Valdaveto.net > Emigrazione > Rubrica 'Piccola storia dell'emigrazione da Priosa d'Aveto (1806 - 1924) e genealogie' > Piccola storia dell'emigrazione a Priosa d'Aveto (capitolo 11)
Il giorno 1 maggio 1999 venne inaugurata la mostra Omaggio a Pier Maria Canevari allestita da Giovanni Ferrero ed ospitata dal Comune di Davagna presso il Santuario di Nostra Signora delle Vittorie alla Scoffera.
Il Comune di Davagna, contemporaneamente, ospitò nel salone parrocchiale la mostra itinerante Matteo Vinzoni, Cartografo della Serenissima Repubblica allestita da Giovanni Ferrero.
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Pagina pubblicata il 29 dicembre 2004, letta 7128 volte dal 23 gennaio 2006
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Il fratello di Repetto
Agostino fu Simone detto "Dindiu", ossia Antonio Repetto, che abitava a Codorso,
sposò Biggio Maria fu Gio Maria, nata a Cardenosa nel 1825 e morta il 23 Marzo
1872.
Loro figli furono Repetti Gio Batta fu Antonio, nato nel 1845, detto
"u Stin", Repetto Gio Maria detto "u Rubin" nato a Codorso nel 1850 e Repetto
Maria detta "Maiettina" nata nel 1840.
Gio Batta, detto "u Stin", sposerà
Sbarbaro Maria Chiara detta "a Bella" della famiglia degli "Stecche" di Villa
Sbarbari. Loro figli saranno Maria, Giulia e Agostino detto
"Stinulin".
1) Maria
sarà sposa d'Agostino Repetti, d'Antonio fu Simone e fu Rosa Garbarini, nato a
Codorso il 27 marzo 1874, detto "Stinin" o "u Caurnia", della famiglia "Tre
Palmi".
Loro figli saranno: Antonio detto "Gippin", Teresa detta
"Teresitta", Rosa, Palmira, Cina, Adele detta "Delinna", Luigi detto
"Luigin", Mario, Edoardo Guglielmo e Vittoria detta "Vitturin-a".
Il padre,
d'Agostino detto "u Caurnia", era Repetto Antonio, fu Simone e fu Rosa
Garbarini, detto "Tre Palmi", contadino, nato a Codorso nel 1833.
Sua madre
era Garbarini Maria, d'Antonio e fu Rosa Garbarini, nata a Costafinale nel 1841.
Suoi fratelli erano: Simone detto "Scimunottu" nato a Codorso il 24 Dicembre
1866 e morto a Codorso il 3 Marzo del 1914, e Antonio detto "Tugnalla" nato il
19 Luglio 1871 e morto nel 1945.
Antonio detto "Tugnalla" lavorerà in porto
a Genova nella Compagnia dei "Carbunè", ossia gli scaricatori del
carbone.
Suo zio era Repetti Simone di Simone, nato a Codorso nel 1844,
marito di Raggi Maria Elisabetta, fu Antonio e fu Rosa Biggi, nata alla Garba il
5 Gennaio 1845.
Natale, ossia il figlio di Simone e Maria Elisabetta, era
detto "Natalottu" o "Natalin".
Nato nel 1881, lavorerà in porto a Genova
nei "Carbunè".
Il fratello d'Agostino detto "Caurnia", ossia Simone Repetto
detto "Scimunottu", sposò Sbarbaro Angela d'Antonio, detta "Angerinin", nata a
Sbarbari, della famiglia dei "Lallin".
Loro figli furono: Antonio detto
"Tognalin", Maria Catterina detta "Catèinin", Assunta detta "Suntin-a", e
Rosa.
Antonio detto "Tognalin" nato nel 1893, morirà nella Grande
Guerra 15/18.
Caterina Maria, detta "Catèinin", nata a Codorso nel 1896,
sposò Agostino Repetti di Gio Batta, detto "Garibaldi", nato a Codorso nel 1891,
della famiglia dei "Munin" di Codorso.
Agostino detto "Garibaldi" lavorerà
nei "Carbunè".
Assunta detta "Suntin-a", nata a Codorso nel 1905, sposò
Repetto Attilio detto "Tilliu", nato a Codorso nel 1903, ossia il figlio
d'Agostino detto "Repettu" o "Tidella".
