Santo Stefano d'Aveto e le sue ville

Toponimi, cognomi e microstorie

di Sandro Sbarbaro
fotografie di Sandro Sbarbaro e Giacomo Aldo Turco

 



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Estratto da: Carta Corografica della Provincia di Genova,
geometra Giovanni B. Mori, Genova, 1928

Le parrocchie ed i paesi sono riportati secondo il senso di scorrimento dell'Aveto.
Per ciascuna villa (o frazione), dopo la pronuncia in linguaggio "avetano" sono riportati alcuni toponimi ricavati dalla analisi di vari documenti:
fotocopie d'originali giacenti in Archivio di Stato a Genova 1,
pubblicazioni cartografiche 2,
i registri della Parrocchia di Priosa d'Aveto (patrimonio delle nostre genti risalente al periodo 1660-1710 e finito, purtroppo, in quel di Piacenza),
pubblicazioni varie 3.

 

Parrocchia dei Santi Angeli Custodi d'Amborzasco   Top

Parrocchia dei Santi Angeli Custodi ad Amborzasco - Aprile 2009 (fotografia di Giacomo Aldo Turco

Montegrosso (823 metri), in avetano si pronuncia "Muntegrossu".
Nel 1549 è detta "Montegrosso", nel 1593 "Montegrosso", nel 1694 "Montisgrossi" o "Villa Montisgrossi", nel 1738 "Montegrosso", nel 1748 "Montegrosso", nel 1803 "Montegrosso".
Il toponimo non ha bisogno di spiegazioni.
Presso Montegrosso è "Ca' d'Atu", ossia "Cadato", che rammenta "La casa di sopra", ex villa, ex osteria, ex prigione.
Verso il Monte Aiona era il "Casone di Nettina" probabilmente appartenuto ad una certa Annettina.

Amborzasco (873 metri), in avetano si pronuncia "Ambrusascu" o "Ambursascu".
Nel 1324 era detta "Ambrosascha", nel 1549 "Ambrosascho", nel 1579 "Amborzasco", nel 1593 "Ambrozasco", nel 1688 "Amborsascho", nel 1694 "Villa Amborsascho", nel 1695 "Amborsaschi", nel 1738 "Amborsasco" nel 1803 "Amborzasco".
Il toponimo potrebbe derivare dalle parole latine "Amburo + ascio" e significherebbe "Bruciare intorno al taglio con l'ascia" (una sorta di "ronco" ante litteram). Ipotesi fantasiosa, ma non meno di altre che sinora hanno circolato.
La Chiesa dei Santi Angeli Custodi di Amborzasco risale forse al XVIII secolo: sul vecchio campanile è la data 1768.
Il buon Roberto Focacci d'Amborzasco alcuni anni or sono mi raccontò un interessante episodio risalente al tempo di Fransèisci (cioè al tempo delle truppe napoleoniche) che gli era stato narrato da alcuni vecchi del paese.
Un dì una lunga fila di soldati stazionava presso i vicoli d'Amborzasco. Pretesero di mangiare e pare che volessero il pane bianco: quello di grano, non quello fatto con misture di farina di castagna tipico dei nostri monti.
Curiosa è la trasposizione semantica fatta dai nostri vecchi in seguito a tal richiesta.
I francesi, indicando gli alberi di castagne, dicevano che non volevano il "pane di blocco" (che in genovese suona pressappoco "pan du broccu", riferendosi al "blocco di Genova" imposto dagli alleati anglo - austriaci) ossia il pane di mistura che si panificava allora.
I nostri contadini mandarono a memoria la frase "pan de brécche" riferendosi ai ramoscelli delle piante.

Casoni d'Amborzasco (1018 metri), in avetano si pronuncia "Cassun d'Ambursascu".
Si divide nei nuclei di "Casoni di Sopra" e "Casoni di Sotto".
Un tempo erano l'alpeggio di Amborzasco.
Nei "casoni" si portavano le bestie sul finire della stagione autunnale, in tal modo si consumava il fieno in loco e s'ingrassavano i pascoli con lo stallatico.

I cognomi più diffusi nella parrocchia d'Amborzasco erano: Focacci, Raggi, Monteverde, Zolezzi.
I Focacci e i Raggi, secondo la tradizione, vennero dalla Toscana in seguito a guerre di fazione, forse nel periodo 1300 / 1400.
I Zolezzi sono originari di Val di Sturla dalla località omonima; immigrati verso il 1500 per lavorare nella foresta della Penna quali boscaioli.

 

Parrocchia di San Michele Arcangelo d'Alpicella   Top

Chiesa di San Michele ad Alpicella - Aprile 2011 (fotografia di Giacomo Aldo Turco

Gramizza (837 metri), in avetano si pronuncia "Gramiza".
Nel 1197 è detta "Grameza", nel 1251 "Grameza", nel 1593 "Gramiza".
Il toponimo deriva forse dal latino "Gramen" che significa erba, prato, pascolo.
Presso Gramizza è il molino dei Monteverde, ancora attivo.

Alpicella (867 metri), in avetano si pronuncia "Arpixella" o "Arpescella".
Nel 1299 è detta "Arpexella", nel 1514 "Larpexella", nel 1530 "Alpisella", nel 1549 "Alpesella, o "Arpesella", nel 1552 "Alpixella", nel 1593 "Arpesella", nel 1695 "Villa Alpicella", nel 1738 "Arpisella", nel 1755 "Alpicella".



