Valdaveto.net > Usi, costumi, tradizioni, racconti e leggende > Le baracche dei carbunin
I "carbunin", ossia gli stagionali fabbricanti di carbone, vivevano in baracche di
legno con i tetti tamponati da foglie, argilla e zolle di terra. Le zolle,
quando pioveva, venivano ben schiacciate per evitare che l'acqua
penetrasse.
Infine, i carbunin più benestanti, usarono qual isolante
la carta catramata stesa sui tetti.
Le ultime baracche vennero costruite a
legni incrociati, sul tipo di quelle dei pionieri Americani.
I
carbunin dormivano su strati di muschio o foglie, oppure sulla
paglia.
I Toscani erano i più onesti, ovvero non bagnavano il carbone per
farlo pesare di più, quindi si potevano mandare a fare la stagione vicino a dei
corsi d'acqua tranquillamente.
Le loro donne erano delle abili "segantine" e
tutto il giorno maneggiavano il "serrone" per segare gli alberi.
I Veneti,
benché si recassero spesso a messa e non bestemmiassero come i toschi, al
contrario erano "ladri" e rubavano sul peso bagnando il carbone.
I
Bergamaschi ed i Bresciani erano i più "sporchi".
Andare nelle loro baracche
significava caricarsi di "prùsce", ovvero pulci, e "lèndene", ovvero
pidocchi.
Se facevano il carbone in punti ventilati i poveri carbunin
vedevano bruciare più di una carbonina, a causa della troppa
ossigenazione.
Si racconta che una donna di un carbunin veneto venne a
Casanova di Rovegno col marito ed i figli piccoli. I figli li lasciò all'ostessa
(madre di Michele) fintanto che ella e suo marito avessero costruito la misera
baracca nel bosco.
I bimbi piccoli ben presto come si dice in gergo "si
sporcarono", ovvero si fecero la cacca addosso.
Nel fagotto, che la donna
veneta aveva lasciato all'osteria, vi erano povere robe e neppure un "cambio"
per i piccini.
L'ostessa si mise a tagliare dei panni per i bimbi, poi fece
il giro delle case e tutti donarono qualche cosa per i piccoli
carbunin.
Al ritorno la madre esclamò: "La Madonna mi ha concesso una
grazia!"
Commossa volle ringraziare i paesani.
La stagione dei carbunin andava da maggio ad ottobre e il taglio del bosco era regolato da precise norme,
che talvolta venivano disattese a seconda dell'onestà o della disperazione dei
contraenti.
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Pagina pubblicata il 4 maggio 2005, letta 6138 volte dal 23 gennaio 2006
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