Rosa muore nel corso di un'epidemia
d'ispaniola.
Intorno al 1917/18 si racconta che in seguito
all'epidemia d'ispaniola morirono in Parrocchia di Priosa circa 20
bambini. Si diceva che all'epoca Calzagatta fosse la frazione più
popolata.
Riguardo alla ispaniola o "spagnola", Cfr.: Giacomo
Bernardi, La "spagnola" a Borgotaro e nei Comuni della Valle, Chiavari,
2003.
Nello Stato delle Anime della parrocchia di Priosa del 1889 si
registrano a Codorso:
Garbarini Maria vedova del fu Antonio ed i figli
Simone detto "Scimunottu", Antonio detto "Tugnalla" ed Agostino detto "Stinin" o
"Caurnia".
Nella casa accanto sono registrati: Repetti Simone fu Simone,
fratello del defunto Antonio fu Simone, la moglie Raggi Elisabetta ed il figlio
Natale detto "Natalottu".
Nello Stato delle Anime della parrocchia di
Priosa del 1894 si registrano: Repetti Simone fu Simone, detto "Lelè" perchè
balbuziente, Natale, detto "Natalottu", suo figlio; poi Garbarini Maria vedova
di fu Antonio Repetti e i suoi figli Simone detto "Scimunottu", Antonio detto
"Tugnalla" ed Agostino detto "Caurnia", ed ancora Angiola Sbarbaro, detta
"Angerinin-a", moglie di Simone fu Antonio, e Antonio, detto "Tognalin", loro
figlio.
2)
Giulia sorella di Maria, di Gio Batta detto "u Stin", sposerà Giuseppe Repetti,
detto "Pippin" o "u Sciaibu", nato a Codorso il 23 Gennaio 1876, figlio
d'Agostino detto "Barbottu" e di Maria Garbarini.
Avranno i figli Giovanni
detto "Giuanin", nato a Codorso nel 1900, ed Emilio detto "Miliu" nato a Codorso
nel 1901.
Giuseppe detto "Pippin ed in seguito suo figlio Emilio lavoreranno
nella Compagnia dei "Carbunè", ossia gli scaricatori del carbone del
porto di Genova.
Il padre di Giuseppe, ovvero Agostino Repetti detto
"Barbottu" era emigrato con la moglie Maria Garbarini, detta "Marustin-a", in
America.
Si racconta che rimasero per tre anni in America.
Maria
rammentando la traversata in Atlantico soleva ripetere "Vurriè che fise affundàu
u barcu!", ovvero "Avrei voluto che fosse affondata la nave!" Evidentemente per
metter fine ai patimenti.
3)
Agostino Repetti, di Gio Batta detto "u Stin", fratello di Giulia e Maria si
sposerà in Piemonte, e venderà le sue proprietà a Codorso ai
cugini.
Il fratello di Gio Batta detto "u Stin", ossia Gio Maria
detto "Rubin", sposerà Perazzo Maddalena, di Gio Maria fu Agostino e fu
Maddalena Perazzo, detta "Maietta", nata a Pianazze nel 1856, della famiglia
"Santo".
Loro figli saranno Rosa, Maria, Agostino detto "Garibaldi", e
Assunta.
1) Rosa
sposò Antonio Repetti, d'Antonio fu Stefano e di Raggi Giulia, detto "Toto",
della famiglia dei "Tangardin", già "Stevan", delle Mandriole.
2) Maria sposerà Giuseppe Repetti, d'Antonio e di
Boitano Rosa, detto "Pippin", di Codorso, della famiglia de gli "Urpettin" poi
"Pilatti".
Il padre di Giuseppe, ossia Antonio Repetti fu Andrea, era nato a
Codorso nel 1840.
Le sorelle d'Antonio Repetti furono: Elisabetta, nata a
Codorso nel 1842, a Genova da 9 anni nel 1880, Agostina, nata a Codorso nel
1850, in America da 20 anni, Catterina, nata nel 1859, a Genova da 7 anni nel
1880 e Maria nata a Codorso a Genova da 15 anni, ed infine Rosa.
Il nonno di
Giuseppe, ossia Repetti Andrea fu Stefano, contadino, nato a Codorso nel 1799 e
morto il 4 Dicembre 1868, sposò Boitano Rosa fu Antonio, nata a San Vincenzo
(del Favale) nel 1815.