Alpicella: architetture paleo avetane (aprile 2009) - Fotografia di Giacomo Turco


Il toponimo è composto dalle parole latine "Alpe + cella": visto che "Cella" vuol dire "camera, magazzino, dispensa, deposito", ma anche "cella, cappella, santuario", è assai difficile una risposta.
Noi, pensando al grano che nasce su questi altipiani, suggeriremmo "dispensa delle Alpi".
Già che siamo in tema d'Alpe, ribadiamo (...cosa che già scrivemmo nel 1999) che il sito "in Alpe Pennino" della Tavola Peutingeriana si trovava sulla catena del Monte Penna, posta a poca distanza.
La chiesa di San Michele d'Alpicella è nominata nel 1299.

Casafredda (861 metri), in avetano si pronuncia "Casafredda".
Nel 1324 è detta "Casafrigida". Nel 1549, nello "Scrutinio della Rendita del marchesato di S. Steff[a]no di Val d'Avato et num[ero] de fuochi di q[ue]lla e confini, fatto a te[m]po del Ecc[ellentissi]mo Conte del Fiesco", è detta "Casa freda", nel 1593 "Casa Fredda", nel 1688 "Casa frigida", nel 1694 e 1695 "Casafrigida", nel 1803 "Casafredda".
Il toponimo indica una "Casa fredda", e l'inverno vissuto a queste latitudini, in una gola ove, in inverno, il sole fa appena capolino, penso suggerì il nome.

Costa Pelata (1062 metri), in avetano si pronuncia "Costa Perà".
Nel 1251 nella "Permuta" o "Investitura" fra Corrado Malaspina e i de Meleto appare, forse, come "Costa Pelegrina".



Alpicella: architetture paleo avetane (aprile 2009) - Fotografia di Giacomo Turco


Nel 1549 è detta "Costa pellata", nel 1688 "Villa Costa pellata".
Il toponimo "Costa Pelata", deriva forse dal fatto che all'epoca non vi erano molti alberi sul sito.
Il topos "Costa Pelegrina", indica una Costa ove abbondano spazi.
È divisa negli insediamenti di "Case di Sopra" e "Case di Sotto".
Fra i due nuclei è la località "Casale", ove ancora si trovano case in pietra a vista di buona fattura.

Gavadi (1191 metri), in avetano si pronuncia "Gavadi".
È divisa nei nuclei di Gavadi e Casoni di Gavadi.
Nel 1681 è citato "Villa delli Casoni delli Gavadi", nel 1688 "Casoni".
La leggenda, suggeritami da Piero Campomenosi (ricordo che questo sito ospita l'articolo I cognomi di Santo Stefano d'Aveto: Campomenosi di Piero Campomenosi), vuole che sia costituito da famiglie venienti dalla località "Gavardo" in Lombardia.
È assodato che alcuni membri della parentela dei Tosi, sicuramente d'origini padane, forse fra i fondatori del paese, erano già fra i nostri monti nel 1511, in seguito a fenomeni di transumanza.
Sopra i Gavadi erano le "Case Vage". Un tempo v'era un'osteria; ora sono ruderi e cascinali.
Più oltre verso il Tomarlo si trovano le "Case Valle Cinque Fieni" e le "Case Brughera".
Oltre Gavadi è la cascata di Gavadi.

Villa Neri (1161 metri), in avetano si pronuncia "I Neigri".
È citato nel 1776 da Panfilio Vinzoni di Matteo come "Case de Negri".
Nel 1797 è detto "Cason dei Neri".
Il toponimo pare indicare un primo insediamento in loco delle famiglie dei "Neri".

I cognomi più diffusi nella parrocchia d'Alpicella erano: Tosi, Bassi, Fugazzi, Repetti, Mazza, Botti.
I Tosi erano d'origine Lombarda.
I Bassi, forse di Val Fontanabuona.
I Fugazzi (il cognome Fugazzi è una variante del cognome Focacci) sono d'origini tosche.
I Repetti, i Mazza e i Botti (ex Botto), concentrati quasi tutti in Villa Neri, sono originari di Val di Sturla; molti vennero a lavorare nelle foreste della Penna qual boscaioli, altri furono "banditi" della Repubblica di Genova.

 

Parrocchia di Santa Maria Assunta d'Allegrezze   Top

Santa Maria Assunta in Allegrezze - Giugno 2010 (fotografia di Giacomo Aldo Turco

La Villa (863 metri), in avetano si pronuncia "Ra Villa".
Nel 1425 è detta "Villa", nel 1549 "la Villa", nel 1593 "La Villa", nel 1579 "Villa", nel 1738 "Villa", nel 1853 "la Villa".
Il toponimo "la Villa" pare indicare origini latine dell'insediamento; d'altro canto all'epoca era posto su un nodo viario assai importante per le strade che giungevano dai passi posti fra il Tomarlo e la zona del Monte Penna e proseguivano verso la direzione delle attuali Alpepiana e Santo Stefano d'Aveto.
Intorno al 1970, i cognomi più diffusi erano Fugazzi, Mazza e Monteverde.

Caselle (774 metri), in avetano si pronuncia "Casélle".
Nel 1549 è detta "Casele", nel 1593 "Caselle", nel 1750 "Lecaselle", nel 1853 "Caselle".
Il toponimo "Caselle" indica una "piccola casa" o una "celletta per api": forse la seconda ipotesi non è tanto peregrina.
Può essere che in questo sito si praticasse l'allevamento delle api come tuttora in Val d'Aveto si continua a fare.
Intorno al 1970 il cognome più diffuso era Fugazzi.

