Matteo Vinzoni, cartografo

di Sandro Sbarbaro

Matteo Vinzoni (1690 - 1773) fu un eminente cartografo che passò la vita al servigio della Ser.ma Repubblica di Genova e dalla quale non ebbe in cambio grandi ricompense.
E nemmeno la fama se, ancor ai giorni nostri, egli, seppur grandissimo, è conosciuto esclusivamente nell'ambito ristretto degli addetti ai lavori storico-regionali.
Senza dubbio il suo operare meriterebbe maggior lustro da parte della sua terra, ma si sa... Genova è ed è sempre stata avara con i propri figli, figurarsi con uno che è nato a Levanto nel 1690!
Mostra 'Matteo Vinzoni, cartografo' Era certamente un uomo collerico: contro un "Bargello" che gli impediva di esercitare il suo mestiere facendogli perder tempo prezioso, inveì "che gli avrebbe staccata la testa dal collo".
Al tempo stesso era un uomo (...a suo modo) buono, all'occorrenza pronto a raccomandare un tizio alle V.V. Ecc.e utilizzando la gustosa frase "E' tristo Proverbio, che un Bicchier di vino, una presa di Tabacco, et una lettera di raccomandazione, non si nega ad alcuno".
E senza dubbio era un uomo caparbio, viceversa non si spiegherebbe l'ostinazione che lo spinse a raccogliere la sua immensa opera in tre libri.
Il 28 luglio 1764 in "Risposta al Sig. Carlo Ravara Sottoc.o dell'Ecc.ma Gionta de Confini per la dimanda se le carte sono ultimate" egli stesso scriveva che i tre libri...

oltre il già trasmesso della "Descrizione di tutti i Governi", sono intitolati:
il 2°) "Relazione Geografica, Istorica e Cronologica de Stati e Feudi finitimi al Ser.mo Dominio" quale comprende prencipiando à Ponente il Principato di Monaco, Parte del Contado di Nizza, di Tenda, del Piemonte, il Marchesato d'Ormea, parte del Monferrato, delle Langhe, del Stato di Milano, Tutti li Feudi di Val di Scrivia, di Borbera, di Sussola, di Vobbia, di Trebbia, e di Aveto con li loro rispettivi Possessori, e continuando a Levante, il Piacentino, Parmiggiano, Tutta intiera la Luniggiana, tanto quelle parti appartenenti al Gran Ducato, come à tutti rispettivamente li Marchesi Malaspina, et altri Signori Possessori de Feudi in quella distintamente delineati, e descritti, parte del Modenese, con l'intiero Ducato di Massa, e Carrara, et altri Stati intermedii, e framischiati del Gran Duca e della Rep.ca di Lucca
il 3°) che è più voluminoso ed ha per titolo "Compendio di tutte le controversie de Confini con tutti i Prencipi Confinanti, tanto stabilite, quanto indecise; e quando, e con quali articoli, Termini, e Circostanze esseguite le Prime, et una succinta ma positiva informazione per l'ultime con citazione de documenti, che respettivamente ad ognuna assistono la giustizia della Serenissima Repubblica...

Il Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in terraferma

Ai numerosi acciacchi, alle rovinose cadute da cavallo nell'esercizio del suo mestiere e alle più disparate avversità della vita, egli reagirà sempre con tempra d'uomo mai domo, regalandoci un archivio personale che è la storia della Liguria.
Perchè Matteo è ligure sino in fondo: dalla minuziosità dei suoi rendiconti delle spese... giù-giù sino all'amore con cui illustra le sue "Carte", rappresentazioni di uno "Stato" osservato (seppur tra inevitabili "mugugni") con l'affetto che un figlio nutre verso la "Madre-Patria".
Matteo Vinzoni fu un antesignano nel campo della cartografia moderna.
I suoi rilevamenti davano un senso alla topografia sino ad allora rimasta un'accozzaglia di nomi gettati alla rinfusa su splendide illustrazioni stilate (...ahimè) su dei 'sentito dire'.
Egli esplorò oltre le colonne d'Ercole dell'ignoranza.
Fu prima storico che topografo.
Usando il buon senso dei primi, che tendono a verificare i dati in loro possesso, si recava nei luoghi che avrebbe poi riprodotto per darne una corretta versione sia dal punto di vista toponomastico che visivo.
Infatti Matteo i luoghi li osservava realmente prima di riprodurli e cavarne planimetrie utilizzando strumenti militari dell'epoca.
Prima di accingersi a riprodurre un territorio approfondiva le proprie conoscenze riguardanti la storia dello stato che andava ad analizzare, avendo tra l'altro accesso ad informazioni riservate provenienti dagli Archivi Segreti della Serenissima Repubblica di Genova.
Insomma, sapeva dare un'anima ad un'opera: era in sostanza quel che si dice un artista.

 


 

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Pagina pubblicata il 16 agosto 2004, letta 12670 volte dal 23 gennaio 2006
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