Valdaveto.net > Usi, costumi, tradizioni, racconti e leggende > Rubrica 'Viaggio nel nostro dialetto' di Piero Campomenosi > Viaggio nel nostro dialetto: peschêuggiu e bratta
di Piero Campomenosi
articolo già pubblicato su L'eco del Maggiorasca
Una voce, che, tra le parlate di ceppo ligure, compare presumibilmente solo nel nostro dialetto è il termine "peschêuggiu" col significato di fango o melma.
È interessante sapere che questo vocabolo
deriva dal latino piscinula, diminutivo di piscina, col significato di serbatoio d'acqua, bacino.
Da piscinula hanno origine, a loro volta, i termini volgari "pescolla" e "pescoglia" (vedi p.e. L. Bartolini, Passeggiata con la ragazza, Milano, 1961, pag. 289), intesi come pozzanghera, pozza, voci di area centro-meridionale. Fa eccezione nel
nord d'Italia il nostro vernacolo, dove il vocabolo "peschêuggiu", oltre al significato di pozzanghera, è venuto assumendo anche quello di melma e di neve sciolta, inzuppata d'acqua e mescolata a fango.
Finire nel "peschêuggiu", per i bambini di Santo Stefano, voleva dire un tempo tornare a casa con le scarpe inzaccherate e trovare la mamma pronta per una bella sgridata, sapendo che ben presto, col prossimo acquazzone o con
le strade infradiciate di neve, sarebbe successa esattamente la stessa cosa.
Di uso comune pure l'aggettivo "pescugentu", con apofonia vocalica êu > u, (sporco di "peschêuggiu").
Inoltre anche a Santo Stefano troviamo la voce dialettale "bratta", da cui l'italiano "imbrattare", di origine incerta (da collegare all'espressione latina bractari mero, presente in Fulgenzio, col significato di "sporcarsi di vino"), che in generale nell'area ligure s'identifica con la feccia del vino e, più in generale, col fango e la melma.
Più frequentemente noi usiamo i verbi derivati da "bratta", imbrattâ (sporcare), "imbrattâse" (sporcarsi) e "desbrattâ" (ripulire,
riordinare, sparecchiare), vocabolo quest'ultimo circoscritto alla sola Val d'Aveto.
Il locale-dispensa, dove un tempo si riponevano le stoviglie e dove era generalmente collocata la madia per impastare il pane, in dialetto si chiamava comunemente "desbrattacûzinn-a."
Nelle case moderne il "desbrattacûzinn-a" è solo un ricordo e la dispensa, quando c'è, non è necessariamente in stretto rapporto la cucina.
Proverbi dialettali
"Vâ pû in ommu cumme ina castagna che ina donna cumme ina muntagna" (vale di più un uomo come una castagna che una donna come una montagna)
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Pagina pubblicata il 7 marzo 2006, letta 9028 volte
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