Allegrezze (920 metri), in avetano si pronuncia "Aligrezze" o "Alegresse".
Nel 1287 è detta "Alegreca", nel 1299 "Alegrece", nel 1514 "Alegresia", nel 1530 "Alegrexiis", nel 1549 "Alegrecie", nel 1552 "Allegretia", nel 1570 "Alegrezzie", nel 1579 "Alegrezze", nel 1593 "Allegrezze", nel 1688 "Allegretiam", nel 1853 "Allegrezze".
Sopra Allegrezze erano le "Case Revisto", sotto le "Case Poggio".
Il toponimo deriva forse dal latino "grex" (gruppo d'animali riuniti insieme, gregge, mandria, ma anche cerchia, circolo, setta).
Potrebbe significare "alle greggi" o "alle mandrie".
Ricordiamo che il toponimo "La Villa" in latino significa "proprietà di campagna, fattoria o tenuta" ma anche "villaggio".
Si potrebbe pensare agli insediamenti di Caselle ed Allegrezze in funzione di detto centro, ma è solo un'ipotesi.
La chiesa di Santa Maria d'Allegrezze è citata nel 1287.
Citato da Monsignor Michele Tosi è "il miracolo fatto in Nostra Signora d'Allegrezze", il caso di una veggente di La Villa che, nel 1579, asseriva di aver visto la Madonna.
Intorno al 1970 i cognomi più diffusi erano Badinelli e Monteverde.

Cornaleto (721 metri), in avetano si pronuncia "Curnareiu".
Nel 1694 era detta "Cornareti", o "Villa Cornareto", nel 1853 "Cornaleto". Potrebbe derivare dal latino "Cornus" che significa "Corniolo", quindi "Piante di Corniolo", o semplicemente da "Cornu", "Cornus", che significa "Corno", ma anche "Vetta". Intorno agli anni 70, il cognome più diffuso era Cella.

 

Parrocchia di San Giovanni Battista di Pievetta   Top

Chiesa di San Giovanni Battista a Pievetta - Maggio 2011 (fotografia di Giacomo Aldo Turco

Torrini (777 metri), in avetano si pronuncia "Turrin". Nel 1686 è detta "Villa Ca' de Torrino", nel 1738 "Torre", nel 1853 "Torrini". Fra Pievetta e Torrini era "Casa Cerella".
Ora sono pochi ruderi, ma la tradizione vuole che fosse abitata da un bandito, i cui tre figli fondarono secondo la leggenda, le ville di Pievetta, Pareto e Torrini. Il toponimo, forse seicentesco, pare riferirsi alla presenza in sito di un "Torrino", ossia una piccola torre d'avvistamento e controllo.

Pievetta (904 metri), in avetano si pronuncia "Ra Pè", ossia "La Pieve". Secondo Michele Tosi, Pievetta, era la "Sexegna" citata nel 1161. Nel 1424 era detta "Sesegne". Nel 1549 diventa "La Pietra", forse perché tradotto dal volgare avetano "Ra Pè", contrazione di "La Pieve", nel 1564 (Michele Tosi, ABob XVI-XVII, p. 80), si cita "[...]ecclesia Sancti Johannis Baptiste loci Cesenne Valisavanti, Placentine diocesis", ossia "[...]chiesa di San Giovanni Battista del luogo di Sesenna di Val d'Aveto, diocesi Piacentina", nel 1593 "la Pieve", nel 1692 "Villa Plebis", o "La Pieve", nel 1695 si cita "S. Giobatta della Pieve", nel 1738 "Pieve", nel 1755 "la Pieve", nel 1853 "Pievetta". Sotto Pievetta era "Casa Moglia", tra Pievetta e Pareto era "Casa Muggiano".

Pareto (900 metri), in avetano si pronuncia "Pareiu". Nel 1549 era detto "Pareto", nel 1593 "Pareto", nel 1738 "Pareto", nel 1853 "Pareto".
Fra Pareto ed Ascona erano le "Case Perogrosso".

I cognomi più diffusi nella parrocchia di Pievetta erano, intorno agli anni 70, Pareti e Robelli.

 

Parrocchia di San Bernardino da Mentone, d'Ascona   Top

Ascona (935 metri) in avetano si pronuncia "a Scunn-a".
Nel 1462 era detta "Ascona", nel 1502 "Ascona", nel 1619 "Ascona", nel 1853 "Ascona".
Ascona a lungo fece parte del marchesato degli Edifici o di Gambaro.
Con l'avvento dei piemontesi passò al Mandamento di Santo Stefano d'Aveto.
La chiesa di San Bernardino da Mentone pare esistesse già prima della metà del XVII secolo.
Intorno al 1970 i cognomi più diffusi nella parrocchia d'Ascona erano: Barattini e Laneri.


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Estratto da "Tipo semplicemente dimostrativo di tutto il continente, che resta intermedio frà il Tortonese, Stato di Milano, ed il Piacentino, e Parmigiano da una parte, ed il Stato della Serenissima Repubblica dall'altra" dell'ingegner cartografo Matteo Vinzoni. Archivio di Stato di Genova, 211, B5

 

