Si presumono stanziati in America già intorno al 1883-1884.
In
America la figlia Maria Sbarbaro ancora minorenne si sposa con Costantino
Focacci d'Allegrezze.
Preziosa è la testimonianza resa il 10 Gennaio 1898 da
Sbarbaro Andrea fu Agostino, detto Zerga, nato nel 1844 circa, che era
stato a New York e Cichago.
Egli nel 1884 circa incontrò
Maria Cella e i suoi figli a New York come da testimonianza: "Siccome
sono stato in America...circa 14 anni fa trovai detti germani e la loro
genitrice a New Aiorch...uno di loro faceva il lustrascarpe, Maria lavorava in
una fabbrica e i due più piccoli frequentavano la scuola".
Nello Stato
delle Anime della Parrocchia di Priosa del luglio del 1889 sono registrati
Ferretti Catterina fu Tomaso, Sbarbaro Simone suo figlio, Cella Maria moglie di
Simone, e i figli di questi Sbarbaro Maria, Carlo, Paolo e Simone. Non sono più
presenti in quello successivo del 1894.
Il fratello di Gio Batta
detto "Borghese", ovvero Antonio detto "Tugnollu", contadino, nato a
Sbarbari nel 1837 e morto a Sbarbari nel 1910, sposò Sbarbaro Rosa, fu Antonio e
di fu Catterina Repetti, nata a Villa Sbarbari nel 1844, della famiglia degli
"Stevan".
La madre di Rosa, ossia Catterina Repetti fu Gio Batta era nata
alle Mandriole nel 1805.
Il fratello di Rosa, ossia Sbarbaro Stefano, detto
"Stevan", aveva la residenza in America, ove nel 1880 era emigrato da 17 anni
circa, indi dal 1863.
Probabilmente Stefano Sbarbaro chiamò in America la
sorella Rosa e il cognato Antonio.
Un figlio d'Antonio e Rosa, infatti, era
morto in America.
Era Sbarbaro Gio Maria, nato a Sbarbori il 20 gennaio
1866.
Il secondo figlio, ossia Giovanni Sbarbaro
d'Antonio, era nato a Saint Louis nel Missouri nel maggio del 1873.
La
terzogenita Catterina Emilia era nata a Rezzoaglio (ovvero in Comune di), il
29/2/1876, secondo un Certificato d'Identità emesso dal Comune di
Rezzoaglio nell'ottobre del 1944.
Ricordiamo, per esser esatti, che nel 1876
Sbarbari era ancora in Comune di Santo Stefano d'Aveto.
Nel Registro della
Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto- Parrocchia di Priosa,
infatti, risulta una Sbarbaro Catterina Rosa d'Antonio nata a Villa Sbarbari il 1°
Marzo 1876.
Si presume indi che intorno al 1876 la famiglia fosse tornata in
Italia dall'America.
Consideriamo però che in alcuni casi le mogli venivano
a sgravare in Italia, perchè più a loro agio nell'ambiente domestico del paese e
per dare la Cittadinanza Italiana al figlio.
L'ultimo figlio, ossia
Agostino Sbarbaro d'Antonio, nato a Villa Sbarbari il 20 Febbraio 1879, era morto in
mare durante la traversata con la madre Rosa Sbarbaro che, contrariamente al
marito, voleva riprendere l'avventura Americana. Un motivo dell'epoca
citava:
"Quando furono in mezzo al mare
bastimento si sprofondò".
Antonio Sbarbaro, detto "Tugnollo", della famiglia dei "Caregà", si
risposerà con Badaracco Maria Domenica, di Bartolomeo e Repetti Agostina, detta
"Piccin-a", o meglio "u Vescu" ossia "il Vescovo" pare per il suo portamento,
nata a Gropparolo nel 1845.
Si sposeranno il 27 Agosto 1880, data ante
quem per stabilire all'incirca l'epoca del tentato viaggio in America di
Rosa Sbarbaro, prima moglie d'Antonio, e del loro piccolo Agostino.