Nello Stato delle Anime della parrocchia di
Priosa del 1894 si registrano a Codorso:
Repetti Antonio fu Andrea detto
"Orpettino", Boitano Rosa sua moglie, ed i figli Andrea, detto "Driottu",
Giuseppe, detto "Pippin", Maria detta "Marinin" e Francesco, detto
"Vitturin".
Andrea detto "Driottu" sposerà Repetti Rosa figlia di Gio Maria
Repetti, detto "Girumottu", di Cardenosa "Ca' da Bassu".
Andrea lavorerà in
porto a Genova nella Compagnia dei "Carbunè".
Giuseppe detto "Pippin"
sposerà in prime nozze Maria Repetti d'Antonio, sorella d'Agostino detto
"Garibaldi".
Rimasto vedovo, Giuseppe sposerà Maria Repetti di Gio Maria,
detta "Meri" figlia del "Girumottu".
"Pippin" lavorerà nella Compagnia
dei "Carbunè", ossia gli scaricatori del carbone del porto di Genova.
Sua
sorella Maria detta "Marinin" sposerà Pietro Agostino Repetti di Gio Maria,
detto "Stinin", figlio del "Girumottu".
Francesco, detto "Vitturin" sposerà
Virginia Repetti di Cardenosa.
3)
Agostino detto "Garibaldi", nato a Codorso nel 1891, sposerà Repetti Catterina
Maria di Simone.
Il papà di Catterina Maria, ossia Simone Repetto fu Antonio
detto "Scimunottu", era nato a Codorso il 24 Dicembre 1866, apparteneva alla
famiglia "Tre Palmi".
Sua mamma era Sbarbaro Angela d'Antonio, detta
"Angerinin", nata a Villa Sbarbari il 21 Febbraio 1870, della famiglia dei "Lallin".
Caterina, nata a Codorso nel 1896 sarà detta "Cattèinin".
Agostino
lavorerà in porto a Genova nella Compagnia dei "Carbunè".
4) Assunta, sposerà Andrea Repetti, d'Antonio fu
Stefano, detto "Drin" delle Mandriole, fratello di "Toto".
Il padre d'Andrea
e Antonio detto "Toto" era emigrato a Roma con la moglie, mentre un loro zio,
ossia Domenico Repetti, con la moglie, era emigrato in America.
La
sorella di Gio Batta e Gio Maria Repetti d'Antonio della famiglia dei "Munin",
ossia Maria detta "Maiettina" sposerà Sbarbaro Gio Batta fu Antonio detto
"Bacciollu", nato a Villa Sbarbari nel 1836, della famiglia degli "Zoppi" di Sbarbari.
Avranno i figli:
Giulia, nata il 28 marzo 1863,
Antonio detto "barba
Cirillu" nato il 20 Giugno 1876,
Maria Catterina, nata il 18 aprile 1880,
sposerà Giovanni Sbarbaro detto "Giuanetta", figlio d'Antonio detto "Tugnollu",
e morirà di parto il 17 Ottobre 1901.
Antonio Sbarbaro detto "Cirillu",
sposerà Maria Virginia Sbarbaro, d'Antonio fu Andrea detto "Tognu" e di Rosa
Sbarbaro fu Antonio, della famiglia dei Maxin-a, nata a Villa Sbarbari il 1
Giugno 1879, sorella d'Andrea detto "Dria".
Antonio Sbarbaro, detto "Tognu",
e il figlio Andrea emigrarono per qualche tempo a Roma.
Antonio Sbarbaro
detto "Cirillu" per un certo periodo lavorerà in porto a Genova, forse nei
"Carbunè".
Si racconta che la casa di Sbarbaro Bartolomeo, detto
Bertumè o Giullàn, a villa Sbarbari era affittata a certo Andrea
Perazzo fu Andrea, detto Driaggin, nato a Pianazze nel 1853 circa, della
famiglia "Penìu".
Il Driaggin quando pagava l'affitto a Bartolomeo e
vedeva questi infilare i soldi in tasca senza nemmeno contarli, rimaneva
allibito, pensando a tutte le fatiche fatte per mettere insieme quel
gruzzolo.
