Valdaveto.net > Il territorio della Val d'Aveto e delle valli limitrofe > La località detta 'e Gaie'
La località detta delle Gaie, sita tra Villa Garba e Villa Piano, ha antiche origini.
I vecchi dello scorso secolo avevano ancora ricordi dell'unico abitante della casa che era uso trascorrere le veglie nelle serate invernali presso le famiglie di Villa Garba.
Di lui si ricordava il particolare coraggio e sangue freddo; si narra che una notte ebbe modo di avere la meglio su un lupo che lo aggredì sulla via del ritorno da Villa Garba in località croese scure.
La vasta proprietà terriera circostante la casa, con annessa casa e cascinale, divenne in seguito di proprietà della famiglia detta dei "Macarun" di Villa Brignole, i cui discendenti ne vantano tutt'ora il totale possesso (ripartito fra vari ceppi).
I terreni hanno una notevole estensione e le zone assumono varie denominazioni quali "u puzzun", "e fasce", "u coeffene".
La pietra volgarmente detta colombina che si può notare tra i ruderi della casa era tipica ed abbondante nella zona circostante, presso cui erano attive diverse cave.
La maggior parte della pietra utilizzata per la costruzione delle case di Villa Piano proveniva da queste cave.
Negli anni trenta, del secolo scorso, furono costruite (sul versante di Cabanne) un paio di fornaci da cui si ricavava calce di ottima qualità.
Nella stalla della casa delle Gaie era possibile avere riscontri della calce ivi accantonata (prima del crollo totale della costruzione avvenuto attorno agli anni '60).
Negli anni dell'ultima guerra mondiale la maggior parte del territorio, allora adibito a prato e pascolo, fu dissodato con l'ausilio dei buoi (di proprietà della famiglia Marrubbio di Roncolongo, presso Santo Stefano d'Aveto) e vi fu seminato frumento per iniziativa di Agostino Raggi di Villa Brignole, ben conosciuto nella valle come costruttore edile in quanto titolare di una piccola azienda.
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Pagina pubblicata il 21 ottobre 2008, letta 4637 volte
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