Viaggio
che avvenne probabilmente verso il 1879, quando Agostino aveva poco più di 5
mesi.
Il padre di Badaracco Dominica, detta "u Vescu", era Badaracco
Bartolomeo, fu Domenico e Lucrezia Badaracco, contadino, nato a Groparolo nel
1825, della famiglia dei "Zambaggia".
La madre era Repetti Agostina, fu Gio
Batta e fu Maria Gazzolo, nata a Ghiriverto nel 1815, probabilmente della
famiglia dei "Baccicia".
Sua sorella era Badaracco Filomena nata al
Groparolo nel 1854.
Antonio Sbarbaro, detto "Tugnollu", e Badaracco Dominica
sono registrati nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa del
luglio del 1889, insieme ai figli della prima moglie di lui, ossia Sbarbaro
Emilia e Sbarbaro Giovanni, detto "Giuanetta".
Nello Stato delle Anime del
dicembre del 1894 sono registrati invece: Sbarbaro Antonio fu Gio Maria, detto
"Tugnollu", la moglie Badaracco Domenica Maria, detta "Piccin-a" e i loro figli
Giovanni detto "Giuanetta", e Maria.
Maria è l'unica figlia che Sbarbaro
Antonio avrà da Badaracco Maria Domenica.
La figlia d'Antonio e Rosa, ossia
Sbarbaro Emilia Catterina nello Stato della Anime del 1894 figura già
inglobata nella famiglia dello sposo.
Nella famiglia "Carlottu", già detta
dei "Bettenin", figurano:
Sbarbaro Gio Maria fu Carlotto, detto "Zan
Maria", sua moglie Sbarbaro Emilia Catterina, inoltre le di lui sorelle: Maria
Rosa detta "Gingina", che sposerà Andrea Cella di Parazzuolo detto "Dria di
Meguggi", e Maria Virginia che sposerà certo Enrico detto "Richin" fratello del
"Davidde" di Castagnelo marito d'Assunta Sbarbaro, di Gio Maria detto
"Picciu".
L'attendibilità degli Stati delle Anime a volte è aleatoria.
In alcuni casi i dati vanno interpretati, in specie riguardo:
1) agli
anni attribuiti al componente del nucleo familiare.
2) all'effettiva
attribuzione di parentela.
3) al nome attribuito al componente del nucleo.
4) all'effettiva presenza, del soggetto, in loco.
Li citiamo perchè
permettono, invero, di inquadrare meglio l'argomento trattato.
Sono una
fotografia dell'esistente. Come in una foto antica i personaggi vanno
riconosciuti ad uno ad uno non senza difficoltà.
Emilia Catterina Sbarbaro,
figlia del "Tugnottu" o "Tugnollu", alla morte del marito Gio Maria Sbarbaro,
nato a Villa Sbarbari nel 1865, si sposerà nel 1930 con Fasce Luigi di Santa
Margherita Ligure.
La cognata d'Emilia Catterina Sbarbaro detta "scià
Miglia", ossia Sbarbaro Maria Virginia, fu Carlo detto "Carlottu", nata a
Sbarbari il 23 Maggio 1878, emigrò infine in America col marito e cedette i suoi
diritti ereditari a Biggio Antonio detto "Trabucco", marito di sua zia Sbarbaro
Rosa detta "Tanena".
La madre di Virginia, ossia Maria Sbarbaro di Carlo,
era sorella di: Rosa detta Tanena, di Gio Batta detto Gobbetto
marito d'Angela Boitano detta "Angeinin", e di Catterina moglie d'Antonio
Sbarbaro detto "Lallin".
Rammentiamo che il figlio del "Lallin", ossia
Giacomo Umberto Sbarbaro emigrerà in America.