Soleva ripetere: "Anti co! Che lè u si caccièia a brettiu in ta
stacca e mì i tegnìa tantu d'accùntu", ovvero "O mio cuore! Lui se li
buttava (i soldi) alla rinfusa nella tasca ed io che li tenevo così in gran
conto".
Andrea Perazzo per sbarcare il lunario andava in Toscana a vendere le
rocche per filare la lana.
Il ricordo del mestiere di venditori
ambulanti di rocche e fusi, strumenti indispensabili per filare
artigianalmente la lana, era forse rimasto come soprannome a due famiglie di
Calzagatta dette i "Rucchette" e i "Fusajo".
Bartolomeo Sbarbaro era cugino
d'Andrea Perazzo.
La mamma d'Andrea Perazzo, ossia (Maria) Rosa Sbarbaro, fu
Giovanni e fu Ferretti Giovanna, nata a Villa Sbarbari nel 1827, era sua zia.
Rosa, era sorella della mamma di Bartolomeo.
Bartolomeo era detto de
Giullàn o semplicemente Giullàn, perchè sua madre si chiamava Giulia.
Nei nostri monti, era consuetudine che i figli di madre vedova acquisissero
l'appellativo della madre. Indi, de Giullàn, de Candin, da Cattun, da
Maxin-a, ecc.
Giulia Sbarbaro, fu Giovanni e Giovanna Ferretti, nata a
Sbarbari nel 1825 circa, aveva la residenza in America intorno al 1880.
Era
all'epoca già vedova d'Andrea Sbarbaro, col quale si era presumibilmente recata
in America fra il 1852 e il 1855.
Suo figlio primogenito, ossia Agostino
Sbarbaro fu Andrea, nato a Villa Sbarbari nel 1851, all'epoca risiedeva in America da
24 anni, quindi dal 1856 circa.
Il secondogenito Giovanni, detto "Ciou" era
nato in America nel 1859.
Bartolomeo era nato probabilmente verso il 1860.
In un atto di citazione per una lite riguardante i confini fra il Comune di
Favale di Malvaro e i territori appartenenti agli abitanti del paese di
Sbarbari, datato 1901, Giulia Sbarbaro aveva la residenza legale a Favale di
Malvaro.
I figli, invece, avevano la residenza nel comune di Santo Stefano
d'Aveto.
Altri Perazzo forse del ramo di Pianazze stabilitisi ai primi
del 1800 a Calzagatta erano emigrati in America.
Erano Perazzo Domenico, di
Gio Maria fu Andrea e fu Antonia Fulle (o Cella), nato a Calzagatta nel 1850,
della famiglia dei "Rocchetta", e sua sorella Perazzo Serafina di Gio Maria,
nata a Calzagatta nel 1852 circa.
Nel 1880, secondo il Registro della
Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto (Parrocchia di Priosa),
risultano emigrati in America da circa 9 anni, quindi dal 1871.
I loro
fratelli Gio Maria fu Gio Maria, nato a Calzagatta nel 1848, e Giovanni, nato
nel 1854, erano rimasti a Calzagatta.
Gio Maria sposò Casazza Catterina, di
Giacomo e Giulia Sbarbaro, nata a Villa Sbarbari nel 1829, della famiglia dei
"Grassi".
Ebbero i figli Antonio, nato a Genova il 7 Giugno 1878, e Giulia,
nata il 4 Aprile del 1874.
Nello Stato delle Anime della Parrocchia di
Priosa del 1889, a Calzagatta è rimasto il patriarca Gio Maria fu Andrea con la
moglie Repetti Catterina e il figlio Perazzo Giovanni.
L'altro fratello Gio
Maria, probabilmente è stanziato a Genova, come già visto.
Nello Stato
delle Anime del 1894 figurano Perazzo Gio Maria fu Gio Maria, Boitano Maria
moglie di Gio Maria e i loro figli Giovanni e Giulia, quindi Perazzo Catterina
madre di Gio Maria, Casazza Catterina vedova di fu Giovanni e suoi figli Antonio
e Carlo.
Dal che, si evince che il prete ha fatto confusione.
In realtà
Boitano Maria è moglie di Perazzo Giovanni, e Casazza Catterina è vedova di
Perazzo Gio Maria.