Parrocchia di Santo Stefano Protomartire, in Santo Stefano d'Aveto   Top

La chiesa di Santo Stefano d'Aveto (fotografia di Sandro Sbarbaro

Santo Stefano d'Aveto (1017 metri), in avetano si pronuncia "San Stè".
Nel 1251 si citano "molendina Sancti Stephani"; nel 1315 "Sancto Stephano Vallis Avanti".
Nel 1324 (Tosi, Archivum Bobiense XVI-XVII, pag. 123) si cita "[...] Gerardi mollinarii de Sancto Stefano"; nel 1351 "Villa S. Stephani". Nel 1424 si cita "Sancto Stefano Valis Avanti"; nel 1496 "Sancto Stephano de Vadavanto" o anche "Sancto Stephano de Valeavanto" o "burgo Sancti Stephani"; nel 1505 "Sancti Stephani de Valle Avanti"; nel 1548 "S. Stefano"; nel 1560 "Sancto Stephano"; nel 1570 "Santo Stefano de Vale Avanto".
Nel 1579 si cita "curie Sancti Stephani Vallis Avanti"; nel 1580 "S[anc]ti Stephani Vallis de Aute"; nel 1549 "Santo Stefano" o "Santo Steffano di Val d'Avato"; nel 1593 "S[ant]o Stef[an]o".
Nel 1630 è citato come "foro mercatorio Sancti Stephani".
Nel 1644 si cita "borgo di S. Stefano".
Nel 1683 "S[anc]ti Stephani vallis Avanti"; nel 1686 "in castro Sancti Stephani"; nel 1690 è citato il "Marchesato di S[an] Stefano".
Nel 1692 è citato "Sancti Stephani status Ex[cellentissi]mi D. D. Principis ab Aurea Landi"; nel 1693 "luogo di Santo Steffano"; nel 1694 "San Stefano"; nel 1709 "S[anc]ti Stephani Feudi excellen[entissi]mi D. D. Principis ab Aurea" oppure "San Stefano"; nel 1738 "San Stefano di Valle d'Avanto"; nel 1755 S[an] Stefano; nel 1803 "Santo Stefano".
Rimarchiamo che nel 1630 compare un secondo documento che cita il mercato di Santo Stefano d'Aveto, dopo quello pubblicato da Giuseppe Micheli negli atti della Società Economica di Chiavari, ovvero la "Relazione della Giurisdizione e delle Entrate del Feudo di Santo Stefano" del 1593, estrapolando: "[...] perché il buon allogiamento sul condur Gente al mercato...".
La chiesa di Santo Stefano esisteva già nel 1315.
Nel 1601 è citata la "Capellania di San Rocco costituita nella chiesa di Santo Stefano, o piuttosto di Santa Maria Maddalena". Cfr. Michele Tosi, Archivum Bobiense XVI- XVII, op. cit., pag. 124.
A Santo Stefano d'Aveto ancor verso la metà del 1900, così rimembrava Roberto Focacci, si svolgeva la rappresentazione della "Passione di Cristo". I paesani si trasformavano in centurioni romani, ladroni, apostoli, pie donne ecc. Alla luce delle fiaccole, la cerimonia culminava con la crocifissione del Cristo.
Ora in Santo Stefano d'Aveto sono inglobati il Villaggio al Pino (1000 m) e La Rocca.
Inoltre le antiche località di:

Gropparo che in avetano si pronuncia "Gruppà".
Nel 1315 era detto "Gropario"; nel 1442 "Gropario"; nel 1593 "Groparo"; nel 1692 "Gropparo" o "Villa Gropparii"; nel 1853 "Gropparo".
Per l'origine del toponimo, vista la vetustà dello stesso, si potrebbe pensare ad un termine alto tedesco.
Secondo Rita Caprini deriva da *Kruppa, che significa massa tondeggiante, rilievo, dosso, ma non è da escludersi il riferimento ad un "Gruppo" di case.

Campomenoso in avetano si pronuncia "Campumenusci".
Nel 1299 era detta "Campolimenoso"; nel 1299 "Campoliminoso"; nel 1307 "Campo menoso"; nel 1324 "Campolemenoso"; nel 1549 "Campo menoso"; nel 1593 "Campomenoso"; nel 1686 "Villa Campomenosis"; nel 1853 "Campomenuso".
Sopra Campomenoso era il "Casone Busarello", un poco di lato sopra Santo Stefano d'Aveto erano le "Casette", fra Campomenoso e Gropparo era la località "la Vigna" nei cui pressi era la torre del Castelà del quale rimangono alcuni ruderi.
Il toponimo "Castelà" a noi pare interessante perché è forse l'unico, in Val d'Aveto, che richiama nel nome un "castellaro" ligure.
Il toponimo "Campomenoso" deriva dal latino "Campus + Limen", quindi "Campo sul confine" (per una ipotesi alternativa sulla origine etimologica del toponimo "Campomenoso" è possibile consultare l'articolo di Piero Campomenosi I cognomi di Santo Stefano d'Aveto: Campomenosi). Ciò può dar adito alla considerazione della presenza in loco di un accampamento di un esercito o di una guarnigione: visto che alle spalle di Campomenoso ancor oggi passano i confini con Piacenza ed ancor prima passavano quelli fra il Marchesato di Santo Stefano d'Aveto e il Marchesato degli Edifici, l'ipotesi meriterebbe di essere valutata.
A Campomenoso si ricorda il lascito, ancora attivo verso gli anni 40 del secolo XX, creato nel 1611 dal Magnifico Angelo Campomenoso per le figlie da maritare.

Roncolongo in avetano si pronuncia "Runculungu".
Nel 1346 era detta "Roncholungo"; nel 1548 "Roncolungo"; nel 1549 "Ronco Longo"; nel 1560 "Roncholongo"; nel 1593 "Roncolongo".
Sopra Roncolongo era la "Casa la Possessione" e le "Cascine di Tenente", ove passava l'antica strada veniente dal Tomarlo alla quale, in costa, si raccordavano quelle venienti dai passi dell'Incisa, del Chiodo e di Romezzano.
Il toponimo rammenta un Ronco lungo, ossia l'esercizio della pratica del taglio del bosco e successiva bonifica, per la trasformazione del terreno in zona prativa, esteso per lungo.

I cognomi più diffusi nella parrocchia di Santo Stefano d'Aveto, intorno agli anni 70, erano, secondo ciò che riportavano Gino Macellari e Gian Franco Scognamiglio in "Valtrebbia e Valdaveto, guida antologica", ai quali ci siamo attenuti, escluso qualche aggiunta, per compilare le liste dei cognomi: Campomenosi, Cella, Carpanese, Razzetti, Monteverde, Pareti.