Maria Sbarbaro, di Carlo e
fu Maddalena Cavagnaro, nata a Villa Sbarbari nel 1840, della famiglia dei "Carlin" o
"Cascinè", sposò Carlo Sbarbaro, fu Gio Maria e Maria Repetti, detto
"Carlottu", nato a Villa Sbarbari nel 1836, della famiglia dei "Bettenin".
Carlo
Sbarbaro detto "Carlottu" nel 1880 circa aveva la residenza a Roma dove
probabilmente esercitava l'arte del "Carbonaro" come già uno zio della moglie,
tal Sbarbaro Agostino fu Carlo e fu Maria Repetti, della famiglia dei "Carlin" o
"Cascinè".
Occorre ricordare che lo zio di Maria Virginia Sbarbaro, cognata
dell'Emilia Catterina Sbarbaro, era Sbarboro Agostino.
Costui era fratello
di suo padre, ossia di Carlo fu Gio Maria detto "Carlottu".
Sbarboro Agostino
fu Gio Maria, nato a Villa Sbarbari nel 1842 e morto in Roma il 17 Agosto 1880, forse
anche lui "Carbonaro", era lo sposo di Biggio Maria Rosa, fu Domenico e fu
Biggio Maria, detta "Rosa", nata a Priosa il 25 Febbraio 1851, della famiglia
dei "Castagnin".
Il fratello di Maria Rosa Biggo, ossia Biggio Gio Batta fu
Domenico, era emigrato in America da 11 anni nel 1880, indi dal 1869.
I figli
di Sbarboro Agostino e Maria Rosa Biggio furono: Sbarbaro Agostino nato il 12
Luglio 1870 e morto il 12 Ottobre 1874, Sbarbaro Maria nata il 14 Marzo 1872,
Sbarbaro Rosa nata il 19 Febbario 1874 e morta il 13 Ottobre 1875, Sbarbaro
Agostino detto "Baccin", nato a Villa Sbarbari il 2 Gennaio 1876.
Ebbero, infine,
Giovanni Maria Sbarbaro, detto "u Giuanin da Rosa", sposo di Paola Biggio fu
Paolo, detta "Paulin-a", sorella di Biggio Luigi fu Paolo, detto "Gragnèra", di
Priosa.
Nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa d'Aveto del
10 Dicembre 1894 troviamo:
Biggi Paolo fu Domenico "Negro", sua moglie
Sbarbaro Rosa di Simone, della famiglia dei "Cascinè" di Sbarbari, e i loro
figli: Raffaele, Paolo, Luigi detto "Gragnèra", Paolina e
Luigia.
L'altro zio di Maria Virginia era Sbarbaro Gio Maria, fu Gio
Maria e fu Maria Repetti, detto "u Pìcciu", contadino, nato a Villa Sbarbari nel 1839,
sposo di Garbarini Serafina fu Giovanni nata nel 1847 e morta il 28 Gennaio
1869.
Ebbero Maria, nata il 23 Marzo 1866 e morta il 29 Marzo 1866, e Rosa
nata l'11 Gennaio 1869 probabilmente già morta.
La madre morirà qualche
giorno dopo, forse per complicanze post parto.
Gio Maria, detto "u Picciu",
si risposò con Perazzo Maria, di Gio Maria ed Elisabetta Badaracco, detta
"Minetta", nata nel 1854 circa, della famiglia "Santo" di Pianazze.
Il padre
di Maria era Perazzo Gio Maria, fu Agostino e fu Maddalena Perazzo, contadino,
nato a Pianazze nel 1822.
Sua madre fu Badaracco Elisabetta, di Gio Maria e
fu Angela Badaracco, nata a Groparolo nel 1827.
I fratelli furono
Maddalena, nata a Pianazze nel 1856 e Agostino, detto "Nuellu", nato nel 1861.
Sua zia era Perazzo Maria fu Agostino, nata a Pianazze nel 1827.