In seguito i figli di Perazzo Giovanni e di Maria Boitano,
detta "a Perazzin-a", ossia Giovanni e Luigi si recheranno migranti in America.
In Italia rimarranno Dalmazio, detto "Dalmazziu", nato nel 1896, Maria
Teresa, detta "Teresitta" o "lalla Térre", nata nel 1903, e Cesare detto
"Cè".
Bartolomeo Sbarbaro era d'animo nobile, e alla fine lasciò al
cugino Andrea Perazzo di Pianazze, detto Driaggin, la casa degli avi in
quel di Sbarbari. Visto che aveva fatto restaurare una casa a Priosa, ove
abitava quando soggiornava in Italia.
Si racconta ancora che quando giungeva
al paese si faceva accompagnare in giro per il contado dal suo amico
Piri, anche lui emigrato in America ma alfine tornato al paese.
Bartolomeo s'issava a cavallo e Piri o "Perin", tenendo per la
cavezza l'animale, affittato da G. B. Agostino Sbarbaro detto "Moru" di
Sbarbari, lo conduceva a zonzo.
Il fratello di Piri, ossia Andrea
Repetti, fu Giovanni di fu Benedetto, detto "Giacumin", emigrò in seguito in
America.
Al ritorno aveva aperto un'osteria a Parazzuolo, detta "da a
Biunda", ossia "dalla Bionda", soprannome dato alla moglie.
Si diceva che
gli avi di detti Repetti fossero originari di Ghiriverto, parrocchia di Priosa
d'Aveto.
Bartolomeo Sbarbaro, ormai anziano, dopo il 1924 diradò
probabilmente le visite al paese di Sbarbari.
Ogni tanto mandava il
figlio.
Si racconta che un giorno il figlio di Bartolomeo giunse a
Sbarbari per vedere il famoso ponte di cui gli parlava con orgoglio suo
padre.
Alla costruzione del manufatto Bartolomeo Sbarbaro aveva contribuito
organizzando, con Giacomo Umberto Sbarbaro detto "Bertin", una colletta presso
i paesani di New York.
Era il ponte sul fiume Aveto, costruito per
permettere ai valligiani l'accesso ai possedimenti oltre il fiume, ed in specie
alla pista, o strada, che passando per Arena, immetteva a Favale
di Malvaro e quindi verso Monleone e Cicagna.
Giunto in paese fu accompagnato
da Luigi Sbarbaro, d'Andrea fu Agostino, nato in America nel 1877 circa, della
famiglia degli Stecche, che parlava l'Americano per esser vissuto in
gioventù a Chicago e là aver avuto residenza.
Nell'anno 1894 col padre
Andrea erano già tornati a Sbarbari.
Luigin du Zergha, così era
chiamato Luigi a causa dell'appellativo dato a suo padre Andrea, portò il figlio
di Bartolomeo Sbarbaro verso il decantato ponte.
Quest'ultimo, memore dei
ponti americani, mentre si dirigevano in loco, scrutava verso l'alto in cerca
del manufatto.
Grande fu la delusione quando giunse verso la fine del paese e
gli fu mostrato un misero ponticello, a due fornici e tre pile, che scavalcava
l'Aveto, privo ancor delle rampe d'accesso.
Luigin, che era un
burlone, soleva ripetere ai paesani quando raccontava l'episodio: "U se creddèia
de vèi u punte de Brukklin", ossia "Credeva di vedere il ponte di
Brooklin".
Il misero ponticello fu costruito in economia col contributo
di tutte le famiglie del paese.
Capomastri barba Cirillo, ossia
Sbarbaro Antonio di Gio Batta, nato nel 1876, della famiglia dei Munin, e
Antonio Sbarbaro di Giovanni Battista, detto Tugnin du Bumbetta, per via
dell'appellativo dato al padre, nato nel 1905, della famiglia dei "Lallin".
Antonio era nipote di Giacomo Umberto Sbarbaro, detto Bertin, della
famiglia dei Lallin, braccio destro di Bartolomeo Sbarbaro detto
Giullàn.
Si racconta che riconoscente Bartolomeo, alla sua morte,
lasciò a Giacomo Umberto una regalia di mille dollari.
Il denaro inviato
dall'America da Bartolomeo Sbarbaro e soci per la costruzione del ponte, si
parlava all'epoca di circa 400 Lire, finì nelle mani d'italiche genti.
