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Per le antiche mulattiere tra Rezzoaglio e la Squazza

Escursione molto interessante con numerose possibili varianti

di Giorgio Venturini

Prima della costruzione dell'attuale strada carrozzabile che percorre il fondo della Val d'Aveto, i vecchi tracciati delle mulattiere si tenevano distanti dal fiume, evitando le strettoie della valle e i terreni che si allagavano durante le piene.
Ancora oggi è possibile percorrere i sentieri che collegavano i paesi del versante meridionale della Val d'Aveto e raggiungere il crinale che si affaccia verso il mare, toccando frazioni escluse dalla strada asfaltata e vecchi casoni, in un ambiente che ci aiuta a capire i ritmi di una vita oggi scomparsa.

L'itinerario qui descritto percorre in parte il "Sentiero della Resistenza" descritto da Carlo Bertelli, Sandro Sbarbaro e Fulvio Tuvo nell'articolo "Il sentiero della Resistenza: da Borzonasca a Rezzoaglio", pubblicato su Valdaveto.net e sulla Rivista del CAI (novembre-dicembre 2006) con ampi cenni storici e ambientali.

Carta relativa agli itinerari descritti nell'articolo

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Da Rezzoaglio Basso possiamo raggiungere Rezzoaglio Alto, evitando la strada asfaltata, per due itinerari che iniziano subito dopo il ponte sul torrente Rezzoaglio (il vecchio ponte, crollato per una recente piena, è in attesa di ricostruzione).
Un sentiero scende a destra della strada e percorre gli ampi prati che costeggiano il fiume, per poi giungere dopo una breve salita a toccare l'antico ponte sull'Aveto.
Trascurando il ponte in breve raggiungiamo la piazza della chiesa di Rezzoaglio (attraversando invece il vecchio ponte possiamo imboccare la mulattiera per Esola; molto consigliabile una breve deviazione su un sentiero che, attraversato il ponte, discende per poche decine di metri lungo il corso del fiume fino a incontrare un vecchio ponte, più antico di quello sull'Aveto e seminascosto dalla vegetazione, che valica un ruscello; era questo l'antico tracciato per Casaleggio, oggi impraticabile).
Una seconda possibilità per portarsi a Rezzoaglio Alto è quella di imboccare la vecchia mulattiera visibile sul lato sinistro della strada, in corrispondenza del caseificio, e che ci porta oltre il paese, sulla strada per Santo Stefano d'Aveto, in corrispondenza della nuova sede dell'Ente Parco, di fronte al bivio per il cimitero di Rezzoaglio.
Da Rezzoaglio Alto, attraverso due possibili tracciati, possiamo raggiungere l'abitato di Costafigara e da qui, passando per Villa Cella, arriveremo al crinale tra il Valico della Forcella e i Monti delle Lame da cui scendono le mulattiere che portano verso la Squazza e quindi Borzonasca.
Si tratta di un'escursione molto interessante, che attraversa terreni sempre diversi e che permette numerose varianti.

 

Itinerario A

Da Rezzoaglio Alto seguiamo la carrozzabile fino a Isola Rotonda da dove si imbocca, sulla sinistra, una buona carrareccia che, quasi in piano, raggiunge l'abitato di Calcinara e poi Molini.
A questo punto si deve fare attenzione e seguire il nostro naso di escursionista: occorre cercare una traccia che costeggia in alto il giardino dell'abitazione che sovrasta la carrozzabile e quindi, attraverso un terreno invaso da cespugli, raggiungere in pochi metri una ripida valletta (con tracce di antichi muretti a secco) che ci conduce verso destra a un pianoro erboso circondato da vecchi alberi da frutto e da rovi.

Attraversiamo il prato tenendoci sul lato destro e, sempre seguendo il naso ritroviamo un buon sentiero che presto costeggia alcuni orticelli e conduce all'abitato di Costafigara.
Il paese, non esplorabile dal turista a quattro ruote per problemi di parcheggio, offre scorci piacevolissimi e costruzioni in pietra di grande interesse.
In salita percorriamo l'abitato e ne usciamo imboccando la mulattiera che conduce verso Villa Cella.
Fuori dal paese incrociamo il tracciato che proviene dall'itinerario B.

 

Itinerario B

Da Rezzoaglio Alto seguiamo la carrozzabile verso Santo Stefano d'Aveto e, appena lasciato il paese e presso la stazione dei Carabinieri, percorriamo la strada asfaltata che conduce al cimitero.
Sulla sinistra del cimitero una buona mulattiera sale ripida nel bosco che alterna tratti a latifoglia con zone di rimboschimento a conifere.
Terminata la salita il tracciato continua a mezza costa nel castagneto fino a che un'evidente mulattiera, in corrispondenza di un tornante verso sinistra, si distacca verso destra in pendenza dolce toccando vecchi casoni, per poi scendere più ripidamente verso Costafigara ed incrociare l'itinerario A.

Ora seguiamo l'ampio tracciato che, attraversando bei castagneti, si porta prima verso sud e poi a ovest alternando brevi salite a tratti più dolci, costeggia vecchie costruzioni in pietra fino a che, trasformato in sentiero, raggiunge la Cappella della Madonna dell'Alpe con bella vista sulla valle.
A mezza costa e poi in dolce discesa raggiungiamo la carrozzabile per Villa Cella e in breve il paese.
Dal paese, accanto alla chiesa, partono due itinerari segnati.
Il primo, a sinistra, sale subito dirigendosi verso la Cappelletta delle Lame.
Il secondo continua in piano per raggiungere poi il Valico delle Rocche, sulla cresta tra la Cappelletta delle Lame e il passo della Forcella.
Il primo itinerario, che possiamo seguire all'andata, è contrassegnato da tre bolli gialli: sale verso Pian Piletto e poi, con tracciato vario e piacevole, raggiunge una bella faggeta che, risalita senza percorso obbligato, ci porterà a incrociare l'Alta via dei Monti Liguri in prossimità della Cappelletta delle Lame.

Seguiamo ora il tracciato dell'Alta Via verso occidente, sempre ben evidente, fino a toccare il Passo delle Rocche da dove, con tracciato quasi pianeggiante, rientriamo a Villa Cella (percorso segnato con bollo giallo).
In alternativa possiamo continuare sulla cresta per l'Alta Via fino alla Cappella del Bozale (e quindi La Squazza o Cabanne) o fino al Passo della Forcella.

 


 

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Pagina pubblicata il 31 gennaio 2008, letta 7021 volte