 

A tal proposito inseriamo altre liste per ciò che riguarda Santo Stefano d'Aveto, per avere dei termini di raffronto.
La prima lista la desumiamo dallo Stato delle anime della Parrocchia di Santo Stefano d'Aveto, del 1621, riportato da Michele Tosi in ABob XVI - XVII, p. 137, ove f. è il numero di famiglie con tale cognome.
(Alla nota) "118. Ecco i cognomi in base agli insediamenti e col numero delle famiglie.
A Campomenoso, Campomenoso e Razzetto;
a Gropparo, Rosso (f. 6);
a S. Stefano, Bernero (f. 2), Bertuzzo (f. 3), Bianco (f. 3), Boron, Borzone, Calabria, Campomenoso (f. 2), Chiesa (f. 4), Crovo (f. 3), Marrè, Pareto (f. 2), Pasquale, Pilato (f. 3), Rosso, Tassi (f. 15);
a Roncolungo, Campomenoso (f. 3), Gogno (f. 4), Razzetto (f. 8), Tasso (f. 3)".
In questa prima lista s'individuano i Borzone ed i Marrè, come provenienti da Val di Sturla. I Calabria giunsero, forse, al seguito d'Antonio Doria primo marchese di tal casata in Aveto.

I Rossi, si dicono originari del parmense, ma non si deve escludere l'origine autoctona.
Un tizio dai capelli rossi, chiamato col soprannome di "Rosso", visto che a Santo Stefano abbonda chi presenta questa particolare colorazione dei capelli, ci sarà pur stato intorno alla fine del medioevo... stessa cosa vale per i Bianco, o Bianchi, sempre per via della colorazione.
I Tassi, si dicono originari del Lombardo-Veneto, ma un tizio soprannominato "Tasso", da cui la cognominazione della famiglia a lui facente capo, forse non era improbabile a queste latitudini, anche se la florida posizione sociale raggiunta dai membri di questa famiglia, in Santo Stefano d'Aveto già ai primi del 1500, sembra far propendere, seppur fra dovute cautele, per un presunto legame degli stessi, come alcuni studiosi sostengono, col ramo dei Taxis, detentori del traffico postale, tramite corrieri a cavallo.
Rammentiamo che la Val d'Aveto all'epoca, era un nodo di vitale importanza nelle comunicazioni, quindi nelle strategie politiche dei vari casati. Notevoli i coinvolgimenti dei Tassi e dei della Cella, nelle dimostrazioni armate contro i Malaspina, a favore di Gian Luigi Fieschi detto il "Grande". Notiamo che anni prima alcuni membri delle due, turbolente, casate banditi da Francesco Malaspina di Mulazzo intorno al 1493, chiesero aiuto e tutela per tornare alle loro abitazioni, in territorio avetano, proprio a Gian Luigi.
Noi non escluderemmo, indi, un'ascesa sociale dei Tassi, legata al contributo dato nelle vicende fliscane per l'acquisizione di Santo Stefano (d'Aveto) e del suo castello. Cfr. Michele Tosi, "Orandum laborandum legendum" nel segno di Colombano: da S. Pietro in Ciel d'Oro alla pieve d'Alpepiana, pp.130-140. Cfr. Emilio Podestà, "La Valle dell'Aveto dai de Meleto, Vassalli dei Malaspina, A Gian Luigi Fieschi", in "I Fieschi tra Papato ed Impero", a cura di Daniele Calcagno, Lavagna 1997, p.397.
I Bertuzzi (o Bertucci), già presenti nel 1504, probabilmente derivano da tal Alberto, detto Berto, o Bertuccio, come si evince da tal Muzio de Bertucio.

La seconda lista, o elenco, la desumiamo da un atto rogato dal notaio Nicolò Repetto, ove si registrano i membri della Confraternita di San Lorenzo in Santo Stefano d'Aveto per l'anno 1690. Da detto elenco riportiamo un regesto, con i cognomi dei confratelli:

1690- Oratorio e Confraternita di San Lorenzo del luogo di Santo Stefano (d'Aveto)-
Priore: Ottaviano Borzone fu Signor Gio Battista.
Vice Priore: D. D. Stefano Pareto fu Gio Battista.
Consiglieri e rispettivi ufficiali dell'Oratorio: Capitano Giacomo Tassi fu Domenico, Stefano Fogliacci fu Battista, Giacomo Berneri fu Antonio, Vincenzo Borzone fu Gio Andrea.
Confratelli: Giovanni Campomenosi fu Domenico, Pietro Paolo Borzone figlio d'Ottaviano, Antonio Tassi fu Gio Maria, Lorenzo Berneri fu Antonio, Antonio Tassi fu Gio Agostino, Antonio Campomenosi fu Domenico, Gio Maria Tassi fu Lorenzo, Giovanni Andrea Campomenosi figlio di Gio, Marco Antonio Tassi figlio di Gio Maria, Antonio Brizzolara figlio di Cristoforo, Giovanni Brizzolara figlio di Cristoforo, Domenico Tassi fu..., Gio Maria Berneri fu Francesco, Gio Antonio Campomenosi figlio di Giovanni, Gio Tommaso Tassi figlio d'Agostino, Antonio Maria Tassi fu Francesco, Cristoforo Rossi fu Antonio, Antonio Pilato (o Pilati) fu Pellegrino, Stefano Tassi fu Gio Maria, Stefano Tassi fu Gio Agostino, Leonardo Bertucci fu notaro Ottavio, Gio Andrea Tassi fu Antonio, Antonio Borzone figlio d'Ottavio, Antonio Maria Tassi figlio di Pietro Giacomo, Cristoforo Brizzolara fu Giovanni, Pellegrino Bertucci fu Antonio, Antonio Berneri fu Francesco, Gio Maria Tassi fu Francesco, Cesare Tassi fu Marc'Antonio, Giacomo Fogliacci (o Fogliazzi) figlio d'Antonio, Bertone Mazza fu Agostino, Pietro Fogliacci fu Bartolomeo, Gio Domenico Rossi, fu Antonio, Didaco Tassi fu Gio Battista, Stefano Razzetto fu Battista, Giovanni Bianchi figlio di Gio Geronimo, Carlo Emmanuele Tassi figlio di Cesare, Francesco Fogliacci figlio d'Antonio, Giovanni Battista Tassi fu Gio Agostino, Francesco Pareto fu Gio Battista, Giovanni Fogliacci figlio di Pietro, Gio Antonio Gogno fu Tommasino, Giovanni Campomenosi fu Giovanni, Antonio Maria Gogno fu Stefano, Antonio Fogliacci fu Battista, Gio Battista Rossi fu Giovanni, Gio Maria Tassi figlio di Gio Battista, Giovanni Fogliacci di Antonio, Bernardo Gogno fu Tommasino, Angelo Maria Badinelli figlio di Giovanni, Luca Maria Badinelli fu Luchetto, Benedetto Marrubbi fu Bernardo, Alessandro Calamari fu Vincenzo, Giovannetto Razzetti fu Benedettino, Antonio Volpe figlio di Gio Maria, Antonio Volpe fu Giovanni, Tommaso Marubbi fu Bernardo, Agostino Calamari fu Vincenzo, Antonio Lovari (o Lupi) fu Domenico, Cristoforo Corvo (o Corvino) figlio di Tommasino, Bernardino Traversone figlio di Michele, Antonio Filippacci figlio di Andrea, Gio Maria Traversone fu Cristoforo, Benedetto Monteverde fu Bernardo, Francesco Pagliughi fu Giovanni, Pellegrino Fugazzi figlio di Bernardo, Agostino Raggi fu Giovanni, Andrea Fugazzi (o Focacci), figlio di Bartolomeo, Giovanni Fugazzi figlio di Gio Maria, Alessandro Bernardi fu Antonio, Lazarino Badinelli fu Battista, Giovanni Casella fu Andrea, Luciano Raggi figlio di Giovanni, Lucchetto Cuneo fu Giovanni, Tommaso Raggi fu Giovanni, Tommasino Pareto figlio di Gio Maria, Battista Basso fu Carlo, Francesco Casella figlio di Pasquale, Andrea Volpe fu Giovanni, Geronimo Marubbi fu Bernardo, Gio Maria Saltarello figlio di Andrea, Lazzarino Volpe fu Benedetto, Giacomino Corvo ( o Corvino) figlio di Bartolomeo, Lorenzo Pareti figlio di Alessandro, Domenico Cella fu Angelo Antonio, Gio Battista Filippacci fu Simonino, Gio Battista Cella figlio di Nicolino, Gregorio Pareto (o Pareti) figlio di Alessandro, Lorenzo Pareti figlio di Antonio, Giovanni Traversone figlio di Battista, Andrea Traversone fu Battista, Benedetto Tosi fu Giovanni, Giovanni Tosi fu Benedettino, Gregorio Rossi fu Domenico, Gio Maria Badinelli figlio di Giovanni, Benedetto Zoraboldi fu Pasquale, Giacomo Razzetto (o Razzetti) figlio di Lazzaro, Michele Volpe fu Bernardo, Stefano Gogno fu Tommasino, Giovanni Agostino Cella fu Scipione, Agostino Tosi fu Giovanni, Domenico Mariani fu Battista, Antonio Tosi fu Bernardino, Bartolomeo Traversone fu Bartolomeo, Lazarino Zoraboldi fu Geronimo, Francesco Basso fu Andrea, Andrea Filippacci (o Filippazzi) fu Simonino, Antonio Marubbi fu Bernardo, Agostino Pareti fu Bartolomeo, Domenico Raggi fu Gio Maria, Pietro Raggi fu Silvestro, Cristoforo Casaleggi fu Francesco, Giò Maria Fugazzi fu Domenico, Nicolosio Rezzoagli fu Domenico, Giacomo Casella fu Cesare, Antonio Laneri fu Pietrino, Luca Rezzoagli fu Visconte, Bartolomeo Monteverde fu Giovanni, Pietro Barattini fu Andrea, Andrea Laneri fu Pietrino, Agostino Barattini fu Andrea, Angelo Maria Barattini figlio di Lazzarino, Giò Antonio Barattini figlio di Agostino, Antonio Maria Filippacci figlio di Giovanni, Giovanni Bertucci figlio di Battista, Giovanni Traversone fu Battista, Bartolomeo Ghirardelli fu Giovanni, Gio Battista Barattini figlio di Agostino, Antonio Fugazzi fu Battista, Gio Battista Volpe figlio di Giovanni, Giovanni Andrea Chiesa fu Sentino, Andrea Pareti figlio di Gio Maria, Battista Monteverde fu Giovanni, Vincenzo Pareti figlio di Tommasino, Antonio Volpe figlio di Benedetto, Benedetto Volpe fu Benedetto, Gio Agostino Barattini fu Alessandro, Gio Maria Barattini figlio di Agostino, Cesare Casella fu Giovanni, Andrea Barattini figlio di Agostino, Andrea Barattini fu Giovanni, Angelo Maria Barattini fu Giovanni, Tommaso Barattini fu Alessandro, Domenico Laneri fu Tommaso, Giovanni Filippacci fu Stefano, Antonio Saltarello fu Pietrino, Battista Bertucci fu Antonio, Nicolosio Barattini fu Alessandro, Pietro Basso fu Gio Battista, Giovanni Maria Mazza figlio di Francesco, Francesco Mazza fu Antonio, Giovanni Battista Raggi fu Antonio, Antonio Maria Raggi fu Vincenzo, Giacomo Basso fu Gio Battista, Gio Battista Basso figlio di Oberto, Oberto Basso fu Nicolino, Andrea Fugazzi fu Andrea, Giovanni Cella figlio di Battistino, Bartolomeo Monteverde fu Gio Maria, Antonio Cuneo fu Battista, Nicolino Cuneo fu Battista, Giovanni Cuneo fu Roberto, Giovanni Cuneo fu Battista, Antonio Cuneo fu Roberto, Domenico Pareto fu Giovanni, Bernardino Mariani fu Antonio, Guglielmo Volpe fu Bernardo, Giacomo Campomenosi fu Domenico, Angelo Maria Tassi figlio di Gio Maria, Antonio Pareti figlio Agostino, Carlo Rezzoagli fu Giovanni, Alessandro Filippacci ( o Filippazzi) fu Antonio, Lazzaro Rezzoagli fu Bartolomeo, Gregorio Masera (o Maceria) fu Antonio, Giovanni Masera fu Gregorio, Antonio Pareto (o Pareti) fu Lorenzo, Lazzaro Rezzoagli (o Rezzoaglio) figlio di Carlo Maria, Giacomo Masera fu Giovanni, Bartolomeo Masera fu Domenico, Giovanni Masera fu Pietrino, Gio Maria Pareti fu Tommasino, Andrea Perrone figlio di Antonio, Antonio Maria Barattini figlio di Pietrino, Angelo Maria Rezzoagli figlio di Tommaso, Lazzarino Guardincerri figlio di Antonio, Antonio Rezzoagli fu Guerrino, Tommaso Rezzoagli fu Antonio, Bartolomeo Rezzoagli fu Visconte, Gio Vincenzo Basso fu Tommasino, Tommasino Basso figlio di Gio Vincenzo, Michele Fugazzi (o Focacci) fu Lorenzo, Alessandro Laneri fu Tommaso, Lazarino Fugazzi fu Matteo, Gio Battista Badinelli fu Luca, Gio Maria Lovari (o Lupi) fu Antonio, Antonio Zoraboldi fu Pasquale, Giovanni Mangino figlio di Battistino, Benedetto Monteverde fu Giovanni, Pasqualino Mangini figlio d'Antonio, Bernardo Monteverdi fu Gio Maria, Agostino Volpe figlio di Guglielmo, Giacomo Cuneo fu Benedetto, Francesco Basso fu Sentino, Alessandro Mariani fu Giovanni, Giovanni Squeri figlio di Angelino, Giovanni Tosi fu Alessandro, Carlo Mariani figlio di Battista, Bernardino Pagliughi fu Giovanni, Giovanni Traversone fu Lorenzino, Giovanni Fugazzi figlio di Giovanni, Domenico Fugazzi figlio di Giovanni, Gio Battista Basso figlio di Pietro, Nicolino Basso fu Carlo, Gio Maria Guardincerri fu Antonio, Antonio Guardincerri fu Lazzarino, Giovanni Guardincerri fu Pietro.