Mai fu recuperato.
Il ponte perciò s'iniziò solo nel 1932.
La sabbia per
la costruzione fu reperita presso la Cappelletta fatta erigere in
località Massapello da certi Cella della famiglia dei "Monatti" di Villa Cella ,
ovvero in sponda opposta a detta costruzione. Le pietre furono trainate con la
"bena" recuperandole lungo il fiume Aveto.
Nel Luglio del 1936 si gettò la
soletta di copertura.
In seguito si eseguirono le scarpate. Ciò favoriva
l'accesso al manufatto con le mucche.
Il ponte di Sbarbari, nonostante le
traversie registrate per arrivare alla sua costruzione, ha resistito indenne a
tutte le alluvioni che sinora si rammentano, in specie a quella storica del
1966.
Il ponte fu un'opera essenziale, perchè durante le piene invernali chi
rimaneva di là del fiume Aveto era costretto ad andare a dormire nel villaggio
d'Arena in Val Fontanabuona.
Prima del ponte v'era una "Pedagna", o "Piana",
ovvero una passerella.
Era costituita da un'asse di legno legato ad una
catena per impedire al fiume, in caso di piena, di trascinarlo
via.
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Ringraziamenti
L'autore desidera ringraziare tutti coloro che, in qualche modo, hanno contribuito con la loro passione ad illustrargli avvenimenti datati allo scopo di ricordare i vecchi parrocchiani in una sorta di genealogia.
Per le preziose informazioni ricevute l'autore ringrazia sentitamente
Ersilia
Sbarbaro, Alfredo (Fredu) Sbarbaro, Italo Sbarbaro, Giovanni
(Giannin) Sbarbaro, Luigina (Luigin-a) Biggio, Stefano
(Stèa) Biggio, Ada Repetti, Armanda Repetti ed Enza Poirè.
L'autore ringrazia inoltre:
don Emilio Coari, Maria Antonietta Cella, Antoniuccia Sbertoli, Sandro Campomenosi.
Note
Ci scusiamo con chi avrà la ventura di leggere questa specie di Dinasty: spesso
siamo stati costretti a ripetere le formule detto "......" , della
famiglia dei "......" oppure abbiamo citato a corollario gli avi del
soggetto analizzato.
Dati i frequenti casi d'omonimia
che si registrano nelle nostre valli, tutto ciò è stato inevitabile.
Speriamo di aver chiarito, al meglio,
la non sempre facile attribuzione di parentela.
Avvertiamo che la doppia declinazione dei cognomi è un
fatto assodato nei nostri paesi; a causa d'errori di trascrizione può capitare che, ad esempio, padre e figlio abbiano la desinenza del cognome
diversa.
Quindi troveremo indifferentemente:
Sbarboro - Sbarbaro
Repetto
- Repetti
Ferretto - Ferretti
Biggio - Biggi
Raggio - Raggi
Cordano
- Cordani
Garbarino - Garbarini
Gazzuolo - Gazzolo
Per la stesura delle genealogie ci siamo avvalsi del Registro della Popolazione del Comune di Santo Stefano d'Aveto (Parrocchia di Priosa), giacente nell'Archivio del Comune di Santo Stefano d'Aveto, consultato grazie al permesso dell'allora sindaco Maria Antonietta Cella.
Altresì ci siamo avvalsi dello Stato delle anime della Parrocchia di
Priosa sotto il titolo di S. Gio Batta per l'anno 1889 e dello Stato
d'Anime della Parrocchia di S. Gio Battista in Priosa fatto il 10 Dicembre 1894
(il Parroco D. Stefano Barbieri) consultati grazie all'allora parroco di
Priosa D. Emilio Coari.
I suddetti registri insieme a tutto l'archivio parrocchiale, patrimonio della gente
d'Aveto, hanno preso sfortunatamente la strada
di Bobbio e, quindi, di Piacenza.
Ora si trovano, pare, all'Archivio di Stato di
Piacenza.
Data la notevole difficoltà riscontrata nell'incrociare i dati e nel verificare tutte le fonti, l'autore ringrazia coloro che gentilmente gli segnaleranno eventuali errori od omissioni.
Pagina pubblicata il 15 aprile 2005, letta 9257 volte dal 23 gennaio 2006
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