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Il giorno di S. Antonio abate
Il giorno di S. Antonio abate... una vecchia tradizione voleva che le bestie fossero legate intorno alla chiesa ove si cospargeva del sale, che il sacerdote poi benediceva assieme agli animali.
Il sale benedetto era poi raccolto e sciolto nel beverone che si preparava nella stalla al ritorno dalla cerimonia e con ciò si sperava in un'annata meno grama nella stagione che andava ad iniziare.
Una bestia in salute era la vita per i membri della 'casa' che la possedeva.
I simboli sacri della croce si trovano sopra i portali delle stalle, e quasi mai sulle porte delle case dei contadini.
Grano saraceno
Era uso nelle nostre vallate che i contadini che dovevano prendere il grano in prestito dal padrone, rendessero poi una quantità di frumento che dipendeva dal numero dei mesi che erano trascorsi tra la 'prestanza' ed il raccolto.
Così era ben presto invalsa (secondo Roberto Focacci) l'abitudine di ricorrere al grano saraceno, detto 'gran Marzé': questo, infatti, maturando verso marzo anziché a giugno, permetteva di risparmiare sul tributo dovuto anche se la qualità dei chicchi non era eccelsa.
La filatura della lana
I nostri vecchi filavano la lana tramite l'antico sistema dei 'fusi' e delle 'rucche'.
La lana grezza, ottenuta dalla tosatura delle pecore, era posta su un bastoncino lungo 70 - 80 cm. (detto 'rucca') che presentava una fessura allargata tramite delle 'stecche' di legno.
Dalla 'rucca', tenuta dalla filatrice sotto l'ascella sinistra, si sfilacciava man mano il batuffolo di lana creando un filo che si annodava al 'fuso' (una sorta di rocchetto di legno a forma allungata).
Il fuso, fatto girare da un movimento repentino della mano della filatrice, faceva attorcigliare i fili grezzi di lana creando un insieme compatto e robusto, il vero e proprio 'filo di lana'.
Il filo, avvolto poi sul fuso, era in seguito posto sull'aspo (una specie d'asse con alcuni pioli) per farne matasse pronte per essere trasformate in calzini e maglioni.
Links
- La sig.ra Benedettina Biggio mostra la filatura tradizionale della lana mediante l'utilizzo del fuso e dell'arcolaio
- Fatti curiosi
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- Mestieri scomparsi: i resegotti
- La pesca alla trota nei tempi andati in Val d'Aveto
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- Siti di interesse storico: il castelà presso Campomenoso
Pagina pubblicata il 20 dicembre 2004, letta 9777 volte dal 23 gennaio 2006
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