I cognomi dei Confratelli presenti nell'elenco dell'Oratorio di San Lorenzo, sono:
BORZONE,
PARETI, o PARETO,
TASSI, o TASSO,
FOGLIACCI, o FOGLIAZZI,
BERNERI,
CAMPOMENOSI,
BRIZZOLARA,
ROSSI, o ROSSO,
PILATI,
BERTUCCI, o BERTUZZI,
RAZZETTI,
BIANCHI, o BIANCO,
GOGNO,
BADINELLI,
MARUBBI,
CALAMARI,
VOLPE,
LOVARI, o LUPI,
CORVINO, o CORVI,
TRAVERSONE,
FILIPPAZZI, o FILIPACCI,
MONTEVERDE, o MONTEVERDI,
PAGLIUGHI,
FUGAZZI, o FOCACCI,
RAGGI, o RAGGIO,
BERNARDI,
CASELLA,
CUNEO,
BASSO, o BASSI,
SALTARELLI,
CELLA,
TOSI,
ZORABOLDI, o ZORABODI,
CASALEGGIO, o CASALEGGI,
REZZOAGLIO, o REZZOAGLI,
LANERI,
BARATTINI,
GHIRARDELLI,
CHIESA,
MAZZA,
MASERA,
PERRONE,
GUARDINCERRI,
MANGINO, o MANGINI,
MARIANI,
SQUERI.