Nello
Stato delle Anime del luglio 1889 e troviamo a Sbarbari: Sbarboro Gio
Maria fu altro Gio Maria, sua moglie Perazzo Maria, detta "Minetta" ed i figli
Sbarboro Rosa, Maria, e Catterina. Nello Stato delle Anime del dicembre
1894 troviamo: Sbarbaro Gio Maria, la moglie Perazzo Maria, ed i figli Maria
Giulia, Assunta Catterina e Giovanni.
Maria Giulia detta "u Dunnin" si
sposerà a Genova. Abiterà in Salita degli Angeli.
Assunta Catterina, detta
"Sunta", sposerà certo Davide, detto "u Davidde", di Castagnelo in Val
Fontanabuona. A Primavera tornava al paese natio col marito e una gabbia di
galline.
Giovanni Carlo, detto "Carlin", nato nel 1890 circa morrà ancor
giovane di broncopolmonite.
Giovanni Sbarbaro, detto "Giuanetta" nato a
San Luigi del Missouri, figlio d'Antonio di Gio Maria, detto "Tugnottu"
e di Rosa Sbarbaro, nel 1901 si sposa in Comune a Santo Stefano d'Aveto.
Sposa Sbarbaro Maria Catterina, di Gio Batta detto "Baciollu" e Repetti
Maria, nata il 18 Aprile 1880, della famiglia dei "Munin".
Maria Sbarbaro,
d'Antonio detto "Tugnotto" e Badaracco Dominica detta "Piccin-a", sorella
germana di Giovanni detto "Giuanetta" sposerà Biggio Davide, d'Antonio detto
"Trabucco" e Sbarbaro Rosa detta "Tanena", conosciuto come "u Davidde da
Priùsa".
Pure, Cecilia Sbarbaro, di Gio Maria detto Trexin,
fu Gio Maria detto "Caregà", emigrò in America.
Era la nipote d'Antonio,
detto "Tugnollu" e Gio Batta Sbarbaro, detto "Burghèise", fratelli del
"Trexin".
Cecilia Sbarbaro, nata nel 1853 circa a Sbarbari, sposò Giovanni
Sbarbaro.
Costui, figlio di Gio Maria Sbarbaro fu Giovanni, detto
Sciarbellino, era nato nel 1843.
Ebbero diversi figli: Gio Batta nato
nel 1871, Maria Catterina nata nel 1873, Amedeo nato nel 1875. Morirono tutti in
tenera età.
Ebbero infine Clotilde, nata il 22 febbraio 1877, e Colomba.
Clotilde Sbarbaro emigrerà poi in America con i genitori, dove si
stabiliranno.
Probabilmente l'altra sorella Columbia, o Colomba, nascerà in
America.
Clotilde si maritò in Grande.
Si rileva da una lettera del 25
ottobre del 1949. La missiva fu inviata da Newark N. J.
al cugino Andrea
Sbarbaro fu Antonio, detto Dria.
Clotilde si scrive "Clotilda"
e sua sorella la chiama "Columbia".
Clotilde fu l'unica a tornare in Italia a
Sbarbari dai parenti.
La sorella aveva troppo paura della traversata
Atlantica.
Si raccontava di viaggi avventurosi con muraglie d'acqua che si
levavano intorno alla nave.
Nel 1895 sbarca a New York, all'età di 41 anni,
una certa Cecilia Sbarbaro.
Potrebbe essere la figlia del Trexin, già
emigrata in America col marito Giovanni Sbarbaro di Gio Maria detto
Sciarbellino e ritornata momentaneamente al paese.
Supponiamo ciò per
il fatto che, sia nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa del
1889 che in quello del 1894, sia lei che il marito e le figlie non risultano
presenti a Sbarbari all'epoca.
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Pagina pubblicata il 15 aprile 2005
(ultima modifica: 13.03.2008), letta 7295 volte dal 23 gennaio 2006
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