Come nasce un poeta?
Boh!... credo sia un mistero.
Mio padre declamava filastrocche paesane in grado di colpire l'immaginazione di un fanciullo più dei soliti discorsi.
Poi venne il disgusto di imparare a memoria lunghe poesie manzoniane, stemperato dall'attrazione fatale che esercitava la modernità del Leopardi col suo male di vivere.
Infine la gioia che dà un diario speciale fatto di frammenti emotivi.
La poesia è uno sfogo: c'è chi fa musica, chi danza, chi atletica, chi trekking, chi dipinge, chi ...... e chi fa poesia.
Le stesse cose possono essere fatte, invero, da una medesima persona, ma il tutto diventa assai faticoso! In realtà, si può affermare che ho amato la poesia pur non avendo, molto, letto i poeti. Qualche saggio afferma che i poeti amano solo ascoltare i propri versi.

Amo i poeti maledetti: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud & C. , Esenin, Ungaretti, Campana, Boine, Sbarbaro... insomma... quelli che stanno alla larga dalle prebende!
La poesia nasce, in genere, perché si è innamorati o perché si è molto incazzati con la vita.
Ed a volte è terapeutica.
Guardando il mondo che fluisce immaginifico, ci si disinganna... ma occorre non prendersi troppo sul serio: ho visto poeti disposti a vendersi la nonna pur di frequentare il Circolo degli Eletti!