Da quest'elenco si evince che, probabilmente, alcuni dei confratelli giungevano anche dalla zona d'Alpepiana (e dintorni) e da quelle di Torrio e Ascona.
I cognomi della zona d'Alpepiana sono:
Traversone, Mariani (a Vico Soprano), Cuneo (a Connio della Cascina-Alpepiana), Pagliughi (a Vico Soprano - Alpepiana), Ghirardelli (a Vico Mezzano), Casaleggio (da Casaleggio).
I cognomi dei confratelli provenienti dalle zone di Torrio e Ascona sono:
Calamari, Rezzoagli, o Rezzoaglio (da Torrio), Laneri (da Ascona), Barattini (da Ascona), Masera (da Torrio).
Villa Torrio nel 1688 è in Giurisdizione di Gambaro, Ducato di Piacenza.
I Bernardi e gli Squeri, sono probabilmente originari di Val di Taro.
I Berneri e Brizzolara, originari di Val di Sturla, erano anche stanziati nella zona di Magnasco. I Berneri erano già nel 1621 presenti in Santo Stefano d'Aveto.
I Volpe e Saltarelli, venivano da La Villa.
I Volpe sono anche a Costapelata.
I Lovari ad Alpicella,
I Raggi e i Fugazzi dalla zona d'Amborzasco e dintorni.
I Monteverde, probabilmente, da Montegrosso.
I Tosi, d'origini lombarde, da Gavadi.
I Basso, di origine autoctona (probabilmente da Costapelata) e presenti anche in Val Fontanabuona, sono forse i discendenti di un certo Nicolaus dictus Bassus che compare in un atto del 26 maggio 1505.
I Guardincerri sono stanziati a Costapelata.
I Chiesa, già stanziati a Santo Stefano d'Aveto, sono presenti anche ad Alpicella e Casafredda.
I Mazza, originari di Val di Sturla, forse da Villa Neri e Alpicella.
I Marubbi, che forse provengono dalla Val Trebbia, sono a Santo Stefano d'Aveto almeno dal 1505.
I Mangini, forse originari di Val di Trebbia, intorno al 1694 sono stanziati a Montegrosso.
I Traversone, presenti nel territorio d'Alpepiana, si trovano insediati anche a Pareto.
I Cella, sono insediati a Cornaleto.
I Casella forse sono di Caselle.
I Bertucci ed i Filippazzi sono stanziati nel territorio della Pieve (o Pievetta).
I Bertuzzi (o Bertucci) sono presenti anche a Santo Stefano d'Aveto e dintorni almeno dal 1505.
I Pareti, ovviamente, sono a Pareto.
I Pilati di Santo Stefano d'Aveto sono una diramazione dei Cella.
I Zoraboldi forse sono di La Villa e dintorni.
I Tassi si trovano a Santo Stefano d'Aveto e Roncolongo.
I Campomenosi a Campomenoso.
I Crovo a Santo Stefano d'Aveto.
I Gogno e i Razzetti sono a Roncolongo (i Gogno già presenti nel 1505).
I Bianchi a Santo Stefano d'Aveto.
I Marrè, originari di Val di Sturla ed un tempo banditi della Repubblica di Genova, a Santo Stefano d'Aveto.
I Rossi sono originari di Gropparo. Nel 1505 compaiono gli eredi del fu Rubei de Groparo, ossia Rosso di Gropparo.
I Badinelli forse sono della zona d'Allegrezze.

Riportiamo altresì un passo tratto dal Canonico Camillo Repetto, "Monografia di Borgonuovo in Val Sturla", Chiavari 1927, che lo estrapolò da una pubblicazione del Pessagno, ove sono citati i nomi degli appartenenti alla famosa banda del Crovo, ossia Vincenzo Zenoglio detto del Fossato, di Val di Sturla, uccisi in quel di Rezzoaglio dai sicari del conte Gian Luigi Fieschi.
"La notte dal 15 al 16 d'agosto 1543, il Crovo, il Calcagno, il Massacano, il Bozono, il Tonso di Brignora e lo Stanga dei Fogliacci banditi ed assassini, furono circondati dagli uomini dei Fieschi che li trucidarono in mezzo a quelle montagne dove per otto anni erano stati liberi ed assoluti padroni".
Ora non possiamo fare a meno di notare che gli ultimi tre, sono cognomi già stanziati in Val d'Aveto, infatti, il Bozono, probabilmente era il Borzone, il Tonso di Brignora, più esattamente il Tosi di Brignole, e lo Stanga dei Fogliacci, probabilmente lo Stanga dei Fogliazzi, o Fogliacci.

 

 

Note

[1] Cfr. A.S.G.: Filze Matteo Vinzoni, 1715-1797 circa, notaro Nicolò Repetto, 1680-1710 circa, e
Filze della Rota Criminale, 1570-1600 circa.

[2] Cfr. "Carta pubblicata dal R[egi]o corpo di Stato Maggiore nel 1853..." Foglio N° LXVIII, Torriglia.
Carta dei Sentieri e Rifugi- Appennino Ligure- Firenze.
"La Liguria nelle carte e nelle vedute antiche", Novara, 1992.

[3] Cfr. G.B. Molinelli "Brevi cenni sulle origini e vicende storiche di Cabanne (d'Aveto)...", Genova, 1928.
Giuseppe Fontana, "Rezzoaglio e Val d'Aveto cenni storici ed episodi", Rapallo, 1940
Gino Macellari - Gian Franco Scognamiglio, Valtrebbia e Valdaveto, guida antologica, Piacenza, 1970
Giovanni Meriana, Santo Stefano e la Valle dell'Aveto, un patrimonio naturale e artistico, Genova 1976
Michele Tosi, Archivum Bobiense N. XVI- XVII, Piacenza, 1994/95
Emilio Podestà, La Valle dell'Aveto dai de Meleto, Vassalli dei Malaspina, A Gian Luigi Fieschi, in I Fieschi tra Papato ed Impero, a cura di Daniele Calcagno
Massimo Brizzolara, "La Val d'Aveto. Frammenti di Storia dal Medioevo al XVIII secolo", Rapallo, 1999
Daniele Calcagno, Marina Cavana, Sandro Sbarbaro, Canto di un patrimonio silente, Pietre disposte a suggerir cammino, Rezzoaglio - Santo Stefano d'Aveto, 2003

Per comprendere l'origine dei toponimi ci siamo avvalsi dei seguenti volumi:
"Il Dizionario della Lingua Latina", Le Monnier, Firenze, 2000,
"Vocabolario della Lingua Italiana compilato da Nicola Zingarelli", Zanichelli, Bologna 1965
"Toponimi liguri di origine germanica", Rita Caprini, in "Toponomastica Storica della Liguria", Giulia Petracco Siccardi - Rita Caprini, Genova 1981, pagg. 83-125.

 

L'autore sarà grato a tutti coloro che, gentilmente, vorranno segnalargli (via e-mail) errori o omissioni.

 


 

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Pagina pubblicata il 4 dicembre 2004 (ultima modifica: 16.08.2016), letta 29996 volte dal 23 gennaio 2006
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